Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: ratificato il Decreto Legge numero 87

Consiglio Grande e Generale: ratificato il Decreto Legge numero 87

da Redazione

Il Segretario Celli: “Va inserito in una cornice sistemica, è elemento fondante del combinato disposto con i decreti 78 e 80”. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Nella seduta pomeridiana del 1 agosto i lavori consiliari si concentrano sull’esame e il dibattito del decreto legge n.87 “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del risparmio” su cui si sviluppa un partecipato dibattito. A presentare il decreto è il segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli: “E’ un Decreto che va inserito in una cornice sistemica- spiega- è elemento fondante del combinato disposto con i decreti 78 e 80”. A loro volta “i tre decreti- va avanti- vanno inseriti nella cornice più ampia della cessione in blocco, in tempi ragionevoli, di Asset spa in Cassa di Risparmio”.

Nel corso del dibattito i consiglieri del Ps e del Pdcs annunciano che non parteciperanno al voto di ratifica. La mancanza di un’analisi tecnica sugli effetti del ‘pacchetto decreti’ sul bilancio è una delle principali critiche rivolte dall’opposizione al segretario di Stato per le Finanze. Marco Gatti, Pdcs, punta il dito sul decreto che “dà carta bianca a Bcsm di indebitarsi e lo Stato garantisce”. Nel corso del voto dell’articolato la Dc presenta emendamenti per limitare gli effetti del decreto alla sola operazione Cassa-Asset, ma sono respinti. Viene invece accolto l’emendamento “5 bis”, avanzato dal Psd – con 34 voti a favore, nessun contrario, né astenuto- che impegna le banche che ricorrono alla conversione del credito di imposta a conferire allo Stato “quote di fondi comuni di investimento costituiti nell’ambito di cessione delle operazioni in blocco di attivi e passivi”. Con il voto che ratifica il decreto a maggioranza, la seduta pomeridiana si interrompe e i lavori consiliari riprenderanno in seduta notturna al comma 3, dedicato all’Assestamento di bilancio.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 2 . Ratifica decreto legge n. 87 “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del risparmio”

Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze

Il presente Decreto Legge è emanato allo scopo di consentire il sostegno operazioni finalizzate al risanamento del sistema bancario sammarinese a parziale modifica del Decreto Legge 10 luglio 2017 n.79. A seguito di confronto e riesame della norma citata che viene abrogata e sostituita dal presente provvedimento, è stato eliminato l’articolo, 5 ovvero la possibilità da parte di Banca Centrale di riallocare le somme depositate da Fondiss presso gli istituti sammarinesi. La norma prevede forme di sostegno diretto ed indiretto alle banche cessionarie nell’ambito di operazioni di acquisto di istituti in LCA.

L’articolo 3 prevede la non applicazione delle norme previste per il fondo di garanzia dei depositanti ai casi in cui intervengono forme di garanzia più ampie. L’art.4 prevede le forme di garanzia a copertura degli eventuali finanziamenti erogati dalla Banca Centrale. L’art. 5 introduce la possibilità di conversione a richiesta del beneficiario del credito di imposta e secondo un tasso di conversione definito, in titoli del debito pubblico. Il tasso di conversione, sarà definito con Decreto Delegato tenendo conto delle condizioni previste al momento del riconoscimento del credito nonché delle possibili attività derivanti dalle operazioni di recupero dei crediti o dalle azioni di responsabilità. Questo ultimo intervento è finalizzato al ripristino del gettito fiscale in capo alle banche nonché alla maggior utilizzabilità dello stesso.

E’ un Decreto che va inserito in una cornice sistemica. È elemento fondante del combinato disposto con i decreti 78 e 80. A loro volta i tre decreti vanno inseriti in cornice più ampia della cessione in blocco, in tempi ragionevoli, di Asset spa in Cassa di Risparmio. Fin dall’inizio Governo e banca centrale hanno definito tale operazione come “operazione di sistema”. Infatti Cassa di Risparmio, banca di sistema, è perno del piano di risanamento dell’intero sistema bancario. Sono oltre 4 mila le posizioni bancarie trasferite da Asset banca a Carisp. Il Cda sta ultimando il suo lavoro sul progetto di bilancio che verrà demandato all’assemblea dei soci. Sarà un bilancio che mette in evidenza condizioni finanziarie e patrimoniali di Carisp e lo Stato farà tutto il possibile per sostenere Cassa di risparmio che avrà tutto il supporto dello Stato. La covertibilità dei crediti di imposta stessa è un’operazione di sistema per creare le condizioni iniziali di una bad bank nazionale che andrà a gestire gli Npl con l’esattoria di Stato a supporto del recupero dei crediti. Non ci saranno operazioni debito-su debito e basta, ma anche debito su attivi che riguardino per esempio il recupero di immobili per le aziende partecipate (Rtv, Ente Giochi). I decreti delegati dovranno stabilire tasso di conversione dei crediti di imposta. E’ in definitiva un’operazione che, se gestita oculatamente, con la conversione può convenire allo Stato.

Tra i vari emendamenti, quello legato alle garanzie dello Stato sui fondi previdenziali, è stata una richiesta dei sindacati, poi un ultimo emendamento che consentirà di affrontare con maggiore gradualità il percorso di revisione della qualità degli attivi. In seguito all’Aqr pensiamo infine di introdurre una possibilità di deroga per Banca centrale, far sì che le istituzioni bancarie possano essere accompagnate con gradualità.

Marco Gatti, Pdcs

Abbiamo avuto ieri l’opportunità di incontrare il Segretario e di avere anticipati alcuni temi, di cui ci sarebbe piaciuto parlare nel merito oggi e ci sarebbe piaciuto che il Segretario fosse venuto qui ad illustrarci esattamente la situazione, com’è, dove stiamo andando e la sostenibilità. Invece per 14 minuti ho solo sentito ‘operazione di sistema, banca di sistema, dobbiamo trovarci pronti per Cassa, gli emendamenti del governo sono operazioni di sistema’..siamo andati avanti così per 14 minuti. Se questo è confronto, diventa difficile sostenerlo. A noi piacerebbe parlare e ricercare una soluzione che sia sostenibile, prima di tutto, se no continuiamo a commettere errori e non ne usciamo più da questo circolo vizioso. Il decreto di cui parliamo oggi fa parte di un pacchetto- mi auguro non sia un pacco per lo Stato- ma è legato a questo c’è l’assestamento di bilancio, il bilancio è correlato ai tre decreti.

Dobbiamo risolvere prima di tutto i problemi di Cassa che si è dovuta fare carico, suo malgrado, dell’operazione che per lei è molto pesante. Siamo d’accordo che è una banca di sistema e va supportata. Ma non è vero che il decreto 87 dia uguale agli altri, si apre a tutto e di più rispetto agli interventi del passato. Dà carta bianca a Bcsm di indebitarsi e lo Stato garantisce, non ci sono termini per operazioni specifiche. Torno a chiedere, segretario alle Finanze, ha la consapevolezza su quale sia il massimo indebitamento che il bilancio dello Stato può sopportare? Attorno a questo infatti, alla sostenibilità, si deve ragionare. Facciamo un intervento su Cassa di Risparmio, finalizziamolo a questo istituto. Abbiamo proposto emendamento che vanno in questa direzione.

Segretario, lei ci dice poi che il credito d’imposta equivale al debito, ma le parole hanno un valore. Non si chiama infatti ‘debito di imposta’. Ha una natura profondamente differente. Cerchiamo di trovare una linea comune sostenuta anche dall’opposizione, magari, che è quella di trovare la migliore soluzione Oggi l’unica strada diventata praticabile è quella di sostenere Cassa in questa operazione, ma limitiamola a Cassa. E chiedo poi l’impegno a governo e maggioranza di metterci attorno ad un tavolo.

Roberto Giorgetti, Rf

Per intervenire sull’attuale situazione del sistema bancario occorreranno risorse che lo Stato non ha e occorrerà reperirle per la messa in sicurezza di Carisp e per il rilancio del settore e quindi del Paese. Senza un sistema bancario che si regge sulle sue gambe infatti l’economia sammarinese non può avere prospettiva. Certamente occorre ragionare in termini di sostenibilità, ma non adombriamo pensieri su presunte ‘carte bianche’, quando d’altra parte non si pone alcuna alternativa. E’ anche stato detto che il credito di imposta non è debito, ma credito imposta è un provente che viene meno allo Stato. E’ evidente che è un debito mascherato ma comunque uno strumento utilizzato in passato e legittimo. Mi auguro la condivisione di fondo non sia solo a parole, rispetto all’intento di creare le condizioni per rilanciare il nostro sistema bancario e finanziario e tutelare tutti gli attori, a partire dei depositanti.

Iro Belluzzi, Psd

E’ decreto che mette pezze. Nel caso che l’esposto al Collegio Garante venisse accolto, i problemi si andranno ad acerbare. Mi trovo a cercare di dibattere perché si possano trovare soluzioni meno pericolose per il sistema ma vedendo la pervicacia con cui governo e maggioranza intendono proseguire, capisco le scelte dei consiglieri di minoranza di Rete e Mdsi. Al di là degli emendamenti presentati da governo e opposizioni, la linea infatti ormai è ben tracciata. Esprimo le mie perplessità per l’emendamento 6 bis del governo: Aqr o non Aqr, poiché non ci sono elementi per cui il sistema, con la verifica degli attivi, non porta a un decremento e a una ulteriore difficoltà, chi è che stabilisce come applicare i risultati dell’Aqr? Sarà Banca centrale? Rasentiamo l’assurdo.

Pasquale Valentini, Pdcs

Il problema non è che noi volevamo tenere nascosto qualcosa, ma che chi è venuto ha voluto fare altro. Il tempo lo abbiamo perso, per un anno ci hanno tenuto sospesi perché non si poteva fare nulla senza Aqr, nel frattempo il sistema lo abbiamo sconquassato e l’Aqr, che notizie ci ha dato, per fare quello che stiamo facendo? Era finalizzata a qualcosa o era solo un make up? Dell’Aqr non se ne parla, più ma cosa ha prodotto? Discutiamo cosa ha evidenziato l’Aqr su Cassa e che conseguenze ha l’operazione di Asset sul suo patrimonio. Se non si ha coraggio di mettere in chiaro questi aspetti, è una operazione per la stragrande maggioranza al buio, nota solo a qualcuno. In tutta questa operazione vengono fuori risorse magicamente per lo Stato? Qual è il canale da cui arrivano? Si dice ‘garantisce lo Stato’, ma cosa?

Giuseppe Morganti, Ssd

Le preoccupazioni sullo stato del sistema sono diffuse in maggioranza e nell’opposizione, ma diversi sono i livelli di analisi e le conoscenze delle problematiche. Le affermazioni di prospettiva e fiducia nei confronti delle potenzialità di crediti di essere riscossi- mi riferisco al caso Delta, un vero e proprio attentato al nostro Stato- hanno assoluta necessità di un intervento di sistema. Mentre i decreti approvati il mese scorso generavano garanzie per i risparmiatori che rischiavano di vedersi in fumo il loro patrimonio, questo decreto aiuta a risolvere due gravi problemi: liquidità e rigenerazione del patrimonio. Le proposte sono esplicitate in modo diretto, danno possibilità a Bcsm di diventare prestatore di ultima istanza del sistema. Non è la Bce, è un prestato un po’ debole, ma è prestatore di ultima istanza e non può che chiedere allo Stato per diventar tale delle garanzie. Il secondo grande tema è quello del patrimoniom evitando le strade del debito estero (che per me, se estero o non poco importa, l’importante è avere capacità di ripagarlo). E’ bene che ci prepariamo, non facciamoci trovare impreparati. Almeno mettendo la garanzia. Puntando alla trasformazione di credito imposta in obbligazione, si trasforma in debito che già avevamo, non lo aumenta ma aiuta a ricapitalizzare. È l’occasione per rimboccarsi le maniche. All’interno dell’emendamento- e su stimolo di alcune forze di opposizione- è emersa l’idea di lavorare su fondi di investimento che conservino crediti inesigibili, è un’idea molto buona, inserita nel passaggio, così come buona è l’idea di obbligare gli istituti a indirizzare i crediti in una bad bank su cui, mi pare, siamo tutti d’accordo.

Alessandro Mancini, Ps

E’ difficile entrare nel merito del decreto perché manca la sostanza. Mi trovo in profondo disagio come consigliere di opposizione, purtroppo non ho i dati, non so come si chiuderà il bilancio di Cassa di risparmio e quale dovrà essere l’intervento per garantire sostenibilità del passaggio Asset. Noi non abbiamo questi dati perché anche voi non li avete? Come possiamo dire se tutta l’operazione- non solo questo decreto, ma tutto il pacchetto- è sostenibile? Quale sarà l’effetto sul bilancio dello Stato? Non ho elementi tali per essere sereno nella mia coscienza, né a favore, né contrariom per questo il Ps – anche questa volta- non parteciperà al voto e riconsegnerà le schede. Da ultimo pende sui decreti il giudizio del Collegio dei Garanti, come si recupera dopo? Bisognava fermare le bocce.

Luca Boschi, C10

Stiamo gestendo una situazione molto pesante che nessuno avrebbe voluto gestire, derivante da molti errori del passato. Si tende ad evidenziare gli errori ultimi mesi, incomparabili con quelli fatti negli anni precedenti, la situazione in cui versano tutte le banche del Paese è frutto decenni di malagestione o assenza di gestione.

I decreti 78, 80 e 87 hanno il compito di permettere operazioni che hanno come fine ultimo la salvaguardia dei risparmi e dei risparmiatori. E’ su questo che ci dobbiamo confrontare. Non ho sentito alternative dall’opposizione.

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs

Il sindacato parla di un voltafaccia del governo dopo l’accordo che ha portato al ritiro del precedente decreto.

Giorgetti parla di problemi del passato, ma gli ricordo che fa parte di una forza che da 10 anni è al governo. Ognuno poteva dare il suo contributo e si può fare sempre meglio. Ma la soluzione Asset in Cassa era l’unica possibilità? Non abbiamo avuto nessuna relazione su un ipotetico scenario.In queste tre pagine di decreto si spostano milioni di euro. Di che numero parliamo qui dentro? Non è proprio che si sostituisce debito con debito e, se ci sono anche tassi di interesse da pagare, è chiaro che l’operazione non è neutra per lo Stato.

L’Articolo 6, così come è strutturato, non riguarda solo Cassa.

Nicola Selva, Rf

Noi abbiamo proposto questo, ma non ho visto alternative. Certamente oggi siamo di fronte a un bivio, lasciare le cose come stavano, nascondendo bilanci, o intervenire d’urgenza e trovare liquidità anche attraverso un debito, sostenibile. Come detto Boschi, è possibile l’aver fatto degli errori, ma sono niente rispetto al passato. Crediti sono stati dati senza garanzie e su questo bisogna fare riflessioni, su questo la politica deve fare un dibattito, per capire cosa è successo, perché non succeda più. A un cittadino oggi si chiedono molte garanzie per un mutuo, in altri casi davano soldi senza garanzie. E non è responsabile questo governo di quanto creato in questi anni. Questo governo però deve porvi rimedio. Il Decreto 87: Cassa ha bisogno di risorse e il decreto creerà le condizioni perché lo Stato possa intervenire e supportarla. Si prevede anche la trasformazione del credito d’imposta, la convertibilità permetterà di acquisire in una bad bank nazionale debito non solo di passivi ma anche attivi. Per la prima volta lo Stato non si accolla solo debiti delle banche in difficoltà, ma anche gli attivi. Per esempio beni immobili da mettere a disposizione.

Alessandro Cardelli, Pdcs

Oggi l’impegno scritto con il sindacato- affinché il decreto non fosse ratificato prima di settembre- è stato disatteso. Di sostanza, numeri e ragioni perché si porta a compimento il decreto, non li ho visti. Mi sarebbe piaciuto avere numeri alla mano . E’ vero che il decreto scomputa una parte importante e introduce che il governo garantirà i fondi pensione. Ma è generico, si parla genericamente di una garanzia, mi sembra una enorme presa in giro. Ho sentito dire che è un’operazione di sistema e non ci sono alternative. Ci chiediamo perché non si è provata un soluzione alternativa, se altri istituti erano disponibili ad assorbire Asset, perché lo deve fare lo Stato? Poi la trasformazione di credito di imposta in debito pubblico è una cosa talmente grave, mai avvenuta in altri Paesi, perché va a vantaggio della banca che potrà usufruire e, in particolare, di un istituto. Perché la trasformazione la rivolgete a tutto il sistema e non solo a Cassa e Asset? Lo Stato si accolla un debito su cui pagherà gli interessi, poi si dice che il rimborso potrà essere immediato.

Il decreto oggi non va approvato perché c’è un giudizio di costituzionalità in corso, perché è stato disatteso l’impegno con il sindacato e perché fa danno al Paese.

Gian Carlo Venturini, Pdcs

Concordo che la questione Delta è stato un attentato allo Stato, ma quando si è avviato il problema e si doveva affrontare nel 2009, si doveva decidere e lo Stato o tirava fuori 2,6 miliardi o la banca falliva. Abbiamo fatto sistema Paese, maggioranza, opposizione, Bcsm, sindacati e categorie e si è trovata la strada per superare l’emergenza e, dal 2009 a 2016, sono rientrati oltre 1,1 miliardi di euro che hanno garantito liquidità. E non si può parlare solo di un attentato ma non si cita la soluzione condivisa che ha evitato di indebitare paese. A chi dice che non ci sono proposte, il nostro partito ne ha presentata una su come superare il problema Npl, come ne ha presentata una Abs, quella presentata da governo va in un’unica direzione, di trasformare credito di imposta in debito per lo Stato. Nessuno mettere in discussone la tutela necessaria a Cassa, necessario però è anche valutare il piano industriale, ad oggi invece abbiamo visto solo l’aumento del gettone del nuovo Cda che è stato quintuplicato, da un tetto di 20 mila euro a 100 mila, più le spese.

Gian Carlo Capicchioni, Psd

Se il Collegio garante si esprime sull’illegittimità dei decreti, che succederà? Soprattutto a livello politico. Credo governo il abbia preso impegni, con Fmi. L’altra volta c’erano gli Spring Meetings e si doveva andare a Washington con qualcosa di concreto, questa volta siamo di fronte alla stessa cosa, non possiamo aspettare settembre per fare una sessione consiliare perché torna l’Fmi e dobbiamo dargli qualcosa di tangibile su quanto fatto, oltre la sostituzione del Cda. Presumo sia questa la ragione per cui siamo in Consiglio in agosto. Questione debito: sarà inevitabile, le risorse nel nostro sistema non ci sono. E allora ci deve pensare lo Stato, nessuno vuole il cavaliere bianco. E allora c’è l’ ariticolo 5 sulla convertibilità del credito di imposta. Convertibilità può essere un fattore positivo, noi abbiamo fatto un emendamento per cui, se proprio dobbiamo andare in questa direzione, diciamo che alle banche che non possiamo solo dare benefici. Allora chiediamo alle banche anche attivi afferenti al credito di imposta. Apprendo che anche il governo ha un emendamento simile al nostro che va in quella direzione.

Lorenzo Lonfernini, Rf

Gli Emendamenti migliorano la conversione del credito di imposta. Salvo il discorso Cassa, che è un istituto pubblico, in altri casi lo strumento deve essere autorizzato solo se c’è reale convenienza dello Stato e per la sua creazione non c’è alcun automatismo, si dice che il credito “può” essere convertito. Nel merito dell’accordo con la Csu: il governo deve rispettare gli impegni presi con le parti sociali, d’altro campo mi sembra comprensibile la necessità di procedere con celerità per dare operatività ai concittadini che vivono disagi per la vicenda Asset.

Andrea Zafferani, segretario di Stato

Governo ha scelto di salvare i risparmiatori, con tutti i sacrifici che ciò comporta. E’ la prima scelta, chi non vuole salvaguardare i risparmiatori ha diritto di dirlo ma lo dica apertamente. Ad oggi nessuno lo ha detto, allora che intervento alternativo c’era? Ho sentito mille critiche, mille complotti ma nessuna soluzione. Il bail out ha un costo. Le soluzioni sono tre 1) investitore estero che arriva e non dipende da noi, ma non è sul piatto, 2) bail in o 3) intervento Stato. Se siamo onesti ad oggi alternative non c’erano a meno di non sacrificare i risparmi dei correntisti Asset. C’è chi dice che si poteva spachettare Asset in più istituti, ma con un Aqr non ancora terminata difficile un istituto privato si butti in questa operazione. Aspetto ancora una proposta concreta alternativa per salvare i risparmi

Denise Bronzetti, Ps

Quali fossero le cose che non andavano bene in Cassa di risparmio sono note dalla relazione della Commissione di inchiesta, e lì ci sono tutti gli elementi per intervenire su Cassa e sulla governance che non è quello che avete fatto voi. Non è annullando la governance precedente che si risolvono i problemi. E’ un elenco delle cose che non abbiamo taciuto in Aula del vostro modo di intervenire sul sistema bancario, in un modo non corretto e che allontani le soluzioni. Non sono per nulla serena rispetto i provvedimenti che portate in Aula e non lo sono né sindacati, né categorie, né i cittadini che non si sentono tranquilli rispetto ai propri risparmi.

Simone Celli, segretario di Stato, replica

Al netto di posizioni differenti portate in Aula, è emerso un confronto anche civile e ciò rappresenta un passo in avanti da riconoscere rispetto a quando si discute di temi rilevanti come il destino del sistema bancario, è un atteggiamento che rappresenta segno di maturità istituzionale e politica.

Gli approfondimenti potranno essere effettuati nel corso dell’esame dell’articolato e degli emendamenti. Elemento principale delle critiche è rappresentato dalla mancanza di informazioni lamentata dall’opposizione e sul fatto che ciò si ripercuota sul livello di sostenibilità della finanza pubblica. Questo rappresenta uno degli aspetti con cui intendiamo misurarci in termini di prospettiva, dovranno essere messi in campo studi e monitoraggi continui. Indicazioni di massima comunque come Segreteria già le abbiamo e le condivideremo in discussione di Assestamento di bilancio. Alcuni elemento sono stati messi a disposizione nell’incontro di ieri al Begni, si mettono in conto scelte impegnative con riduzione della spesa pubblica. Ci sono tutte le condizioni per condividere scelte strategiche che il governo andrà ad attuare con un confronto allargato alle rappresentanze consiliari e datoriali e sindacali. Sul credito di imposta convertito in debito, noi riteniamo sia opportuno epurare il bilancio di banche e dello Stato da partite che rappresentano elementi di incertezza. Rappresenta una misura che rientra nell’ambito del piano di consolidamento e rilancio del sistema bancario che prevede da creazione di una bad bank, il sostegno incondizionato a Cassa di risparmio, e tutte le scelte e azioni che stiamo mettendo in campo vanno in questa direzione. Con il decreto di oggi e gli emendamenti consentono un percorso di adeguamento a parametri, prima sammarinesi, poi internazionali, sostenibile per i nostri istituti. Auspichiamo il decreto non solo sia ratificato ma migliorato e poi in sede di assestamento ci confronteremo che il quadro della finanza pubblica sia parametrato a interventi per il sostenimento del sistema, a partire dalla ricapitalizzazione di Cassa.

Francesco Mussoni, Pdcs

C’è un’operazione di mistificazione qua. Il decreto adottato oggi non è solo a beneficio di Cassa, non si può parlare solo di Cassa. Maggioranza e opposizione dovrebbero cercare di circoscrivere l’intervento a Cassa e solo a Cassa. Non si può invertire la rotta, ma l’intervento di può limitare a Cassa senza dare certezze anche a banche private. Secondo aspetto: i numeri non ci sono, non si sa il piano industriale di Cassa, l’impatto industriale su Cassa e studi precisi come il buon senso dovrebbe permettere. Andiamo a indebitare lo Stato e di quale entità non si sa. Terzo dato di fatto: i sindacati dicono che governo non ha rispettato i patti, noi non ci inventiamo nulla, si va avanti con una modalità impropria. Inoltre il provvedimento cade in un momento in cui sono in corso procedimenti da parte del Collegio Garante per la costituzionalità delle norme.

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