Home FixingFixing Stabilizzazione frontalieri: alle imprese 6 mesi di tempo

Stabilizzazione frontalieri: alle imprese 6 mesi di tempo

da Redazione

Ampia condivisione sulla proposta ANIS di modifica alla nuova Legge Sviluppo. “Come già avvenuto, una norma transitoria necessaria per poter disdire i rapporti già in essere”.

 

di Daniele Bartolucci

 

C’è ampia condivisione sulla proposta avanzata da ANIS di un emendamento modificativo e integrativo all’ art. 5 comma 11 del progetto di legge “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo”, tanto che, anche se al momento di andare in stampa il Consiglio Grande e Generale non ha ancora votato l’emendamento, è abbastanza certo che venga accolto. Ricordiamo infatti che essendo il progetto di legge al vaglio del CGG in seconda lettura, serve l’unanimità per poterlo modificare. Ed è ciò che ha ricercato ANIS nei giorni scorsi, inviando una lettera a tutti i gruppi politici, che in larga parte si sono espressi favorevolmente.

 

“La norma transitoria è necessaria”


“Riteniamo”, si legge nella lettera inviata nei giorni scorsi alle forze politiche e alla Segreteria di Stato all’Industria, che ha proposto la Legge, “sia indispensabile a salvaguardia del sistema e non di singole imprese, introdurre una norma transitoria per concedere ai datori di lavoro il periodo necessario per poter comunicare in tempo utile la disdetta ai rapporti in essere come sempre avvenuto nelle precedenti fasi di stabilizzazione”. Il problema, come più volte spiegato da ANIS, non è infatti la stabilizzazione, su cui aveva già siglato al tempo un accordo con i sindacati (che però indicava 48 mesi e non 18 come la Legge Sviluppo, ndr): “E’ indispensabile che il datore di lavoro abbia almeno sei mesi di tempo rispetto alla data della maturazione del diritto da parte del lavoratore (1 luglio 2018) e non rispetto alla scadenza del nulla osta. Ad esempio un permesso di lavoro rinnovato l’1 settembre 2017 per 18 mesi e quindi con scadenza al 28 febbraio 2019 dovrà ricevere l’eventuale disdetta entro il 31 dicembre 2017”. Di qui la proposta di modifica, che ANIS ha ipotizzato per iscritto come integrazione all’art. 5 “Procedure per l’avviamento al lavoro. In pratica si aggiungerebbe un comma 11, “evidenziando che si tratta del medesimo testo riportato nell’accordo per il rinnovo del Contratto Industria del 2005 poi ripreso integralmente negli accordi tripartiti (Governo, Associazioni Datoriali e Organizzazioni Sindacali) per la stabilizzazione di tutti i lavoratori frontalieri del 2006, 2007 e 2008”, spiega sempre l’Associazione degli Industriali. Il testo proposto è il seguente: “11. I lavoratori non iscritti alle liste di avviamento al lavoro, fermo restando quanto previsto al comma 9, godono dei medesimi trattamenti normativi dei lavoratori iscritti alle liste di avviamento al lavoro, anche rispetto alla durata dell’assunzione, del conseguente permesso di lavoro ed al periodo necessario per la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. I lavoratori non iscritti alle liste di avviamento al lavoro che hanno già raggiunto, presso la stessa impresa, il periodo di cui all’art.13, comma 1, del Decreto Legge n. 156/2011, acquisiscono il diritto all’assunzione a tempo indeterminato a decorrere da 1 luglio 2018 dopo 6 mesi dall’entrata in vigore della presente legge. Norma transitoria: I lavoratori non iscritti alle liste di avviamento al lavoro titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato nel corrente anno (2017), che abbiano lavorato ininterrottamente presso la stessa impresa nella Repubblica di San Marino da periodi antecedenti il 31 dicembre 2016, e che avranno il loro rapporto di lavoro confermato entro il 30 giugno 2018, avranno tale rapporto di lavoro trasformato a tempo indeterminato a decorrere dal 1 luglio 2018.”

 

Ancora disaccordo sul “doppio binario”

 

Ovviamente questa modifica non inficia l’impianto della Legge Sviluppo, su cui comunque la posizione di ANIS era e resta contraria: l’introduzione del “doppio binario” per l’assunzione di personale frontaliero, infatti, non è piaciuta agli Industriali, che chiedevano una norma più semplice e, comunque, senza oneri aggiuntivi per l’impresa che vorrà assumere nuovo personale, in particolare quelle figure altamente qualificate che nel mercato del lavoro interno non sono disponibili. Il dibattito dei mesi scorsi ha portato ad una seconda e poi a una terza versione del testo, che però non ha accolto appieno le richieste ANIS, come noto. E che, nell’ultima stesura, ha anche aggiunto il capitolo “stabilizzazione”, senza però fare distinzione tra rapporti già in essere e nuovi rapporti, in pratica andando a incidere – a seconda dei casi – sulle scelte aziendali precedenti all’entrata in vigore. Da qui la richiesta, di buon senso, di ANIS perché si preveda una norma transitoria, mantenendo comunque l’impegno alla stabilizzazione dei frontalieri.

 

Rebus buste paga: tecnici al lavoro


L’altro tema che si sta manifestando in questi giorni con una certa urgenza è legato invece alla parte “fiscale” e “contributiva” della nuova Legge Sviluppo, da cui scaturiscono alcune modifiche nell’elaborazione delle buste paga in carico alle aziende. Da un primo approfondimento pare manchino ancora le indicazioni ufficiali su cui basare anche le modifiche di calcolo e di rendicontazione, che sembrano essere diverse. ANIS stessa, insieme alle aziende associate e alle società che producono i software dedicati, si è già attivata in tal senso e anche nelle Segreterie e Uffici competenti si sta lavorando per disporre quanto prima tali indicazioni, atte a rendere più semplice l’adeguamento alla nuova Legge che, come detto all’inizio, dovrebbe passare in seconda lettura senza impedimenti (salvo l’emendamento di cui sopra, ndr) ed entrare in vigore subito dopo.

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