SAN MARINO – Con una lettera consegnata questa mattina ai capigruppo di tutte le forze politiche, la CSU ha chiesto di sospendere l’approvazione del progetto di legge sullo sviluppo, iscritto in seconda lettura nella sessione in corso del Consiglio Grande e Generale, con la contestuale richiesta di incontro, durante i lavori consiliari.
I motivi della richiesta sono sia di sostanza che di metodo; quest’ultimo per la CSU non è stato rispettoso delle rappresentanze sindacali e datoriali, che quotidianamente svolgono il proprio ruolo nell’ambito delle politiche del lavoro. Hanno prevalso logiche politiche, piuttosto che la volontà di ricercare un testo condiviso anche dalle parti sociali.
Circa i contenuti, nonostante il testo approvato in Commissione sia stato modificato sostanzialmente rispetto a quello originario, anche più volte durante i numerosi incontri susseguitisi con la Segreteria di Stato per l’Industria e il Lavoro, restano diversi aspetti controversi e non condivisibili.
La questione principale è la liberalizzazione delle assunzioni di lavoratori non residenti, “controbilanciata” da un aggravio contributivo per le imprese, pari al 4,5%. La CSU ribadisce che a suo avviso il cosiddetto “doppio binario” coglierà solo in parte l’obiettivo di non penalizzare le imprese che cercano personale in territorio ma non lo trovano, e soprattutto non agevolerà l’occupazione dei cittadini sammarinesi e residenti in cerca di lavoro.
Tra le distorsioni che questa misura potrebbe favorire, la possibilità per le imprese di assumere liberamente con inquadramenti inferiori a quelli previsti dai Contratti di Lavoro per le relative mansioni, semplicemente pagando l’addizionale allo Stato del 4,5% prevista per l’assunzione di lavoratori frontalieri, piuttosto che retribuire il lavoratore come dovrebbe.
Inoltre, non è stato affrontato in maniera risolutiva il tema della chiarezza, all’atto dell’assunzione, rispetto a quale debba essere il nastro orario; i lavoratori devono sapere preventivamente il loro orario di lavoro, non solo nelle aziende che svolgono un orario predefinito, ma anche in quelle attive sei o sette giornate settimanali e/o con ampio nastro orario giornaliero.
La stabilizzazione dei lavoratori frontalieri, che rappresenta un atto di civiltà, viene accolta dalla CSU favorevolmente.
Tornando agli aspetti più critici del progetto di legge, vi sono: gli incentivi a favore dei lavoratori invalidi, che sono inefficaci; le agevolazioni per la contrattazione aziendale, che non devono influenzare negativamente la contrattazione nazionale; la defiscalizzazione degli straordinari, per il quale occorre evitare che costituisca una modalità che va a sostituire il riconoscimento dei sacrosanti passaggi di livello; le norme sull’apprendistato, che penalizzano soprattutto le persone non più giovani che hanno perso il lavoro (possono essere assunte a stipendio ridotto). Inoltre, non viene del tutto condivisa la rimodulazione degli incentivi alle imprese.
Per tutte queste ragioni, la CSU ha dunque chiesto a tutti i gruppi consiliari di sospendere l’approvazione del progetto di legge, almeno fino a quando non saranno predisposti i Decreti attuativi, al fine di poterne condividere i contenuti. Il Governo, peraltro, aveva dichiarato che questi sarebbero stati approntati e soggetti a confronto preventivo parallelamente all’approvazione del progetto di legge, cosa che invece non è successa.
La CSU attende dai Gruppi consiliari una risposta e la convocazione di uno specifico incontro.
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