Home FixingFixing “Non c’è la ripresa solo delle imprese, ma del Paese”

“Non c’è la ripresa solo delle imprese, ma del Paese”

da Redazione

Vincenzo Boccia invita la politica sammarinese a dare più competitività alle aziende perché queste “fungano da volano per attivare un nuovo ciclo economico”.

Boccia Ceccato Vagnini Renzi

 

di Daniele Bartolucci

 

La scelta del Governo di invitare Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, alla Cerimonia del 1 Ottobre è un segnale importante al mondo delle imprese, che ora si aspetta atti conseguenti. Perfettamente in linea con ANIS, infatti, Boccia ha indicato la via maestra per lo sviluppo, ovvero dare più competitività alle imprese, perché queste fungano da “volano e riattivino l’economia”, portando occupazione e investimenti. Che per lo Stato si traducono in gettito (per finanziare il welfare) e contributi (per sostenere il sistema pensionistico). Ma non è “una difesa di interessi”, perché “non c’è la crescita delle imprese, ma c’è la crescita del Paese”, ha avvertito, riportando al centro il tema dello sviluppo. Ma è importante che ci sia “coesione” tra politica e imprese, come è avvenuto in Italia, dove i numeri sono ora positivi. Una coesione che parte dal metodo, ha ricordato Boccia toccando uno dei temi caldi a San Marino: “Prima definiamo quali effetti vogliamo ottenere sull’economia reale, poi individuiamo gli strumenti e le risorse”. Un metodo che il Governo, dopo l’Orazione ufficiale, deve fare suo.

 

RAPPORTO TRA IMPRESE E GOVERNO PER LO SVILUPPO


“Recentemente ho avuto il piacere di partecipare all’assemblea dell’ANIS, l’organizzazione degli imprenditori sammarinesi”, ha esordito Vincenzo Boccia, “e ho potuto osservare con grande simpatia e ammirazione la capacità competitiva di alcune di queste imprese e la vivacità complessiva del comparto. Con ANIS condividiamo l’idea dell’evoluzione dei corpi intermedi dello Stato, decidendo di rappresentare interessi ossia di essere ponte tra gli interessi delle imprese e gli interessi del Paese e dell’Europa”. Il Presidente di Confindustria non si è limitato quindi a ribadire il forte legame tra le due organizzazioni, ma ha palesato anche una sintonia sempre più forte sui temi che riguardano la politica economica dei propri Paesi. “Su questo aspetto sono certo che il vostro Paese”, ha sferzato il Governo, “svilupperà ancora di più le condizioni per migliorare il contesto competitivo, organizzativo e burocratico delle imprese per permettere a queste di essere più dinamiche verso il mondo esterno. È ciò che negli ultimi anni abbiamo ottenuto dal Governo Italiano con l’introduzione del Jobs Act, con l’iniziativa di Industria 4.0, con la defiscalizzazione degli incrementi delle spese in ricerca e con altre misure atte a sostenere l’investimento, l’internazionalizzazione, l’export e la ricerca delle nostre imprese”. Il messaggio alla politica sammarinese è chiaro: le imprese chiedono più competitività, perché è quella la strada per lo sviluppo. E lo ha detto proprio a pochi giorni dall’approvazione della legge che per il Governo (ma non per gli imprenditori di ANIS), dovrebbe trattare questo tema: è un caso che l’Assemblea ANIS a cui ha partecipato pochi mesi prima, fosse incentrata proprio sulla critica a quella normativa? E’ un caso che Boccia abbia rimarcato la condivisione di Confindustria delle leggi per lo sviluppo promulgate in Italia? Di certo non è un caso se grazie a quelle leggi, l’Italia sta ripartendo: “Il recente monitoraggio sull’andamento dell’economia italiana ha testimoniato miglioramenti che fino a pochi mesi fa non solo non erano scontati, ma venivano dati come improbabili anche da importanti interlocutori economici. Tali miglioramenti testimoniano che quando c’è questo tipo di spinta e di coesione tra la politica e il mondo delle imprese, queste ultime riescono realmente a fare la differenza e a guidare una ripresa che non può essere solo una ‘ripresa delle imprese’. Le imprese hanno proprio questa funzione di volano, tipica di momenti in cui sono chiamate a svolgere un ruolo di attivazione del nuovo ciclo economico”.

 

IL METODO: PRIMA VANNO DEFINITI GLI OBIETTIVI


Il messaggio al Governo è chiaro: quando politica e imprese condividono l’obiettivo di sviluppo, i risultati arrivano. Una condivisione che parte dall’inizio, ha spiegato Boccia, toccando il tasto dolente del confronto, quello che ANIS (e non solo) hanno criticato in questi primi dieci mesi di governo. “Il paradigma di pensiero che abbiamo adottato in termini di metodo è stato: prima definiamo quali effetti vogliamo realizzare sull’economia reale, poi individuiamo gli strumenti, quindi le risorse e poi interveniamo sui saldi di bilancio. Nel merito, si è compreso che partendo da una politica dell’offerta che renda più competitive le imprese, si attiva il circolo virtuoso dell’economia con più investimenti, più export, più crescita, più occupazione”. L’obiettivo, come detto, è l’effetto economico che si vuole ottenere: “Per noi la crescita non è un fine”, ha ribadito Boccia, “ma una precondizione per contrastare diseguaglianze e povertà”. E in questo, le imprese hanno un ruolo ben definito: “catalizzatore”, l’ha definito Boccia. “Ritengo che oggi più che mai ci sia bisogno di un momento fondante del Paese che, assieme alle proprie imprese, deve dare quell’impulso, quel colpo di reni, capace di imprimere una spinta allo sviluppo per l’intero sistema. Il messaggio è quello di ritornare ai fondamentali della nostra società. Dentro il nostro pensiero economico c’è l’idea della società del futuro che include e non esclude, che dà valore al lavoro. Principi fondamentali citati bene da Jean Monnet che diceva: “I miei obiettivi sono politici, le mie spiegazioni sono economiche”.

Noi vogliamo contribuire alle spiegazioni economiche. Per Confindustria questo aspetto rappresenta forse il punto più rilevante della strategia futura: riuscire ad avere giovani capaci di nutrire la voglia di competitività con progetti di vita forti, in grado di supportare la competitività del mondo delle imprese”.

 

“LA CHIAVE COMPETITIVA DI OGGI È IL NETWORK”


Crescita e sviluppo: due parole che ricorrono sovente nelle dichiarazioni e nei dibattiti di tutto l’occidente, anche perché “ci troviamo in una situazione molto dinamica in cui quella che viene chiamata ‘grande crisi’ ha di fatto segnato e marcato la differenza rispetto al precedente modo di fare impresa”. Un nuovo modello, basato sul “network”, che “rappresenta in molti casi la chiave competitiva. I Paesi che riescono, attraverso la loro competitività, a migliorare e ad alimentare i nodi di questo network sono quelli che maggiormente avranno la possibilità di giovarsi di uno sviluppo coerente con i bisogni della popolazione”. Ed è “in questo scenario che l’Italia – e a maggior ragione la Repubblica di San Marino – hanno alcune opportunità in più rispetto al passato. È quello che sta succedendo, in alcuni casi, anche tra l’Italia e la Germania, con l’avvicinamento di posizioni competitive che soltanto 10 o 15 anni fa sembravano difficilmente comparabili. In questo nuovo modo di fare impresa infatti c’è la possibilità per organizzazioni più piccole ma dinamiche di raggiungere la massa critica necessaria al successo attraverso aggregazioni e collaborazioni. Oggi dunque si aprono nuove possibilità proprio grazie alla competitività specifica delle imprese e alla loro capacità di essere tutt’uno con il network internazionale”. “Dunque, il mio auspicio è che questa integrazione all’interno di network più evoluti possa realizzarsi anche tra le imprese italiane e quelle sammarinesi. Gli esempi, anche a noi vicini, non mancano. È il caso dell’Emilia con la IMA, un’azienda che ha saputo inserire nella sua rete più di 200 subfornitori che sono diventati parte di un’impresa unica. Potrei citare anche la GD o la Dallara che sono riuscite in un piccolo segmento di mercato a diventare competitive a livello mondiale. Esempi analoghi li ritroviamo anche in settori diversi dalla meccanica. Nel farmaceutico, l’Alfa Wassermann è diventata Alfa Sigma fondendosi con un’altra grande realtà italiana, incrementando fortemente la competitività. I mercati globali sono mercati di nicchia e i mercati di nicchia sono i mercati per le nostre imprese. Questa la nostra sfida comune”, ha ricordato Boccia, unendo virtualmente Italia e San Marino, Confindustria e ANIS, che “hanno un comune obiettivo, almeno per quanto attiene il mondo delle imprese: quello di darsi traguardi comuni e raggiungibili che incidano direttamente sul PIL, sugli investimenti, sull’occupazione e sulla formazione, soprattutto finalizzata ai giovani. In una parola, sul benessere.

 

L’ELOGIO A SAN MARINO


“Sono un appassionato imprenditore con una lunga tradizione familiare e oggi rappresento Confindustria, la maggiore organizzazione delle Industrie Italiane, e pertanto”, ha esordito Vincenzo Boccia, Oratore ufficiale della Cerimonia del 1 Ottobre, “sono molto onorato che il Vostro Paese mi dia l’opportunità di questo prestigiosissimo ruolo in occasione del rinnovo della Reggenza, per testimoniare sia la centralità del mondo delle imprese nello sviluppo di tutti i Paesi, sia la volontà di fare sistema con l’Italia. Ma soprattutto, oggi, consentitemi di rivolgermi a tutto il Popolo sammarinese, alle Sue istituzioni ultra millenarie, al suo patrimonio storico e culturale che trascende i suoi confini, per esprimere la mia più viva gratitudine per essere ospite di una Terra, l’antica Repubblica del Titano, che ancora oggi rappresenta un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, tra eredità tramandate e modernità dei processi di crescita e sviluppo”. Non solo, per Boccia ci sono “alcuni aspetti che rendono unica San Marino nel contesto internazionale: penso in primo luogo alla Vostra tradizione – siete riconosciuti da sempre come una terra di grande libertà -, alla capacità di inclusione che avete sempre dimostrato, alla vostra ponderatezza che vi ha sempre permesso di restare fuori da quelle guerre che purtroppo hanno devastato tanti Paesi, compreso il nostro. Penso alla vostra capacità di solidarietà che è un altro elemento con cui San Marino viene guardata con rispetto e ammirazione da tutti. In un certo modo di intendere l’economia globale, il terzo settore può svolgere un ruolo di primo piano come elemento trainante dello sviluppo e come fattore di coesione sociale, che in alcuni settori dell’impresa è un prerequisito: penso alla sanità, alla riabilitazione e anche al turismo”. E poi, San Marino ha una storia che parla chiaro: “Da cittadino europeo, di nazionalità italiana, voglio esprimere tutta la mia gratitudine per il ruolo della vostra Serenissima Repubblica nell’accoglienza di molti nostri concittadini durante il periodo tragico della Seconda Guerra Mondiale. La memoria è un valore per i popoli, lo è per tutti i cittadini del mondo. Senza memoria non c’è futuro”. E a proposito di passato, San Marino ne ha anche uno – negativo nel contesto internazionale – da lasciarsi alle spalle, cosa che, a detta del numero uno di Confindustria, è già avvenuta: “Non posso infine non considerare positivamente lo sforzo di trasparenza e di piena collaborazione dimostrato dalla Serenissima Repubblica negli ultimi anni in campo finanziario: penso alla lotta al riciclaggio, all’evasione fiscale e alla corruzione. Tutti provvedimenti che sono stati giustamente interpretati come le basi per il futuro sviluppo. Ritengo che i risultati di questo vostro sforzo arriveranno molto presto. Per costruire, a differenza del distruggere, ci vuole tanto impegno e continuità. In principio sembra che le pietre di questa costruzione non combacino ma poi con il tempo si scopre che non è così, perché il messaggio positivo è arrivato ed è chiaro”.

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