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Editoriale: San Marino, una “Legge sviluppo” lontana dal lavoro

da Redazione

Presentato come provvedimento che “pone al centro il futuro del mondo del lavoro che sta cambiando”, che parla di “lavoro 4.0, di una rivoluzione produttiva che dovrà evidenziare le competenze migliori e innovative”, di fatto introduce ulteriori passaggi burocratici e altrettanti “paletti”.

 

di Alessandro Carli

 

L’attenzione che sta catalizzando il sistema finanziario sammarinese (e che è stato portata anche in Aula) non ha tolto le energie necessarie al dibattito, davvero infuocato, sulla “Legge sullo sviluppo”, approvata nell’ultima seduta del CGG.

E’ palese che la Maggioranza, nonostante le continue sferzate e il richiamo, a più voci, delle parti sociali e datoriali a rimodulare l’impianto sulle reali esigenze del sistema economico del Paese, abbia tirato dritto sulle proprie idee.

Peccato solo che l’argomento in questione non possa essere derubricato a un semplice capriccio: è, in tutto e per tutto, una legge in materia di lavoro, che ha ricadute concrete sull’economia e sul futuro del Paese.

E il fatto che sia stata criticata più volte sia dalle associazioni economiche che dai sindacati – ovvero dai settori che recepiranno i dettami della normativa – dovrebbe instillare perlomeno qualche dubbio sul fatto che la Legge non coglie nel segno gli obiettivi di semplificazione, snellezza a innovazione delle norme, risultando perciò davvero lontano dal mondo del lavoro, dalle esigenze delle aziende.

Presentato come provvedimento che “pone al centro il futuro del mondo del lavoro che sta cambiando”, che parla di “lavoro 4.0, di una rivoluzione produttiva che dovrà evidenziare le competenze migliori e innovative”, di fatto introduce ulteriori passaggi burocratici e altrettanti “paletti”.

Solamente per portare alcuni esempi: dal “doppio binario” – le imprese possono chiedere direttamente di assumere un lavoratore frontaliero pagando un contributo aggiuntivo del 4,5% destinato non alla Cassa per gli Ammortizzatori Sociali (che è in forte deficit) ma a un Fondo per la formazione dei disoccupati che verrà gestito insieme a innumerevoli altre funzioni dalla Commissione per il Lavoro che avrà ancor più potere discrezionale (quindi un altro obiettivo mancato) – ai pochi incentivi per attrarre nuovi imprenditori sino alla comunicazione della variazione degli orari di lavoro, passando per la non introduzione del lavoro interinale e la non estensione del lavoro occasionale alle imprese manifatturiere.

Sviluppo, investimenti e rilancio dell’economia sono una priorità per il Paese.

Per ogni Paese che voglia guardare davvero al futuro, che voglia rilanciarsi concretamente.

Mentre questa Legge sulle “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo economico”, come sostiene giustamente anche l’Associazione Nazionale Industria San Marino, non va proprio in questa direzione.

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