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San Marino, il manifatturiero traina l’occupazione

da Redazione

Da giugno 2016 a giugno 2017 assunti 339 nuovi lavoratori (+6,4%). Segno “meno” per le attività finanziarie e assicurative e per le costruzioni.

 

di Alessandro Carli

 

Il manifatturiero continua a trainare l’occupazione sammarinese. I lavoratori dipendenti del settore privato (15.343 unità, di cui 9.150 maschi e 6.193 femmine), nell’ultimo anno (giugno 2016 – giugno 2047) sono aumentati complessivamente di 308 unità (+2%); l’aumento più consistente, rivela l’UPECEDS, risiede principalmente nel settore “Attività Manifatturiere” (+339 lavoratori pari al +6,4%), seguito dal settore “Servizi di informazione e comunicazione” (+64 lavoratori pari al +9,4%).

Al contrario, tra i settori che hanno registrato una marcata diminuzione di lavoratori troviamo le “Attività Finanziarie e Assicurative” (-73 lavoratori pari al -8,6%), il “Commercio” (-56 lavoratori pari al -2%) e le “Costruzioni” (-36 lavoratori pari al -4%).

Nel Settore Pubblico Allargato invece i lavoratori sono aumentati di 11 unità nell’ultimo anno, assestandosi a 3.690 (+0,3% rispetto al 30 giugno 2016), di cui 2.260 femmine e 1.430 maschi. Le diminuzioni più consistenti si registrano nell’Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici (-13). In controtendenza ci sono l’Istituto di Sicurezza Sociale e l’Università degli Studi, che hanno registrato un aumento rispettivamente di 10 e di 8 unità.

Da giugno 2016 a giugno 2017 il numero di frontalieri è aumentato del 1,9%, raggiungendo la cifra di 5.424 lavoratori, pari al 28,5% del totale dei lavoratori dipendenti; nella ripartizione per qualifica, i frontalieri sono principalmente “Operai” (58,1%) e “Impiegati” (32,4%), mentre solo l’1,9% rientra tra i “Dirigenti”.

Al 30 giugno 2017 i disoccupati totali ammontano a 1.242 unità (-125 rispetto al 30 giugno 2016); di questi, 973 sono disoccupati in senso stretto (-138 rispetto al 30 giugno 2016), ovvero coloro che si rendono immediatamente disponibili ad entrare nel mondo del lavoro. Per questi ultimi, in particolare, la fascia di età che conta il maggior numero di disoccupati è quella dai 40 ai 49 anni (26,4% del totale).

Tra i disoccupati totali, invece, le fasce che contano più disoccupati sono quelle dai 20 ai 29 anni e dai 40 ai 49 anni, entrambe con un valore pari al 26,8% dei disoccupati totali.

Tra i disoccupati in senso stretto, il titolo di studio prevalente è il diploma di maturità (34,4% del totale), mentre la percentuale di disoccupati laureati è pari al 12,5% con 12 unità.

 

SCENDE IL NUMERO DELLE IMPRESE


Il totale delle imprese presenti ed operanti in Repubblica, al 30 giugno 2017, è pari a 5.193 unità registrando, rispetto al 30 giugno 2016, un decremento di 26 aziende (-0,5%).

Analizzando il trend dell’ultimo anno solare, le diminuzioni più rilevanti in termini percentuali, si sono riscontrate nel settore “Agricoltura, Silvicoltura e Pesca” (-4 unità pari al -5,5%), “Costruzioni” (-21 unità pari al -5,1%), “Noleggio, Agenzie di Viaggio, Servizi di supporto alle imprese” (-9 unità pari al -4,7%), “Servizi di Informazione e Comunicazione” (-9 unità pari al -4,1%) e “Commercio” (-40 unità pari al -3,4%); mentre un leggero aumento percentuale si è verificato nel settore “Fornitura di acqua, Reti Fognarie, Attività di Gestione dei Rifiuti e Risanamento” (+3 unità pari al +37,5%), “Attività Artistiche, Sportive, di Intrattenimento e Divertimento” (+8 unità pari al +4,2%) e “Attività Professionali, Scientifiche e Tecniche” (+7 unità pari al 0,6%).

 

CIG: GIÙ LE IMPRESE E L’IMPORTO


Da gennaio a marzo 2017 (l’elaborazione del dato sulla CIG Liquidata ha un ritardo di tre mesi rispetto al periodo di riferimento) si sono registrate 272 aziende, che hanno fatto ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, con un decremento del -1,1% rispetto allo stesso periodo temporale del 2016 (in cui le aziende erano state 275).

Tale riduzione si conferma anche in termini di importo liquidato: nel periodo gennaio-marzo 2017 sono stati erogati 1.410.111 euro, una cifra inferiore del -8,3% rispetto allo stesso periodo del 2016 (1.538.214 euro).

Il motivo preponderante di ricorso alla Cig è stato “Situazioni temporanee di mercato” (61,6% dell’importo totale) seguito da “Crisi economica, ristrutturazioni e conversioni aziendali” (21,1% dell’importo totale).

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