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Consiglio Grande e Generale: l’esame dell’Assestamento di bilancio

da Redazione

Tra gli emendamenti introdotti dal governo e discussi, la Revisione della spesa pubblica, l’anagrafica dei debitori e le misure finalizzate all’emersione e al rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniale. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Il dibattito e l’esame dell’Assestamento di bilancio avviene nella seduta di ieri pomeriggio in un’Aula mezzo vuota a causa dell’uscita dei consiglieri dei gruppi Pdcs e Ps, che si aggiungono alla defezione iniziale dei colleghi di Dim. In apertura dei lavori sono solo 31 i consiglieri presenti, quelli di maggioranza e del Psd. La decisione di non partecipare più al confronto consiliare. da parte di Dc e Partito socialista, è maturata già nella seduta notturna di ieri, a seguito dell’inserimento di un emendamento da parte del governo (articolo 21) che introduce la possibilità di emettere titoli di debito pubblico fino a 200 mln di euro. Una possibilità che l’esecutivo “si riserverà di utilizzare- spiega il segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli- sulla base di un percorso di ristrutturazione e rilancio del sistema bancario e sulla base delle esigenze economiche e patrimoniali di Cassa di Risparmio al momento dell’approvazione del bilancio 2016”.

I fuoriusciti hanno lamentato la mancanza di condivisione sulla decisione di autorizzare debito pubblico, diversamente i consiglieri del Psd restano ma, come spiega il capogruppo Dalibor Riccardi, con amarezza. “Siamo qui perché abbiamo degli emendamenti da proporre e dobbiamo far sentire la nostra voce fino in fondo”, motiva. Riccardi non lesina infatti critiche al modo in cui si è giunti all’articolo 21 e all’autorizzazione di 200 mln di euro di debito: “In un Paese normale questa scelta doveva essere fatta con una concertazione maggiore, in un Paese normale ci si confronta, ci si mette in discussione”. Celli in replica assicura che non ci saranno “forzature e atti unilaterali”. Nello stesso articolo 21 è stato inserito il comma 6 che istituisce un tavolo di concertazione con opposizione, forze sociali ed economiche in cui discutere le modalità con cui procedere nell’emissioni di titoli di debito pubblico: “Ogni scelta- chiosa- dovrà essere valutata e ponderata in sede di confronto”.

Nel corso dell’esame dell’articolato, perviene la richiesta da parte del Pdcs di dare lettura ai propri emendamenti, malgrado l’assenza di tutto il gruppo consiliare: l’Ufficio di Presidenza acconsente ma i consiglieri di maggioranza stigmatizzano l’accaduto e rimarcano come tale procedura non sia prevista dal regolamento consiliare.

Tra gli emendamenti introdotti dal governo e discussi durante la seduta odierna: l’articolo 13 bis “Revisione della spesa pubblica”, che impegna l’esecutivo ad avviare già dal prossimo settembre “un processo di analisi e revisione della spesa complessiva della Pa, del settore pubblico allargato e di società ed enti partecipati”, di cui sarà incaricato un “apposito gruppo di lavoro”. L’articolo 13 Ter “Anagrafica dei debitori”: entro il 30 novembre 2017 il congresso di Stato disciplinerà tramite legge “modalità e forme di pubblicazione di persone fisiche o giuridiche che hanno posizioni debitorie nei confronti dello Stato”, per un importo superiore a una somma che verrà definita e da cui saranno esclusi coloro che hanno già concordato un piano di rientro con l’esattoria di Stato. L’articolo 14 Quater “Misure finalizzate all’emersione e al rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniale” che introduce una sorta di scudo fiscale sammarinese e si prevede il relativo decreto entro il 31 ottobre 2017 per favorire il rientro di capitali all’estero non dichiarati.

I lavori si interrompono sul dibattito aperto all’articolo relativo alle residenze elettive, l’esame dell’articolato riprenderà domani mattina.

Comma 3 Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’Esercizio Finanziario 2017 e modifiche alla Legge 21 Dicembre 2016 n.144”

Jader Tosi, C10

C’è una opposizione che si limita a contestare e basta, resta fuori dall’Aula ed evita così il confronto a priori. Poi c’è l’opposizione Dc-Ps che ha governato ininterrottamente il Paese per decenni, vivendo scandali che hanno minato la possibilità per il Paese di avere un futuro più degno. Dc e Ps ieri sera sono usciti dall’Aula, noi della maggioranza abbiamo scelto di farci carico dei problemi e di rimettere in piedi il Paese. Sicuramente faremo anche degli sbagli, ma non abbiamo nessuno cui rendere conto. Vedere uscire Dc e Ps è ennesima offesa a parte buona dei loro elettori. Mi congratulo invece con un altro tipo di opposizione che è rimasto in Aula e ha presentato emendamenti e con cui ragioneremo. Quel tipo di opposizione è quella che serve al dialogo e al Paese.

Guerrino Zanotti, segretario di Stato per gli Affari interni

Gli avvenimenti di ieri sera ci portano a parlare delle decisione di una parte dell’opposizione, larga parte di essa, che ha abbandonato l’Aula nel momento in cui si discute di un importante legge dello Stato. E’ una decisione sbagliatissima. Governo e maggioranza proprio su questo progetto di legge hanno dato massima disponibilità al confronto, si sono avuti innumerevoli incontri con categorie, parti sociali e con l’opposizione stessa fino a giovedì scorso, quando si sono spiegate le esigenze di inserire un articolo per dare la possibilità di aprire al debito pubblico. E proprio in quella sede un consigliere Dc – strano quindi il colpo di teatro del suo capogruppo di ieri- avesse chiesto proprio quell’emendamento per specificare il possibile ammontare. Sottolineo poi che quell’articolo non è un impegno di emissione di debito pubblico. Prima di ogni decisione a riguardo, si prevede infatti di coinvolgere tutta l’opposizione, associazioni sindacali e di categoria per avviare un tavolo di concertazione già nei prossimi giorni.

Rispetto all’Assestamento più in generale, rilevo alcuni interventi interessanti, tra cui quello che dà la possibilità agli operatori economici di avviare la propria attività economica con un’autocertificazione, spostando ex post le verifiche che l’amministrazione è tenuta a fare sul rispetto dei requisiti. Si dà così la possibilità di intraprendere la propria attività lavorativa autonoma in modo più snello e rapido.

Eva Guidi, Ssd

Visto l’abbandono dell’Aula da una certa parte di opposizioni, faccio alcune osservazioni. In merito alla critica di convocazione del consiglio in agosto: si è resa necessaria perché portiamo in Aula una legge come l’Assestamento che affronta uno stato di emergenza. Il Consiglio finisce giovedì 5 agosto, capisco il disagio, ma mi dico, quanti cittadini lavorano in agosto se ci sono necessità? L’esigenza della salvaguardia dei risparmi dei sammarinesi va in ferie? No, anche per questo siamo qui. L’intervento è urgente e deve essere fatto ora, le ferie si fanno dopo la chiusura del Consiglio e dopo che abbiamo messo in sicurezza settore bancario. Sull’articolo 21: il capogruppo Dc ieri sera ha lamentato la mancata condivisione sul valore dell’emissione dei titoli di debito pubblico, ha detto che loro non si prendono la responsabilità di fare debito pubblico per 350 mln di euro senza condivisione. Alla Dc dico che è molto difficile condividere con chi nega o sminuisce un problema di cui conosce benissimo l’esistenza e su cui in passato sono stati presi provvedimenti insufficienti. Inoltre è scorretto dire che stiamo emettendo 350 mln di debito, non è vero. Sarà avviato un tavolo di confronto per decidere il come, dove e quando. Non cadiamo dal pero poi, con una perdita in Cassa che supera i 100 mln di euro, di che cosa ci stupiamo? Successivamente si vedrà quanto serve e in che forma, verrà fatto al tavolo di concertazione, quindi oggi non emettiamo debito pubblico. La critica dovrebbe essere fatta in Aula, noi siamo disponibili al confronto, occorre considerare che alla maggioranza e alle opposizioni sono affidati compiti diversi, non penso che in questa emergenza lo scontro possa far bene al Paese. Auspico che possiate assumervi la responsabilità del vostro ruolo e ritornare in Aula.

Marco Podeschi, segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura

Mi trovo un po’ a disagio a vedere un’Aula mezza vuota. Fino a pochi mesi fa ho svolto il mio ruolo all’opposizione, ma la scelta di non partecipare ai lavori consiliari mi fa strano. Di fronte a un’emergenza importante, legata al settore bancario, e quando si parla di assestamento di bilancio ci sono delle componenti politiche di opposizione che hanno scelto di disertare i lavori e ciò deve spingere a fare delle riflessioni. Non credo si possa circoscrivere l’emergenza escludendo il mese di agosto solo perché si va in ferie.

Anche noi siamo molto preoccupati per lo stato del bilancio pubblico e quello del sistema finanziario e non si può sempre ragionare per tatticismi. Tantissimi sono stati gli incontri promossi dal governo per il confronto con opposizioni, sindacati e categorie. E’ strano essere additati per la scarsa condivisione quando nell’altra legislatura, per avere informazioni sul settore finanziario, eravamo costretti a chiedere sedute segrete in cui l’ex segretario alle Finanze-non Capicchioni- leggeva ‘a mitraglietta’ le relazioni- inclusi i dati sui crediti di imposta – e senza avere nulla di scritto. Noi non possiamo continuare a tirare a campare, con visioni miopi, nessuna pianificazione e nessun investimento: quando si parla di attività di ristrutturazioni importanti, e in particolare del settore bancario, si parla anche di persone, dei dipendenti che pagano l’onere di scelte scellerate fatte dalla propria dirigenza. Cosa vogliamo costruire per i nostri cittadini? Arriva purtroppo il momento delle decisioni, è giusto manifestare il proprio dissenso, ma nella pratica, è stato fatto qualcosa in questi anni per ricostruire il settore bancario? Non penso che le altre coalizioni, se fossero loro al governo, non avrebbero avuto queste difficoltà, le cifre sono quelle.

Il governo ha messo in piedi celermente un intervento legato all’Assestamento di bilancio, ha scelto di inserire in questo alcuni argomenti di cui si parla da anni- residente elettive, vendita di immobili a non residenti – se ci sono interventi per far ripartire l’economia sammarinese bisogna metterli in campo e vederne gli effetti nei prossimi mesi. La sfida è ambiziosa.

Dalibor Riccardi, Psd

Ora parla colui che ha preso la decisione, con il suo partito, di restare qui in Aula, a cercare di difendere le proprie posizioni, quelle di una parte della popolazione che non è contenta del vostro operato. In quest’Aula c’è un clima anomalo, è difficile intervenire. Rispetto chi, nel ruolo dell’opposizione, ha fatto un’altra scelta e ha deciso di non proseguire i lavori. Anche noi ci abbiamo pensato. Personalmente sono in Aula perché nel partito è stata presa questa decisione e perché chi mi ha dato la preferenza mi ha dato la possibilità di parlare per loro qui dentro. Siamo qui perché abbiamo degli emendamenti da proporre e dobbiamo far sentire la nostra voce fino in fondo. Se oggi mi trovassi se fossi della maggioranza me lo chiederei: non abbiamo sbagliato nulla sul modo in cui siamo arrivati oggi qui? Andiamo ad indebitarci per una cifra che equivale quasi a sei mila euro ad abitante. Non dico che lo si prenda con leggerezza ma, visto che non vogliamo pù fare comma segreti, i dati devono essere trasparenti. Siete a conoscenza dei numeri e della sostenibilità del progetto in campo? In un paese normale questa scelta doveva essere fatta con una concertazione maggiore nel modo in cui si è arrivati qui oggi. In un paese normale ci si confronta, ci si mette in discussione. Qui inoltre nessuno ancora ha detto alla gente che questo debito non basterà. Se vogliamo essere trasparenti queste cose bisogna dirle alla gente. Da 8 mesi qui dentro parliamo della nostra crisi del settore bancario, di liquidazioni di istituti di credito etc. Oggi parliamo di residenze elettive, come se fuori confine domani ci siano persone in fila per investire a San Marino. Ma siete sicuri ci sia qualcuno che voglia investire nel nostro Paese dopo che in questa Aula per mesi non abbiamo fatto ‘un buon servizio’? Sono sicuro questo provvedimento non è preso a cuor leggero, ma in aula dovremmo parlare in modo più proficuo, prima degli interessi personali si deve pensare al Paese.

Luca Boschi, C10

Un apprezzamento sincero all’intervento del consigliere Riccardi che ha espresso amarezza e critiche ma lo ha fatto qui in Aula, rispondendo ai suoi elettori. Non se ne è lavato le mani. Il mio atteggiamento, intervenendo con un’aula per metà vuota, è lo stesso di Dalibor, con un sentimento di amarezza perché l’assenza nega il confronto su provvedimenti che partono dalla presa d’atto di problemi gravi per il Paese. Dc e Ps sono usciti ieri sera per un pretesto: l’inserimento di un articolo in emendamento all’assestamento su cui ci accusa di mancanza di confronto. Sono sorpreso della sorpresa, l’articolo è l’esito di 7 mesi di confronto, sono 7 mesi che il governo sostiene che, per salvaguardare i risparmi, sarà costretto a iniettare patrimonio. Adesso l’opposizione è sorpresa che siamo andati a inserirlo, ma era già stato presentato alle minoranze lunedì scorso. Inoltre è un articolo che non accende debito, ma dà facoltà al governo di emettere titoli per avere disponibilità patrimoniali ed economiche per ricapitalizzare Cassa. Nessun colpo di mano o sorpresa quindi. O le opposizioni non l’avevano capito? Penso avessero tutte le capacità per capire di cosa stavamo parlando, o è solo mistificazione e strumentalizzazione politica. Poi è vergognoso che Dc-Ps non siano in Aula quando si sta cercando di risolvere problemi creati da loro in passato.

Roberto Giorgetti Rf

Noi ci sentiamo impegnati per chi ci ha votato e anche per chi non lo ha fatto e riteniamo importante la nostra presenza in Aula. Questo non vuol dire che diversi consiglieri presenti non abbiano fatto sacrifici oggi in termini lavorativi e familiari, ci siamo impegnati per senso di responsabilità. In Aula ci hanno segnalato il problema di deficit di democrazia. La diversità di opinioni è legittima e credo sia difficile sostenere assenza di confronto dopo che in Aula nel tempo ci sono stati 5 lunghi dibattiti sl sistema bancario e finanziario. Diverso è invece dire che, malgrado ciò, le posizioni restano distanti. Opposizione dice che oggi ci svegliamo con 200 mln di debito pubblico: a loro dico che San Marino il debito pubblico ce l’ha già di 300 mln di euro. L’articolo famigerato non dispone inoltre la creazione di debito pubblico per 200 mln. Di euro, si fa una previsione che va perfezionata con il coinvolgimento di politica e attori sociali, in attesa di numeri specifici legati all’approvazione del bilancio di Cassa di risparmio che finora non è stato possibile avere. Si dice che il Consiglio grande e generale in agosto non era urgente: il sistema bancario aveva urgenza di interventi per la sua messa in sicurezza e per costruire le sue basi di rilancio, senza non ci può essere futuro per la nostra economia. Sfido chiunque a dire che non ci sono problemi patrimoniali in Cassa, se non vogliamo farla fallire, cosa si propone in alternativa al debito? In giugno è stato approvato un Odg con una serie di impegni precisi: accertare le responsabilità delle malagestioni e ricercare risorse, purché diversificate.

Giuseppa Maria Morganti, Ssd

Temere o assumersi le responsabilità, uscire o restare? Non ci sono dubbi a riguardo. Rispettiamo la scelta di chi è rimasto, meno quella di chi è fuggito, pur sapendo le responsabilità che ci attendono. Dovremo convivere in futuro con un debito consistente per i parametri sammarinesi. Quello che è proposto oggi con una prima tranche è di fatto un investimento nella nuova, efficace, banca di sistema che dovrà trainare l’intero sistema bancario sulla scena internazionale e per farlo servono spalle robuste per dimostrare quanto San Marino vale. Si parla di investimento, di qualcosa che deve produrre utili, vedremo il piano di rilancio di Cassa presto, per capire come la nuova governance ha previsto di rimettersi a fare utili che entreranno nella casse dello Stato. Il problema sarà come convivere con la nuova situazione, come lo Stato può rimboccarsi le maniche per convivere con il debito pubblico. A questo dobbiamo dare una risposta e ciò riguarda la ‘fase 3’ che deve cominciare e in cui si chiede alla politica di essere puntuale ed efficiente. Come aggredire quindi l’eventuale spesa pubblica? C’era un ottimo indirizzo nella relazione sulla spending review e occorre arrivare fino in fondo. Poi si deve rendere più equa l’imposizione fiscale, oggi ci sono troppi privilegi e troppe discordanze tra chi deve pagare molto e chi contribuisce in minima parte. Occorre che si rivedano tutti i settori e che siano calibrati.

Simone Celli, segretario di Stato, replica

Siamo al termine di un dibattito svolto in forma anomala. Il mio profilo di replica intende evitare ogni tipo di polemica e strumentalizzazione politica. Ogni gruppo consiliare è legittimato ad assumere le iniziative che ritiene più opportune ed esprime dissenso nei modo che ritiene migliori, ma su temi così importanti sarebbe stato auspicabile il confronto in Aula. Sull’accusa di deficit di confronto sulla proposta di assestamento va chiarito che il confronto è iniziato tre mesi fa, si sono condivisi i primi dati con tutte le rappresentanze consiliari, sindacati e categorie. Da lì in avanti il governo ha informato sugli step evolutivi del progetto di Assestamento. Diverse sono state le occasioni di incontro ufficiale fino all’intensificazione del confronto nelle ultime settimane: c’erano tutte le condizioni perché osservazioni, modifiche, integrazioni avessero spazio sia politico che istituzionale. Quindi l’Articolo aggiuntivo, sulla possibilità concessa al governo di emettere titoli di debito pubblico fino a 200 mln di euro. Non è stato acceso già debito in capo allo Stato, siamo di fronte alla possibilità che il governo si riserverà di utilizzare, sulla base di un percorso di ristrutturazione e rilancio del sistema bancario e sulla base delle esigenze economiche e patrimoniali di Cassa al momento dell’approvazione del bilancio 2016. Il governo non vuole trovarsi impreparato di fronte a impegni che sono stati presi nei mesi passati. Giorgetti ha ricordato l’Odg approvato giugno scorso in cui si faceva riferimento a possibili forme di indebitamento e all’esigenza di reperire nuove risorse. Tra qualche settimana l’assemblea degli azionisti di Cassa esaminerà il progetto di bilancio in cui si manifesteranno le esigenze di ricapitalizzazione. Lo Stato, in coerenza alle sue posizioni, ribadisce che farà avere a Cassa tutto il supporto finanziario necessario per la sua patrimonializzazione e il rilancio con un piano industriale. La nostra è scelta di sistema. Siamo consapevoli che non siano possibili forzature e atti unilaterali, perciò è stato inserito il comma 6: ogni scelta dovrà essere valutata e ponderata in sede di confronto. Con questo intervento andremo a reperire risorse con cui daremo prospettive di sviluppo al settore finanziario.

Enrico Carattoni, Ssd

Intervengo oggi in replica perché quando l’ho fatto ieri l’opposizione ancora non era uscita dall’Aula. Vediamo che non tutte le forze lo hanno fatto. E’ in particolare la Dc che sta cercando di giocare allo sfascio. Nella scorsa legislatura un solo gruppo politico uscì in sede di finanziaria dall’Aula e i consiglieri Dc si scagliarono e definirono quel gesto scellerato. Ora loro escono dall’Aula due volte, sembra l’ennesimo dramma pirandelliano, di persone che non capiscono che gli sforzi oggi li chiediamo per le scelte fatte proprio da quel partito. Il Credito di imposta nasce per una gestione scellerata del sistema bancario, perché sono state concesse banche con tangenti che nessuno ha preso tra chi oggi è in Aula. E uscire dal consiglio da parte di chi milita nello stesso partito in cui militavano quelle persone che hanno causato credito di imposta, questa sfacciataggine, non è tollerabile da parte chi ha governato per 20 anni. E i cittadini, per fortuna, questo lo sanno.

Gian Carlo Capicchioni, Psd

Intervengo in una situazione di sconforto, vedere l’aula dimezzata non è un modo di confrontarsi. Il Psd ha fatto la sua scelta e non si sottrae al confronto con chiunque. Credo la situazione sia talmente critica che dobbiamo obtorto collo fare ricorso al debito. Il segretario ci spiegherà poi l’orientamento: se è debito interno, verso l’esterno, verso le istituzioni internazionali, sono cose che andrebbero chiarite. Credo questo assestamento di bilancio- anche se riduce il deficit iniziale- porti con sé provvedimenti importanti. Dovemmo confrontarci e spero maggioranza e governo prestino più attenzione a quello che l’opposizione ha da dire. Quello che meno ci è piaciuto è il metodo di lavoro che non porta effetti positivi, ma alimenta lo scontro e vi chiedo di poter confrontarci in maniera leale e corretta, in modo che possiamo fornire i nostri suggerimenti, poi maggioranza e governo siete voi e ne fare l’uso che vorrete. Ma dateci la possibilità di esporre con dovuta cognizione di causa su queste problematiche vitali per il Paese.

Simone Celli, segretario di Stato, replica

Capicchioni ha posto interrogativi ragionevoli sulla scelta di collocazione dei titoli di debito pubblico, la posizione è quella di privilegiare una collocazione interna del debito pubblico. Ciò comporterebbe l’individuazione di soluzioni di sistema ed è una strada che vogliamo approfondire nei prossimi giorni con tutte le parti in causa. Il tavolo di confronto verrà convocato già dalla prossima settimana per valutare quali possono essere le operazioni sistemiche in funzione della collocazioni dei titoli. Mia opinione personale: non sarei così drastico nel dire ‘debito interno ok, quello estero è invece il male assoluto’. Sempre di debito si tratta, il ricorso a risorse esterne porterebbe una boccata di ossigeno con cui poter ravviare una politica di investimenti sul territorio e una politica economica più efficiente ed aggressiva. L’orientamento quindi è quello di privilegiare per ora risorse di sistema interne, però è chiaro che in termini di prospettiva non va esclusa una iniezione di risorse dall’esterno.

Articolo 13 TER_ “Anagrafica dei debitori”

Marica Montemaggi, C10

Saluto questo emendamento favorevolmente da parte di C10 che ha sempre ha creduto nella trasparenza, fingerà da deterrente a comportamenti non virtuosi.

Gian Carlo Capicchioni, Psd

Questo provvedimento difficilmente riuscirà a tamponare certe situazioni. A chi mette in atto procedure per eludere ed evadere imposte un provvedimento del genere non fa né caldo, né freddo. Di questi processi spesso e volentieri si viene a conoscenza solo a distanza di tempo, sarebbero inefficaci. Voglio comunque sperare il provvedimento che sarà definito contenga tutte quelle tutele nei confronti delle imprese che, in momenti di crisi, sono costrette a non tenere in considerazioni alcuni debiti e di posticiparne i pagamenti se vogliono sopravvivere. Va bene come deterrente ma voglio sperare che nel provvedimento legislativo ci siano le tutele necessarie per le imprese, non possiamo sbattere in prima pagina chiunque.

Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze

Condivido le preoccupazioni del consiglieri Capicchioni, nell’ambito normativo dovremo tenere in considerazione un quadro garantista, è un richiamo che facciamo nostro. Ribadisco che la legge di iniziativa popolare rappresenta un punto di partenza, da agosto si avvierà il confronto per giungere a un provvedimento di legge efficace e con certezza del diritto nell’interscambio.

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