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Autunno di fuoco: Spending Review, pensioni e fabbisogno

da Redazione

Nell’assestamento pochi tagli alla spesa corrente, che verranno discussi in settembre insieme alle altre grandi riforme. Attrazione di capitali con le “residenze elettive”: tra i requisiti l’acquisto di un immobile del valore di almeno 500mila euro e il deposito vincolato per 10 anni di minimo 600mila euro.

 

di Daniele Bartolucci

 

La Spending Review si farà, ma non nell’assestamento di Bilancio. Tutto rimandato a settembre, quando verrà aperto un nuovo tavolo di confronto con tutte le parti sociali. Sarà dunque un autunno caldo, quello della politica sammarinese (non che l’estate sia da meno, ndr): in cantiere c’è infatti anche la riforma delle pensioni, collegata – pare – a quella degli ammortizzatori sociali con l’introduzione dell’ISEE e di un reddito minimo di cittadinanza (uno degli obiettivi prioritari del programma di governo) e l’elaborazione di un nuovo “fabbisogno” della P.A. Come più volte ribadito anche da ANIS, nella variazione al Bilancio impostata dal Governo targato Adesso.sm, “mancano gli interventi necessari per ridurre il peso della spesa corrente, ormai insostenibile, anche in funzione di liberare risorse per gli investimenti che devono ammodernare il Paese”.

Ci sono invece diversi interventi, alcuni anche volti a ridurre il deficit pubblico, su cui il Governo ha voluto accelerare: primi fra tutti la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali e la sanatoria edilizia. Senza dimenticare la caduta di un tebu secolare: anche i non residenti potranno acquistare gli immobili.

 

SPESA CORRENTE ANCORA SU LIVELLI MASSIMI


“Il disavanzo per l’esercizio 2017, previsto inizialmente in €19.779.354,51 è passato in seguito alla presente Variazione al Bilancio ad €9.557.641,36 con una diminuzione del 51,68%”, ha annunciato il Segretario Simone Celli durante la prima lettura, senza nascondere un po’ di soddisfazione, anche se di strada ce n’è ancora molta da fare: “Fermo restando l’obiettivo prioritario di raggiungere l’equilibrio di bilancio per il 2017, in sede di chiusura del Bilancio consuntivo 2017 si dovranno conseguire ulteriori economie .di spesa sia in conto competenza che in conto residui per diminuire ulteriormente il disavanzo di bilancio”. Senza interventi mirati di spending review, il Governo ha comunque deciso di bloccare alcune uscite: “Con la delibera n.37 del 26 febbraio 2017 è stato disposto il blocco disponibilità ad inizio esercizio sulle somme stanziate sui capitoli di spesa non obbligatoria, in sede di variazione al bilancio si è provveduto alla verifica delle somme han ancora impegnate in relazione all’andamento delle entrate e degli obiettivi di bilancio. Le somme sono state oggetto di variazione in diminuzione, che costituiranno economia di spesa, ammontano complessivamente ad € 2.102.000”. In definitiva, “lo schema del Bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio 2017, in seguito alla Variazione di bilancio, presenta nel complesso un totale delle entrate e delle uscite, comprese le partite € 544.144.274,51”. Facendo il raffronto con la spesa corrente, emerge che questa “pesa” sul totale delle uscite per oltre l’88% (vedi tabella sopra), il massimo livello raggiunto negli ultimi anni, causa anche della cifra (479 milioni di euro) raggiunta con questo assestamento e la concomitante riduzione delle entrate statali.

 

SPENDING REVIEW E RIFORME STRUTTURALI


“La politica di bilancio”, si legge nella relazione del Segretario alle Finanze Simone Celli, atto che accompagna la variazione di Bilancio, “rappresenta il principale strumento politico a nostra disposizione per stabilizzare l’economia e perciò la priorità del Governo è agire sul miglioramento della qualità della spesa e sulla ricollocazlone di risorse a settori che possono maggiormente stimolare la crescita, così da promuoverne le prospettive”. In perfetta linea con gli imprenditori, dunque, che però – come ribadito da ANIS – avrebbero preferito vedere qualche intervento già in questa manovra. Lo stesso dicasi per le grandi riforme, che Celli stesso annuncia: “In tal senso, assume rilevanza strategica l’azione del Governo orientata a ridurre l’incidenza della spesa corrente, ancor oggi troppo elevata, per liberare nei prossimi anni risorse da destinare a investimenti in conto capitale. Va perciò sottolineata la strategica importanza di realizzare nei prossimi 18 mesi alcuni interventi sistemici che possano consentire di praticare politiche economiche più incisive dal punto dì vista della crescita e dell’equità. La riforma del sistema previdenziale, la revisione del sistema di imposizione indiretta, l’efficientamento del processo dì incontro tra domanda e offerta di lavoro, il potenziamento degli strumenti di prevenzione e repressione dell’evasione fiscale e l’aggressione alla spesa pubblica improduttiva, sono i pilastri su cui basare un’azione politica che tende al consolidamento fiscale”.

 

PIÙ ENTRATE DA EDILIZIA, IMMOBILI E RESIDENZE


“La nostra intenzione”, aveva annunciato sempre Celli in giugno, “è quella di ridurre il deficit attraverso provvedimenti mirati al contenimento della spesa pubblica e alla crescita delle entrate. In questo caso apriremo il mercato immobiliare ai non residenti. Non sarà un’apertura indiscriminata”, aveva messo le mani avanti il Segretario, “ma tuttavia rappresenterà una boccata d’ossigeno ad un settore in forte difficoltà”. E’ infatti abbastanza logico che questa caduta del tabu più antico di San Marino, sblocchi un mercato immobiliare in stallo da troppo tempo. E questo si traduce in fatturato e gettito.

Allo stesso modo dovrebbe avere lo stesso duplice effetto anche la sanatoria edilizia, che andrà finalmente a sistemare un annoso problema che, in parte, si riflette anche sul mercato immobiliare: un’entrata maggiore per lo Stato (nell’assestamento si parla di 10 milioni di euro complessivi, spalmati su due esercizi, quindi 5 milioni più 5 milioni), ma anche uno sblocco a certe dinamiche oggi incastrate nelle normative. “La sanatoria straordinaria”, ha relazionato Celli, riguarda “le opere realizzate, in assenza o in difformità totale o parziale dalla concessione edilizia e in difformità alle norme urbanistiche ed edilizie vigenti. Vengono quindi individuati quali sono gli interventi oggetto di sanatoria, le procedure per la regolarizzazione e le relative sanzioni amministrative, calcolate sulla base degli oneri di concessione considerevolmente incrementati. Tale provvedimento mira a stabilire un “anno zero” del patrimonio edilizio costruito in Repubblica, determinando la fotografia del territorio necessaria ai fini della definizione del nuovo strumento di pianificazione territoriale”. Non solo, con la nuova normativa sulle residenze elettive, potrebbero arrivare anche nuove risorse per il sistema (nello specifico liquidità per le banche) e nuovi acquirenti, visto che tra i requisiti c’è l’acquisto di immobili di valore non inferiore ai 500mila euro, oltre al deposito di almeno 600mila euro vincolati per 10 anni minimo.

 

ANIS: “COLPIRE LE SPESE IMPRODUTTIVE, EFFICIENTARE LA P.A. E RENDERE PIÙ SOSTENIBILE LA SANITÀ”

 

L’assestamento di Bilancio attende il via libera in seconda lettura, dopo il primo passaggio in Consiglio Grande e Generale, ma contiene ancora alcuni elementi di criticità per ANIS, che li ha rendicontati al Segretario di Stato competente, Simone Celli, a inizio luglio.

Spesa corrente troppo alta “In generale”, hanno fatto sapere gli Industriali, “in considerazione del fatto che il Bilancio statale registrerà un disavanzo maggiore di quello previsto, a causa di entrate tributarie inferiori alle attese, riteniamo che, accanto alle azioni per reperire nuove entrate (sanatoria edilizia, rottamazione cartelle esattoriali, apertura del mercato immobiliare ai cittadini stranieri, ecc.), sia indispensabile mettere in campo interventi equilibrati, ma incisivi per ridurre in misura significativa la spesa corrente. Su questo fronte vanno individuate e colpite le aree di spesa improduttiva, esternalizzati alcuni servizi non strategici per lo Stato con il duplice obiettivo di renderli più efficienti e di far quadrare i conti”.

Sanità: soluzioni per contenere gli altissimi costi “L’ammontare dello stanziamento per il mantenimento dell’assistenza sanitaria e del servizio socio sanitario da anni assestato sui 70 milioni di euro è oramai insostenibile; vanno individuate soluzioni per contenerne, da un lato, gli altissimi costi aumentando l’efficienza e, dall’altro, incrementando le entrate, anche introducendo un piccolo contributo a carico dell’utente, ferma restando l’esenzione per le fasce deboli della popolazione. Dovremmo essere altresì in grado di promuovere i nostri servizi anche all’esterno, per fornirli a pazienti non residenti L’esempio della gestione delle farmacie è emblematico: sono attività che ovunque guadagnano. Le nostre sono tutte statali e quasi tutte in perdita, forse è il caso di ripensare in modo serio a questo servizio”.

Pubblica Amministrazione Per quanto riguarda l’organizzazione della pubblica amministrazione “occorre aumentare la produttività, riequilibrando l’orario di lavoro degli uffici con aperture pomeridiane, ed elevare l’efficienza attraverso la riqualificazione professionale e tecnologica e premiando il merito. Apprezziamo, anche se dissociata dal discorso spending review, l’introduzione del contributo dello 0,5% anche a carico dei dipendenti pubblici come forma di solidarietà; è bene, infatti, aver presente che il prezzo della crisi è ricaduto solo sui lavoratori privati, gli unici ad avere perso i posti di lavoro”.

Sanatoria edilizia e Rottamazione cartelle esattoriali Se gli Industriali vedono come un intervento necessario la sanatoria edizlia, da cui potrebbe sbloccarsi anche un certo indotto, non mancano di far presente “una riflessione critica sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, dove, a fronte di un valore di circa 225 milioni complessivi, comprensivi anche di datri vecchi di anni se non decenni, si stima di incassare circa 5 milioni. Bisognerebbe capire qual è però il reale valore di queste cartelle, di quelle esigibili”.

Accertamenti fiscali “Abbiamo accolto con favore la notizia che non verrà reintrodotta una minimum tax, speriamo venga confermato anche in seconda lettura”. Nel frattempo, “apprezziamo l’introduzione della regolamentazione normativa delle dichiarazioni integrative, ma non condividiamo la limitazione temporale (31 dicembre dell’anno successivo alla sua presentazione), nel caso di dichiarazione integrativa a favore del contribuente anche alla luce del fatto che i termini di decadenza dell’accertamento decorrono dalla presentazione della dichiarazione integrativa limitatamente agli elementi oggetto dell’integrazione”.

Per quanto riguarda l’allungamento del periodo di accertamento di 1 anno in più rispetto all’attuale normativa “ne comprendiamo la necessità (tempi attuali molto ristretti) anche se è nostro dovere far presente che termini brevi di accertamento sono un plus di una normativa fiscale semplificata e celere”.

Immobili agli stranieri “Apprezziamo la proposta, che anche ANIS ha avanzato da tempo”, ribadiscono, “di consentire anche ai cittadini stranieri l’acquisto degli immobili, per rilanciare un settore strategico come l’edilizia e immettere risorse nel sistema, soprattutto quello bancario, a cui spesso gli immobili sono collegati”. Sugli immobili, però, pesa un altro intervento, che non piace agli Industriali: “Sul comma 7, che prevede la proroga di ulteriori 2 anni delle disposizioni transitorie previste dall’ art. 148 della L. 166/2013, non siamo assolutamente d’accordo con la proroga del comma 13, ovvero quello che riguarda l’articolo 23, comma 2, che comporterebbe per le attività economiche di dover tassare la rendita catastale dell’immobile adibito ad attività economica. Ricordiamo che tale fatto, del tutto anomalo nel contesto internazionale e che penalizza le iniziative sammarinesi, era e doveva essere del tutto transitorio (4 anni dal 2014 al 2017) già come definito in stesura della Legge n. 166/2013”.

Sviluppo e relazioni con il Governo Gli Industriali, nel frattempo, però, hanno anche altri problemi da risolvere, soprattutto riguardanti la questione “legge sviluppo” che, nelle more degli emendamenti proposti in Commissione tra il 24 e il 25 luglio, ha creato una rottura nei rapporti con il Governo e in particolare con la Segreteria Industria.

Non bastasse, invece di cercare di ricucire lo strappo, il Governo ha siglato con la CSU un accordo proprio su alcuni temi (fondi pensione in primis) che riguardano più parti e “non dovrebbero essere siglati accordi solo con una di queste”.

E sempre a proposito di accordi, la stabilizzazione dei frontalieri prevista nella legge sviluppo (a meno di passi indietro, ndr) dopo 18 mesi come per i sammarinesi, cancella l’accordo tra datori di lavoro e sindacati, che si erano accordati per 48 mesi. Sarebbe bastato, fanno capire da ANIS, che nella norma si scongelasse quella stabilizzazione già prevista da specifici accordi, mantenendo i 48 mesi concordati. Invece, si scende a 18 mesi, meno che in Italia, dove sono 36.

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