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Consiglio Grande e Generale: la questione della Cassa di Risparmio

da Redazione

Ratificato con 32 voti a favore e 15 contrari il Decreto Legge n. 98 “Misure di rafforzamento” dell’istituto bancario. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Il Consiglio Grande e Generale ratifica con 32 voti a favore e 15 contrari il Decreto Legge n. 98 “Misure di rafforzamento di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino; viene sospeso invece l’esame del Decreto-Legge n. 101 “Provvedimenti a garanzia della stabilità economica della Repubblica di San Marino, che richiedeva il parere vincolante del Comitato per il credito e il risparmio sull’avvio da parte di Bcsm di procedure straordinarie.

Nella seduta notturna di ieri non si è raggiunta l’unanimità per modificare l’ordine del giorno dei lavori e consentire così un riferimento immediato del segretario di Stato per le Finanze sugli ultimi sviluppi in Banca centrale e permettere anche l’introduzione di un comma 10 bis sul gradimento al neo direttore di Banca centrale, Raffaele Capuano. L’Aula è passata perciò ad affrontare direttamente il comma successivo, con la Ratifica dei decreti delegati e decreti legge . In questo modo, nella mattinata odierna è proseguito il dibattito sul Decreto Legge n.98 “Misure di rafforzamento di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino” che ha riportato in Aula divisioni nette tra maggioranza e opposizione sulle iniziative prese in ambito bancario e, in particolare su Cassa di Risparmio.

L’opposizione torna a puntare il dito contro il Cda che ha redatto un bilancio con 534 mln di euro di perdite e contro le svalutazioni fatte. Per Teodoro Lonfernini, Pdcs, il bilancio di Crrsm infatti”grida vendetta”: i 534 mln di euro sono un dato “abnorme” per cui “la logica degli equilibri è sproporzionata e sbilanciata all’interno del nostro sistema”. Per il consigliere l’intervento del decreto è tardivo, “si doveva pensare prima- manda a dire- ad adottare misure di tutela, salvaguardia e rafforzamento di Cassa”. Per Federico Pedini Amati, MdSi, la questione sta tutta in una domanda: “Dove sono- chiede- le garanzie che può dare lo Stato sulla perdita di Cassa di 534 mln? Non ci risulta- prosegue- che lo Stato con un bilancio di 500 mln di euro e 200 mln di euro di entrate sia in grado di coprirla”. Nessuno sconto da Iro Belluzzi, Psd che definisce il decreto portato in Aula “il fallimento dell’azione di governo e maggioranza sulla ristrutturazione del sistema finanziario”. I membri del Cda di Cassa sono nel mirino di Elena Tonnini, Rete: “Il governo ha messo persone che se ne sono fregate della sostenibilità del bilancio- denuncia- persone che hanno scritto un bilancio liquidatorio”. E ancora quel bilancio”è stato un vero e proprio boicottaggio- incalza- nei confronti del nostro Paese e voi avete il coraggio di chiamarla operazione verità”. Quella verità da 534 mln di euro “non poteva essere gestita diversamente?”, interroga Alessandro Mancini, Ps. “Perché- prosegue- si è deciso di depositare quel bilancio, senza pensare di alleggerire negli anni la perdita e senza riflettere su dove reperire quelle risorse?”.

Alla maggioranza il compito di difendere la scelta dell’esecutivo: Roberto Giorgetti, Rf, ricorda che “la situazione di Cassa non è nata in una notte, i problemi sono maturati in molti anni e discendono da situazioni fuori dal nostro controllo, scelte disastrose sulle visioni strategiche”. Oggi dunque “il Decreto serve per affrontare una situazione di emergenza”. Matteo Ciacci C10 sostiene il bilancio portato dal Cda di Cassa: “L’obiettivo perseguito- chiarisce- era di arrivare ad un bilancio prudenziale che mettesse in chiaro la panoramica dell’istituto, proprio come richiesto dal Fmi”. Per Giuseppe Maria Morganti, Ssd la posizione delle minoranze è incomprensibile: “L’opposizione- stigmatizza- ha fatto giustamente una battaglia perché preoccupata dei possibili ‘cavalieri bianchi'”, ma visto il decreto, che “mette in sicurezza da tutto ciò, dovrebbe votare a piene mani”. Infine il segretario di Stato per le Finanze Simone Celli interviene per correggere alcuni interventi della minoranza: in primis, a chi aveva parlato di dimissioni a pioggia anche in Banca centrale, chiarisce che “oggi ci risultano due dimissioni nel Cda di Bcsm, del presidente Zanotti, e Kaulard, non altre”. Quindi ribadisce che il Cda di Cassa di Risparmio ha concluso la sua mission: redigere il Bilancio e il piano industriale. Mentre sul nuovo Cda, nominato appena ieri, non ricade il compito di approvare il bilancio, sottolinea: “Il 2 ottobre il bilancio sarà approvato dall’assemblea dei soci, il Cda non deve approvare nulla”. Quindi sul piano di ammortamento proposto con il decreto, “la situazione è sotto controllo- assicura- Cassa di Risparmio è una banca che può essere rilanciata con un piano industriale, garantendo depositi e risparmiatori”. Al momento del voto il decreto viene infine ratificato con 32 voti a favore e 15 contrari.

Conclusa la ratifica dei decreti, si affrontano tematiche di politica estera: l’Aula infatti approva all’unanimità l’adesione del Consiglio grande e generale all’Assemblea parlamentare del Mediterraneo e nomina parte della relativa delegazione: per la maggioranza infatti sono nominati i consiglieri Mara Valentini, Rf, e Matteo Ciacci, C10, mentre i gruppi di opposizione rinviano la nomina per la necessità di pervenire ad un accordo sul nominativo. Si passa quindi al comma 6 bis, introdotto modificando l’ordine del giorno grazie ad una votazione all’unanimità: si procede quindi alla Ratifica della Dichiarazione sulla data di entrata in vigore degli scambi di informazione previsti dall’Accordo multilaterale sullo Scambio automatico di informazione sui conti finanziari.

Al comma 7 viene approvato il documento di programmazione strategica triennale 2018-2020 di Ateneo e, in particolare, viene confermata la nomina del Rettore dell’Università della Repubblica di San Marino, Corrado Petrocelli che ottiene 35 preferenze su 36 presenti in Aula.

Inizia quindi la presentazione dei progetti di legge in prima lettura: “Modifiche della composizione della Commissione Risorse Ambientali e Agricole” del Pdcs e “Rilevazione delle presenze e modalità di voto in Aula consiliare”, su cui si interrompe la seduta.

I lavori consiliari riprenderanno dopo la pausa del fine settimana, lunedì pomeriggio alle 15.

Di seguito un estratto degli interventi odierni.

Comma 5. Ratifica decreti legge- decreti delegati.

Decreto Legge n.98 “Misure di rafforzamento di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. Consiglio approva con 32 voti a favore, 15 contrari.

Repliche

Giancarlo Venturini, Pdcs

Il decreto è sicuramente un passo importante, uno dei 9 fatti in un mese e mezzo, e serve per intervenire sulle operazioni di rafforzamento di Cassa di Risparmio. Non ci possiamo esimere da alcune riflessioni su ciò che ha portato al decreto che è conseguenza del bilancio predisposto dal Cda ,con 534 mln di euro di perdite, scaglionate poi in 25 anni. Come si è arrivati a ciò? Nella relazione della società di revisione che accompagnava i bilancio, del 17 agosto, si dice che non è possibile dare un’opinione favorevole perché c’era uno stato patrimoniale con una perdita di 534 mln di euro e per le riflessioni sulle modalità con cui sono state fatte queste svalutazioni. Per non mettere in difficoltà Cassa, si poteva evitare questo ulteriore danno e l’adozione di questo Decreto che va a definire la copertura dello Stato di tutti questi ammanchi, ovvero 534 mln. di euro. Nel piano industriale si prevede la possibilità di trasferire questi Npl alla Bad bank, se questa operazione fosse stata fatta prima del bilancio, oggi non avremmo avuto questa situazione critica, senza creare ulteriore debito alla collettività. Nel decreto si rimanda ad un capitolo di spese della Finanziaria che ha un limite massimo di 200 mln di euro di spesa, ma qui parliamo di 534 mln di euro, allora capite che dei problemi ci sono di legittimità su come è stato fatto il bilancio di Cassa.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Questo decreto, anche se ha i presupposti di legge di necessità e urgenza, è la conseguenza di altri atti e azioni, uno è sicuramente il bilancio di Cassa che, a nostro modo di vedere, grida vendetta all’interno del nostro sistema. Un bilancio di 534 mln di euro è come se di fatto, in Europa, una media banca avesse approvato un bilancio da 900 miliardi. Capite bene che la logica degli equilibri è sproporzionata e sbilanciata all’interno del nostro sistema. E’ imbarazzante la superficialità con cui il decreto viene scritto. C’è una situazione di bilancio abnorme e interveniamo con un mini decreto di due articoli, ci si doveva pensare prima ad adottare misure di tutela, salvaguardia e rafforzamento di Cassa. Se poi ricorriamo anche all’abuso normativo dei decreti…

Roberto Giorgetti, Rf

Sono d’accordo con Lonfernini, ci si doveva pensare prima. La situazione di Cassa non è nata in una notte. I problemi sono maturati in molti anni e discendono da situazioni fuori dal nostro controllo, scelte disastrose sulle visioni strategiche. Il Decreto serve per affrontare una situazione di emergenza. Questa lo è. Se forse si fosse agito per tempo e si fossero fatte altre scelte, ci saremmo trovati in una situazione diversa. Così non è. Guardiamo avanti. Bene ha fatto il governo compiendo scelte opportune, anche se non facili. Di alternative non ne ho sentite molte per trovare soluzioni a dare futuro alle banche e al paese.

Alessandro Cardelli, Pdcs

Se il Cda di Cassa avesse utilizzato subito il 5 ter, non si sarebbe andati sotto il minimo legale e si sarebbe evitato lo stato di insolvenza e, ancora di più, i correntisti Asset avrebbero avuto accesso ai loro depositi, quindi alternative c’erano. Oggi non si sarebbe andati in tribunale e non si sarebbe creato allarmismo. Siete stati voi i primi- maggioranza e governo- a mettere in discussione l’attività di questo Cda. Ci sarebbe da dire molto sui suoi membri dimissionari, guardatevi le ultime dichiarazioni di Borri. Le alternative per voi sono mandare a casa decine di dipendenti come prevede il piano di rilancio?

Roberto Ciavatta, Rete

Ho ricevuto informazioni che lo steso Segretario Celli aveva chiesto di bloccare le bocce sul bilancio di Cassa, ma non è stato fatto, perché avevamo un Cda cui interessava solo avere la maggior svalutazione possibile. E i membri della maggioranza persino li ringraziano. Se una banca svaluta tutti i crediti, perché i creditori dovrebbero rientrare dei loro crediti? La stessa cosa succede con questo decreto, se stabiliamo che il governo copre tutte le perdite. Sono interventi molto delicati. Sarebbe stato il caso di fermarsi.

Pasquale Valentini, Pdcs

Prendo atto che il segretario di Stato non ha voluto fare repliche. Sarebbe opportuno fermarsi un attimo.

Il governo, quando manda via Savorelli, scrive che non ha avuto evidenze che vi siano modi per garantire la necessaria copertura finanziaria per Cassa. Alla luce del nuovo Cda dell’istituto, ieri nominato, del bilancio e della questione Asset ancora i mano al tribunale chiamato a valutare se le situazioni sono legittime, vi sembra che il decreto abbia le basi per andare avanti? Il Fmi nell’ultimo rapporto, per Cassa., ha dato indicazioni precise, poneva un tetto a possibili ulteriori capitalizzazione, chiedendo garanzie per la sostenibilità dell’operazione. Come si risponde alle richieste del Fmi? Così? Racconterete che c’era un Cda che ha fatto un piano e che poi è andato via e uno dove mancano esperti in ristrutturazione bancaria? E ammettete voi stessi che non vi sono indicazioni sulle coperture finanziarie e sulle tecniche e che c’è il tribunale che deve valuralre?Si può ancora una volta passare sopra tutto questo?

Nicola Renzi, segretario di Stato per gli Affari esteri

L’ultimo intervento merita una risposta. Le raccomandazione di aprile scorso dell’Fmi sono esattamente quello che è stato fatto. E nel Cda c’è un esperto di ristrutturazione bancaria. Il Fmi ci ha chiesto la realistica rappresentazione di Cassa e ce l’ha chiesto da 4 anni- ma mai è stata fatta- ha evidenziato il sostegno dello Stato a Cassa e ci ha detto di presentare un piano industriale, oggi lo abbiamo, sarà soggetto a modifiche. Avremo una bad bank dobbiamo decidere se sarà solo di Cassa o di tutto il sistema e ciò significa che ci sarà una riqualificazione del personale. Sugli Npl: nessuno li ha voluti svendere, possono essere una opportunità, cerchiamo di portar avanti una operazione con le energie interne, sfruttando risorse istituzionali interne al Paese. Nessuno comprerà Cassa di Risparmio, faremo invece una operazione che la metterà in sicurezza e la rilancerà.

Giuseppe Maria Morganti, Ssd

Non capisco l’opposizione a questo decreto da parte di chi sosteneva la tesi complottistica dell’arrivo del cavaliere bianco. Qui, proprio all’articolo 2 di questo decreto, si dice che c’è un problema e siamo in grado di affrontarlo da soli. Si mette a tacere l’ipotesi che arrivino persone che possano approfittarsi, che ci siano rischi per specifiche partite, come quelle svalutate, che restano di proprietà dello Stato. Magari le stime fossero troppo prudenziali! Benissimo sarà lo Stato a guadagnarci. L’opposizione ha fatto giustamente una battaglia perché preoccupata dei possibili ‘cavalieri bianchi’, visto l’atto oggettivo che mette in sicurezza da tutto ciò, credo quindi dovrebbe votare a piene mani questo intervento.

Denise Bronzetti, Ps

Consigliere Morganti, facciamo fatica a fidarci, perché c’era un Odg che diceva che non ci dovevano essere acquisizione bancarie prima della fine dell’Aqr e invece siamo in attesa dell’ok di Bcms per la cessione del Cis. Non si può quindi non prendere in valutazione l’enorme svalutazione di Cassa. E non si può dire che, se le stime sono troppo prudenziali, ci guadagnerà lo Stato. Il rischio è che l’emergenza possa arrivare ad un punto che anche lo Stato potrebbe far fatica a ripianarla. Non credo sia possibile rassicurare cittadini e correntisti di Cassa sul fatto che- poiché subentra lo Stato- sarà possibile rientrare del debito dell’istituto, nessuno ci ha detto come. Qui ci sono stati rimpalli di responsabilità, cambi repentini di Cda della banca. Aspettiamo di sapere quale sarà il vero bilancio di Cassa e di tirare le somme.

Matteo Ciacci, C10

Sulle autorizzazioni delle acquisizioni di istituti bancari prima della fine dell’Aqr, a me risulta che ancora non sia stata data alcuna autorizzazione, poi l’Aqr a me risulta terminata. Su questo l’Odg viene rispettato, altro che chiacchiere. Sul decreto, l’obiettivo perseguito era di arrivare a bilancio prudenziale che mettesse in chiaro la panoramica di Crrsm, come richiesto dal Fmi.

Stefano Canti, Pdcs

Ritengo ci sia stata un’accelerazione per passare dal dibattito alla fase di replica. Faremo le nostre verifiche.

Parliamo infatti di un decreto molto importante, di un debito di 534 mln di euro in Cassa. Il lavoro fatto su Cassa ha stravolto quanto fatto dal precedente Cda e anche dai governi precedenti che hanno lavorato 8 anni su un piano di ristrutturazione che è stato completamente stravolto. Otto anni di lavoro totalmente affossati. Il nuovo Cda ha presentato il nuovo piano industriale troppo velocemente. Se il percorso fosse stato chiaro, non ci sarebbero state le dimissioni dei membri del Cda, vorremo quindi sapere perché si sono dimessi. Anche sulla nomina nuovo direttore Bcsm, vogliamo fare chiarezza? Il consigliere Marco Gatti ha posto delle problematiche facciamo i necessari approfondimenti.

Marco Podeschi, segretario di Stato per l’Istruzione

Qui c’è chi ha dormito 4 anni. Quando Valentini era al governo più volte l’Fmi ha detto delle cose. Non è mai stato possibile fare chiarezza sul bilancio di Cassa negli ultimi anni. L’opposizione nella precedente legislatura fece interpellanze sul bilancio e, dopo 60 giorni, ci sono state date informazioni solo parziali. Il problema sono le cifre e quello che è successo con Delta. E’ chiaro che su Cassa ci sia un problema globale che non dipende dalla Repubblica di San Marino, poi certo la politica ha fatto i suoi pasticci. E allora è il caso di svegliarsi oggi e dire che vi siete addormentati, perché a volte un po’ di buon senso ci vuole, se no significa che al governo non ci siete mai stati.

Federico Pedini Amati, Mdsi

Dove sono le garanzie che può dare lo Stato sulla perdita di Cassa di 534 mln? Lo chiedo al Segretario, se ce lo dite, ce ne facciamo una ragione. Ma non ci risulta che lo Stato con un bilancio di 500 mln di euro e 200 mln di euro di entrate sia in grado di coprirlo. Poi non è che non è successo niente. Nell’ultimo mese si sono dimessi 4 membri del Cda di Banca centrale, 4 memtri del Cda di Cassa di risparmio e voi non vi scandalizzate di queste cose. Fatevi un esame di coscienza, chiedetevi se avete fatto tutto bene. Probabilmente no. Avete nominato 4 del Monte dei Paschi di Siena che hanno fatto il bilancio, ma una volta licenziato Savorelli, si dimettono. E chi porta il Bilancio in approvazione?

Francesco Mussoni, Pdcs

Governo e maggioranza hanno espresso questo provvedimento per rafforzare la situazione di Cassa e per coprire una perdita di 534 mln di euro. Credo sia normale l’agitazione da parte di tutti, giustificata anche dalla gravità dei fatti. MA da domani, anche dopo la ratifica del decreto, saremo di nuovo in fase di delegittimazione generale, per le modalità con cui sono condotte le nomine di organismi chiave del settore, compiute nel giro di una settimana dalla dimissioni e subito sono arrivate le nomine di Bcsm e Cassa. Abbiamo alcuni dei dubbi sui legami con Mps, dubbi sulla legittimità della delibera del 6 settembre riferita all’assemblea di Cassa che pone l’impunità dei membri del Cda. Fermiamoci per discutere e rassicurarci un po’ tutti.

Tony Margiotta, Ssd

Per rendere la manovra di copertura sostenibile, si è deciso di spalmare il debito in 25 anni. Era uno degli interventi più importanti per il nostro istituto bancario lo è anche per tutelare l’intero sistema.

Iro Belluzzi, Psd

Questo decreto sancisce il fallimento dell’azione di governo e maggioranza sulla ristrutturazione del sistema finanziario. Oggi vi trovate nella condizione di dover approvare un debito per i cittadini di 534 mln di euro. Inutile sono le rassicurazioni di Margiotta, gli Npl dovevano essere gestiti in tempi lunghi, non creando il ‘bubbone’ che non si riesce a controllare. Dove vengono trovate le risorse? Non vanno bene le obbligazioni, non sono altro che indebitamento dello Stato. Come lo andremo a ripagare? Questo decreto è il fallimento di chi ha giocato a ‘zecchinetta’ con il sistema bancario, sperando di poter risolvere qualcosa

Jader Tosi, C10

Andare a rivangare il passato, senza guardare al futuro, mi mette in difficoltà. Ho assistito anche oggi in modo indecoroso ad un attacco a chi gestisce il nostro lavoro qui dentro con attenzione, impegno e gentilezza.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Volete trasmettere tranquillità quando non c’è, perché da un minuto all’altro cambiano le carte in tavola.

Pasquale Valentini, Pdcs

Visto che non dormivo nella precedente legislatura, vorrei si esaminasse l’ipotesi di svalutazione vista dall’Fmi che parlava di ipotesi di ricapitalizzazione per un massimo di 250 mlndi euro. Se volete prendere i verbali dei Ccr in questi ultimi anni, vedrete quante volte si è parlato di questo.

Marco Podeschi

Quando ho detto che c’è chi negli ultimi 4 anni ha dormito non mi riferivo al consigliere Valentini che allora era Segretario di Stato.

Elena Tonnini, Rete

Il governo ha messo nel Cda di Cassa persone che se ne sono fregate della sostenibilità del bilancio, persone che hanno scritto un bilancio liquidatorio. Quel bilancio è stato un vero e proprio boicottaggio nei confronti del nostro Paese e voi avete il coraggio di chiamarla operazione verità. E quella cricca se ne è andata da sola, rifiutando la spalmatura della copertura del debito. Un Segretario di Stato alle Finanze che non ha proposto le indicazioni nei tempi adatti per evitare di mettere in scacco il nostro sistema, svalutando tutto, che segretario di Stato è, cosa ci sta dentro il governo?

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs

Con il bilancio di Cassa non si è fatto il suo bene, quando escono numeri di quel tipo che ricalcano il bilancio dello Stato, l’immagine del paese non ne esce rafforzata. A ciò si aggiunga che poi nei Cda non si capisce chi entra e chi esce, approvandone l’immunità.

Marianna Bucci, Rete

Lo Stato deve dare garanzie su come rientrerà del debito.

Gian Carlo Capicchioni, Psd

Sono convinto che abbiamo fatto più danno noi, discutendo qui dentro in quest’Aula, che i problemi stessi del nostro sistema bancario. Negli ultimi anni ad ogni report del Fmi il problema principale era Cassa. Tant’è che nella primavera 2016 il governo di allora commissionò al Fmi una indagine conoscitiva su Cassa. Da quella indagine non arrivò nient’altro che la conferma di quello che tutti sapevamo e sappiamo e che in molti non vogliamo riconoscere. Di quei 534 mln. di euro del bilancio, oltre 450 mln si riferiscono ai crediti di Delta, crediti al consumo che non hanno garanzie, il più recente risale al 2009. Pensate bene cosa possa rientrare di quelli. La spalmatura si doveva fare prima. Il dissidio poi tra Cda di Cassa e Bcsm sta proprio nella diluizione dei tempi. Quella di 25 anni prolunga tanto e non impegna molto, doveva essere per gli esperti una spalmatura che ci doveva impegnare di più. Qui c’è di mezzo il paese, forse non ce ne siamo resi conto.

Eva Guidi, Ssd

Al Fmi quando verrà gli diremo il progetto che abbiamo messo in piedi per la ristrutturazione di Cassa, gli spiegheremo quello che non avete fatto voi, nonostante i tanti buoni propositi e gli odg approvati in Consiglio.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Le problematiche di Cassa arrivano da lontano, Delta. Ciò non toglie che i consiglieri dimissionari di Cassa hanno tenuto un atteggiamento, dopo che se ne sono andati, veramente vergognoso per come lo hanno esplicitato sui social media. Noi non siamo mai venuti qui a dire che tutto va bene e che abbiamo risolto tutto. Non faccio altro che fare appello alla responsabilità di tutti. Sulla manleva universale ai membri del Cda di Cassa: è stata data solo rispetto un atto specifico, per il trasferimento degli attivi-passivi di Asset in Cassa. L’approvazione del decreto è un passo necessario e auspico ci sia la possibilità di fare un ragionamento. Non come è successo con l’accordo saltato per la votazione all’unanimità per discutere la nomina del direttore di Bcsm.

Nicola Selva, Rf

L’esigenza di ricapitalizzazione di Cassa di risparmio l’abbiamo e si deve intervenire Lo dobbiamo fare non solo per questo istituto, ma per il Paese. Capisco che i numeri emersi dal bilancio destino preoccupazione, non ho elementi per confutarlo, so che le perdite ci sono, questo non è in discussione. Hanno ragione i consiglieri che chiedono e sono preoccupati sul dove prenderemo questi soldi. Ora si deve rendere quelle perdite sostenibili, rendere sostenibile l’operazione, tutto il resto è polemica politica.

Alessandro Mancini, Ps

Le difficoltà di Cassa erano note, ma per onestà va detto che qualcosa non ha funzionato. La prima cosa che abbiamo rilevato è che al vecchio Cda non è stato fatto finire il suo lavoro, pur di sostituito da un gruppo di ‘esperti’. In pochi mesi si è voluto ribaltare il mondo, con il risultato che il mondo si è ribaltato su di noi. Quella verità non poteva essere gestita diversamente? Perché si è deciso di depositare quel bilancio senza pensare di alleggerire negli anni la perdita? Ovvio che poi i sindaci revisori l’hanno portato in tribunale. Con questo decreto andiamo a garantire 534 mln, non era opportuno riflettere prima su dove reperire quelle risorse? Solo con un po’ di autocritica si può voltare pagina.

Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze

Essendo la giornata della democrazia riteno opportuno un atteggiamento pacato. Chi fino ad oggi, per mesi, si è sperticato per rivendicare il primato della politica sull’autonomia di Bcsm, appena la politica prende un iniziativa, dice poi che non va bene. Oggi ci risultano due dimissioni nel Cda di Bcsm, del presidente Zanotti, e Kaulard, non altre. Il Cda di Cassa è stato nominato il 10 aprile, con una mission specifica, redigere il Bilancio e il piano industriale. La mission è stata raggiunta con la loro presentazione. Sul nuovo Cda, nominato ieri, ricordo che non deve approvare il bilancio, ma presiedere la nuova assemblea dei primi del 2 ottobre. Il 2 ottobre il bilancio sarà approvato dall’assemblea dei soci, il Cda non deve approvare nulla.

Chiedevamo un bilancio realistico e un piano industriale che una nuova governance andrà a implementare, ma rappresenta un punto di partenza. Oggi discutiamo il piano di ammortamento delle perdite e il piano di ricapitalizzazione per l’esercizio 2016 di 54 mln di euro. La situazione è sotto controllo e la banca che può essere rilanciata con un piano industriale e tutelando depositi e risparmiatori.

Comma 6 bis Ratifica, ai sensi dell’art. 1, ultimo comma, della Legge n.13/1979 così come modificato dall’art.1 della Legge n.100/2012, della Dichiarazione sulla data di entrata in vigore degli scambi di informazione ai sensi dell’Accordo Multilaterale tra le Autorità Competenti sullo Scambio Automatico di Informazioni sui Conti Finanziari/ Il Consiglio approva.

Nicola Renzi, segretario di Stato per gli Affari Esteri

Ringrazio tutta l’Aula per aver consentito l’introduzione di questo comma. Do lettura della relazione della ratifica.”Ho il piacere di presentare Loro per la ratifica la Dichiarazione sulla data di entrata in vigore degli scambi di informazione ai sensi dell’Accordo Multilaterale tra le Autorità Competenti sullo Scambio Automatico di Informazioni sui Conti Finanziari. Il Congresso di Stato ha autorizzato l’avvio dell’iter per giungere alla ratifica da parte del Consiglio Grande e Generale, secondo le normative vigenti, con Delibera n. 8 del 17 luglio 2017 e la competente Commissione Consiliare ne ha preso atto il 7 agosto 2017. Tale Dichiarazione, modellata su un format comune predisposto dall’OCSE, diverrà parte integrante della Convenzione sulla Mutua Assistenza Amministrativa in Materia Fiscale, come emendata dal Protocollo del 2010, la quale, al suo Articolo 6, prevede lo scambio automatico di informazioni fiscali. Per comprendere al meglio la necessità di accludere questa Dichiarazione alla Convenzione multilaterale, può essere utile ripercorrere le tappe che hanno condotto San Marino alla stipula della Convenzione Multilaterale e dell’Accordo fra Autorità competenti, avvenuta, rispettivamente, il 21 novembre 2013 e il 19 ottobre 2014. La Convenzione ha assunto sempre maggiore importanza dopo che la comunità internazionale (segnatamente il G20 e l’OCSE) ha promosso lo scambio automatico quale nuovo standard internazionale di scambio delle informazioni fiscali, e il successivo sviluppo dello Standard per lo scambio automatico di informazioni sui conti finanziari. Già da vari anni il Governo della Repubblica di San Marino ha intrapreso un percorso di trasparenza ed è impegnato nella sottoscrizione di accordi per lo cooperazione fiscale, siano essi accordi per evitare le doppie imposizioni o accordi per lo scambio di informazioni fiscali. La stipula della Convenzione multilaterale ha rappresentato un ulteriore e imprescindibile tassello di questo percorso, riaffermando la volontà della Repubblica di essere un partner globale affidabile in un contesto sia bilaterale che multilaterale. Con l’Accordo Multilaterale tra le Autorità Competenti sullo Scambio Automatico di Informazioni sui Conti Finanziari, San Marino ha assunto l’impegno a scambiare le informazioni a partire dal 2017, entrando così a far parte del gruppo degli Early Adopters. L’accordo tra autorità competenti attua lo Standard per lo scambio automatico, specificando nel dettaglio quali informazioni verranno scambiate e la relativa tempistica. Mentre l’accordo è multilaterale, gli scambi effettivi si basano su intese bilaterali. È proprio nel rapporto bilaterale che si inserisce la Dichiarazione in oggetto, in quanto vi sono Paesi partner di San Marino per lo scambio automatico i cui periodi d’imposta e le relative spese tributarie seguono un calendario fiscale diverso da quello sammarinese (che com’è noto si riferisce al periodo 1° gennaio – 31 dicembre del medesimo anno). Nella collaborazione con giurisdizioni che adottano calendari fiscali diversi (ad esempio con decorrenza 1° aprile dell’anno in corso/31 marzo dell’anno successivo) e al fine di allineare i rispettivi anni fiscali al periodo determinato dallo standard OCSE per la raccolta dei dati, ovvero 1 gennaio 2016-31 dicembre 2016, occorre necessariamente uno strumento giuridico che uniformi l’entrata in vigore e lo scambio ed utilizzabilità dei dati che derivano da calendari diversi. La Dichiarazione va proprio a sanare queste discrepanze e permetterà a San Marino di rispettare l’impegno assunto come Paese Early Adopter, assicurando un effettivo scambio di informazioni con tutte le giurisdizioni partner a partire dal 2017. Eccellentissimi Capitani Reggenti, Onorevoli Consiglieri, in considerazione dell’importanza per la Repubblica di San Marino di ottemperare agli impegni assunti a livello globale e bilaterale, ho l’onore di richiedere al Consiglio Grande e Generale la ratifica della Dichiarazione sulla data di entrata in vigore degli scambi di informazione ai sensi dell’Accordo Multilaterale tra le Autorità Competenti sullo Scambio Automatico di Informazioni sui Conti Finanziari”.

Se fossero necessarie altre informazioni, ho fatto pervenire a tutti i gruppi il materiale, sono disponibile a depositare agli atti documenti integrativi e a dare risposte.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Una sola cosa su cui chiedo chiarimenti. Nell’ultima pagina del documento, in Italiano, terz’ultimo capoverso, dove si parla di periodo di imposta gennaio 2016..

Luca Boschi, C10

Esprimiamo la nostra soddisfazione.

Roberto Giorgetti, Rf

Sono state fugate alcune perplessità con la relazione letta dal Segretario, in generale questa ratifica è un passo ulteriore positivo nell’evoluzione dei nostri rapporti statuali verso l’esterno che certifichino San Marino quale protagonista di un percorso virtuoso e di integrazione nella realtà internazionale che ci circonda, pur non rinunciando alle caratteristiche peculiari della nostra statualità.

Pasquale Valentini, Pdcs

Siamo di fronte a uno degli strumenti attuativi della convenzione sottoscritta nella passata legislatura, con cui il nostro Paese risultò uno dei primi firmatari della Convenzione sullo scambio di informazioni a livello internazionale. Oggi si rende effettiva la convenzione con degli strumenti attuativi. Lo scambio di informazioni fa sì che tutta una serie di dispositivi non siano più praticabili, piuttosto che avere una posizione di resistenza meglio accelerare le conseguenze di questo passaggio per trasformare in opportunità quando percepito in un primo momento come perdita di prerogative.

Alessandro Bevitori, Ssd

Questa dichiarazione rende ancora più efficace il percorso di trasparenza che stiamo facendo in continuità con i governi precedenti.

Sds Renzi replica

Rimarco l’importanza della firma svoltasi dall’allora segretario alle Finanze Capicchioni su volontà unanime di tutta l’aula, volontà che oggi viene riconfermata, quella di essere parte degli Early adopters. La firma ci ha dato l’immagine di un Paese che vuole essere in regola con gli adeguamenti internazionale e non solo, vuole anche essere tra i primi ad aderirvi. A Zeppa, il terz’ultimo capoverso non va a stabilire il periodo in cui si stabilisce l’avvio, è già definito come il periodo imposta parta da gennaio 2016 in avanti, serve solo per omogeneizzare tra di loro sistemi che adottano anni fiscali e trattamenti tributari diversi.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Quindi la cosa non è retroattiva. Si parte dal 2016.

Comma 8. Progetto di legge “Modifica della composizione della Commissione Risorse Ambientali ed Agricole” (presentato dal gruppo consiliare del Pdcs) 1^ lettura

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Il pdl modifica la norma del ’73, nella composizione della commissione non erano presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria, diversamente da altre commissioni analoghe. Do lettura della relazione: ‘Il presente progetto di legge che si sottopone all’Aula Consiliare apporta modifiche alla composizione della Commissione Risorse Ambientali ed Agricole al fine di garantire la doverosa rappresentatività delle Associazioni di categoria e degli enti cooperativi agricoli giuridicamente riconosciuti in seno alla Comn1issione stessa, in analogia a quanto già previsto per la composizione di altre Commissioni. Con la presente proposta di modifica si ritiene opportuno e utile, in un’ottica di garantire un’appropriata ed equilibrata presenza, integrare la composizione della Commissione Risorse Ambientali ed Agricole anche con i rappresentanti delle Associazioni di categoria del settore e degli Enti cooperativi e pertanto si è provveduto a n10dificare il numero dei rappresentati di nomina consiliare. Non si può prescindere dalla presenza dei rappresentanti delle associazioni di categoria e degli enti cooperativi, non solo per la debita rappresentatività, ma anche perché naturalmente ed istituzionalmente preposti con carattere di preminenza, continuità ed effettività alla tutela e valorizzazione del settore stesso. Nell’attuale contesto economico e sociale è ancor più forte l’esigenza della concertazione al fine di contribuire propriamente a definire le scelte programmati che, gli indirizzi e gli obiettivi strategici, le azioni da intraprendere per l’attuazione e la verifica dell’efficacia degli stessi. Le scelte di politica agraria, come quelle di qualsiasi comparto della società, esigono il confronto con gli operatori del settore perché la “conoscenza della realtà” include qualcos’altro rispetto ai risultati delle specifiche ricerche di politica agraria. Ed è prioritario conoscere tempestivamente i “fatti”, ossia lo “stato delle cose” e dinamiche in atto al fine di porre in atto interventi efficaci e fruttuosi. L’articolo l stabilisce pertanto che la CRAA preveda nella sua composizione, pur non variando il numero complessivo dei membri, la presenza dei rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, delle Associazioni di Categoria e degli Enti Cooperativi, in analogia ad altre Commissioni di nomina Consiliare. Mentre l’articolo 2 dispone l’abrogazione della Legge 18 aprile 1973 n. IO che all’articolo 21 recita: “La Commissione Agraria e Forestale è composta: dal Deputato dell’Agricoltura che la presiede, da 11 membri di nomina consiliare e da un rappresentante per ogni organizzazione sindacale legalmente riconosciuta e resta in carica per una legislatura'”.

Angelo della Valle, Ssd

Non vedo qualcosa di innovativo, anzi per me andrebbe considerato anche diversamente. Se in quella commissione che distribuisce i contributi agli agricoltori devono andare direttamente loro stessi, vorrei capire come andremo a finire. Sono poi convinto che è una commissione attiva da 44 anni e andrebbe messa al bando e dare invece agli uffici preposti il compito di lavorare sulle sue funzioni.

Guerrino Zanotti, segretario di Stato per gli Affari interni

La posizione del governo: anche noi riteniamo, come l’intervento che mi ha preceduto, che la proposta di legge del Pdcs non vada a modificare nel contenuto quanto già previsto, tutti noi ricordiamo a inizio legislatura che abbiamo dovuto soprassedere alle nomine del Pdcs in quanto ritenute incompatibili. Poiché si modifica una parte della composizione ma non elimina le incompatibilità rilevate, il Pdl non risponde quindi alle necessità evidenziate. Forse non ci si credeva più di tanto visto che non prevede neanche l’articolo dell’entrata in vigore.

Elena Tonnini, Rete

Da una parte colgo intervento di un consigliere di maggioranza che ha fatto la riflessione che condividiamo, ovvero che è ora di rivedere l’utilità delle commissioni. Mi auguro si faccia portavoce in maggioranza che le regole di erogazione di contributi siano messe nero su bianco per legge e non spartite da una commissione. Poi il segretario Zanotti non fa proposte per risolvere il problema che chi è in commissione si autodevolve di fatto degli incentivi. Il governo non ha fatto nulla per risolvere il problema . Favorevole o per l’eliminazione o per stabilire l’incompatibilità netta.

Jader Tosi, C10

LA mia proposta è che si possa lavorare in commissione per creare le condizioni perché la commissione oggetto del Pdl non debba più agire sui contributi.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

La funzione della commissione non si può ridurre alla sola elargizione di contributi, ha altri importanti funzioni, visto che si parla di fare Paese bio, per esempio, credo che sia la sede idonea dove poter affrontare la questione. La commissione si occupa di circa un milione di euro di contributi, in altre commissioni l’importo è molto più alto, poi si danno licenze, si riconosce oò credito agevolato e in tutte c’è un rappresentate di categoria, che non per forza dà contributi a se stesso. Invece di fare sarcasmo, ricordo al segretario Zanotti che è solo una prima lettura e che si possono portare emendamenti. E ricordo che anche se si tratta di agricoltori e di chi lavora la terra, hanno la stessa dignità di altri operatori. Credo piuttosto che bisogna ragionare per trovare elementi che portino al superamento di una legge datata.

Comma 9. Progetto di legge qualificata “Rilevazione delle presenze e modalità di voto in aula consiliare” (presentato dal gruppo consiliare di Rete) Prima lettura.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Do lettura di un progetto di legge che può essere garante effettivo delle presenze in Aula consiliare, essendo il nostro un ruolo elettivo che impone dei doveri. ‘Con la presente legge ci si propone di risolvere, attraverso la semplificazione, resa possibile dall’utilizzo di sistemi software e hardware appropriati, alcune carenze riscontrate nel corso dei lavori consiliari, come ad esempio, a) rilevazione puntuale della presenza dei consiglieri in Aula b) la verifica del numero legale ad ogni votazione c) il computo reale dei gettoni di presenza di cui ogni consigliere ha diritto d) il rispetto dei tempi di convocazione e del numero legale; e) il conteggio dei voti al termine di ogni votazione f) il rispetto del principio secondo cui ogni consigliere può effettuare un solo voto. Tale semplificazione è possibile attraverso l’uso di un apposito sistema integrato, il cui costo preventivabile verrà allegato al Pdl, precedentemente alla discussione della stessa in Aula, che utilizzi le impronte digitali dei singoli consiglieri (…). Qui si tratta di rispetto della democrazia, quant’è vero che in passato si sono avute votazioni multiple dentro quest’Aula. Noi crediamo che grazie all’impronta digitale possa essere ratificata la democrazia, con ‘un voto e una testa’. Inoltre sarebbe sgravata da compiti di verifica la segreteria. Essendo un parlamento di 60 consiglieri, è doveroso mantenere la correttezza delle votazioni senza inficiare il risultato del voto.

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