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San Marino, CSU: “Decreto banche, voltafaccia del Governo”

da Redazione

SAN MARINO – “Sulla crisi delle banche il confronto è solo di facciata, il Governo continua con la sua strategia del fatto compiuto”. È la dura presa d’atto dei Segretari della CSU dopo il faccia a faccia di lunedì a Palazzo Begni con una delegazione dell’Esecutivo.

“Tra Governo e forze sociali doveva iniziare un percorso di approfondimento sui contenuti del nuovo decreto banche prima della sua ratifica prevista per metà settembre. Un impegno sancito nell’accordo CSU-Governo sottoscritto il 20 luglio scorso dopo il ritiro del contestato Decreto 79, ma al tavolo il Segretario alle Finanze ci ha comunicato che il nuovo decreto, il n. 87, sarebbe andato subito a ratifica, già nella sessione in atto del Consiglio Grande e generale, violando così palesemente l’accordo firmato solo pochi giorni fa e negando così la possibilità di aprire una vera discussione di merito”.

Infatti il protocollo d’intesa CSU-Governo recita testualmente: “Il nuovo provvedimento non verrà sottoposto a ratifica e non verranno emanati i relativi decreti fino a quando, fra le parti, non si saranno condivisi i criteri generali per la conversione del credito d’imposta in titoli del debito pubblico e comunque entro non oltre il 15 settembre 2017.”

Per i Segretari Giuliano Tamagnini (CSdL) e Riccardo Stefanelli (CDLS), con questa violazione dell’accordo, siamo di fronte ad un vero e proprio “voltafaccia che mortifica il ruolo negoziale di sindacati e associazioni imprenditoriali. Ancora una volta sul tema cruciale del nuovo assetto bancario e finanziario del Paese il Governo afferma, a parole, la volontà di aprire un dialogo con le forze sociali per arrivare a scelte condivise, ma nei fatti fa l’opposto e convoca incontri di facciata solo per informare di scelte già prese”.

L’improvvisa decisione di accelerare la ratifica del Decreto 87, aggiungono, segnala la scarsa volontà dell’Esecutivo di aprire un reale dialogo con il mondo del lavoro e delle imprese e insieme peggiora i rapporti con le parti sociali: “Non solo non ci è stata data l’opportunità di approfondire i contenuti del provvedimento, in primis il nodo della conversione del credito d’imposta in debito pubblico, ma addirittura sono state aggiunte ulteriori modifiche tecniche che nessuno ha avuto la possibilità di valutare. Per di più durante il passaggio in Consiglio il Decreto molto probabilmente sarà ulteriormente modificato, con contenuti che non possiamo assolutamente conoscere”.

Sul piano del metodo, concludono i Segretari CSU, “il Governo ha insomma fatto un deciso e inaccettabile passo indietro, sostituendo la strategia del confronto, che sembrava essersi avviata con l’accordo del 20 luglio, con quella del fatto compiuto. Dopo un fatto così eclatante, ci chiediamo: come si fa a sottoscrivere accordi con un Governo che dimostra ampiamente di non rispettarli? Questo comportamento dell’Esecutivo pone serissimi dubbi sul suo rispetto delle regole basilari della democrazia; la legittimità nel governare ottenuta con il risultato elettorale non dà a nessun Esecutivo il diritto di eludere e calpestare qualunque forma di confronto democratico con le parti sociali. Il confronto e il raggiungimento di accordi, che hanno senso solo se sono vincolanti per tutte le parti che li sottoscrivono, sono elementi essenziali di democrazia a cui nessun Governo può sottrarsi”.

 

CSU

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