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“Migliori mieli di San Marino”, i nomi dei vincitori della nona edizione

da Redazione

Consorzio Terra di San Marino, gli apicoltori raccontano i segreti per “ottimizzare” la raccolta.

Consorzio Terra miele

 

“Quando contemplava i suoi alveari, Aurélien aveva la sensazione che quegli insetti fossero riusciti lì dove l’uomo aveva fallito. Pigiate le une contro le altre, le api mantenevano così una temperatura costante. Si adoperavano insieme per la comunità”. Siamo certi le emozioni descritte da Maxence Fermine ne “L’apicoltore” rispecchino quelle che vivono i soci della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi: vivono, in maniera privilegiata, la raccolta del liquido dorato. Mestiere (o forse professione) silenziosa, fatta di aria aperta, di occhi rivolti verso il cielo, e di sorrisi. Gli stessi che accomunano i cinque vincitori della nona edizione dei “Migliori mieli di San Marino”, premiati il 22 settembre all’interno del Wine Shop del Consorzio Vini Tipici. Con Fiorenzo Guiducci (secondo nella categoria Melata), Marco Raschi (primo e terzo nel Millefiori), Tino Massari (secondo nel Millefiori), Bruno Giacobbi (terzo nella Melata) e Athos Giannini (primo nell’Acacia e della Melata) parliamo ovviamente del concorso e in seconda battuta della stagione 2017. Prima però qualche numero: i soci della Cooperativa Apicoltori Sammarinesi, ovvero quelli che hanno recepito il disciplinare di produzione del Consorzio Terra di San Marino, oscillano tra i 60 e i 70. Quelli che invece hanno partecipato alla nona edizione dei Migliori mieli di San Marino” sono stati 15. “Molti soci, visto com’è andata la stagione, non hanno presentato il proprio miele” raccontano. Il perché – così entriamo nella seconda domanda – è subito detto. “La raccolta quest’anno è stata scarsa a causa della siccità”. E mentre Giacobbi spiega che in parte si è salvato con la raccolta della Melata di fine luglio – primi di agosto, Massari entra nello specifico: “Per quanto mi riguarda, il quantitativo di miele di quest’anno è stato più o meno la metà di quello del 2016”. Per tutti, il top è stato il 2015 quando l’alternanza equilibrata di sole e pioggia permise abbondanza e qualità. Guiducci invece si sofferma sull’annata 2017. “Con il caldo, molti fiori e molte piante si sono seccate e questo ha diminuito naturalmente i quantitativi di nettare e di polline”.

Tamara Giannini, figlia di Athos, calendarizza la raccolta. “Il primo miele è quello d’acacia, molto richiesto. E’ liquido, delicato, e ha molti estimatori”.

Nettare, polline, mieli, api, varietà, lavoro. Tutte parole che – ed è il caso di dirlo – ronzano nella mente. “Per fare tanto miele, è importante evitare la sciamatura, ovvero che le api facciano famiglie nuove. All’uomo invece il compito di tenere pulite le arnie. Bisogna poi inserire l’escludiregina, una griglia che si inserisce tra il nido e il melario per evitare che la regina possa salire sopra e fare della covata nei melari”. Prendiamo idealmente il volo. “Generalmente il campo di azione di un’ape si sviluppa in un’area circolare di circa 3 km di raggio. Più bottina vicino alle arnie e più produce: ricordiamo che anche loro hanno bisogno di ‘energia’ per volare e quindi, quando sono al lavoro, consumano parte del polline o del nettare raccolto”. La gerarchia dell’alveare – per ritornare alla frase di Fermine – (“Si adoperavano insieme per la comunità”) – prevede che, anche in base all’età, alcune di esse siano destinate alla raccolta nel polline ed altre invece a quella del nettare. Ci abbiamo preso gusto a volare. “Sul Titano esistono due microclimi diversi, uno che va dalla cresta del Monte verso il mare e uno invece che si rivolge verso la montagna. Due realtà che si caratterizzano per piante e fiori piuttosto diversi”. Un’altra “variante”, che cambia di anno in anno, è invece rappresentata dai campi incolti dove crescono i fiori spontanei: sono loro che danno quel tocco di gusto, quella vena più o meno dolce o amara che contraddistingue il Millefiori. Sembra un lavoro appartenente al passato, ma in realtà non è affatto così: anche gli apicoltori seguono corsi di aggiornamento. “Come Cooperativa, partecipiamo a eventi e percorsi formativi, a ‘lezioni’ per diventare ‘sommelier’ del miele. Ogni fiore e ogni pianta ha le proprie caratteristiche”.

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