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ASSPIC, un sostegno concreto all’invecchiamento della mente

da Redazione

L’Associazione, nata nel 2017, ha già risposto alle esigenze di 15 famiglie del Monte. Le dottoresse Monaldini e Guttmann: “Lavoro, hobby e vita sociale contrastano il declino”.

ASSPIC

 

di Alessandro Carli

 

Nonostante l’ASSPIC sia nata solamente quest’anno, i professionisti che vi lavorano conoscono bene le patologie derivate dall’invecchiamento cerebrale. Nell’Associazione – che ha l’obiettivo generale di migliorare la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie tramite attività a carattere clinico, assistenziale e di ricerca scientifica – operano difatti le dottoresse Susanna Guttmann e Chiara Monaldini (la prima è a capo del Comitato Scientifico, la seconda invece ne è Vicepresidente).

 

Chi siete e qual è la mission dell’ASSPIC?


“L’ASSPIC è un’associazione senza scopo di lucro nata dalle esigenze dei familiari di pazienti affetti da demenza di avere un aiuto nell’affrontare problematiche comuni. L’idea è quella di affiancare i professionisti dell’ISS nell’organizzazione e svolgimento di attività dedicate a pazienti e familiari, al fine di essere un punto di riferimento per chi si trova a vivere la realtà della demenza”.

 

I dati dell’OMS 2015 mostrano come la demenza rappresenti attualmente un’emergenza sanitaria a livello globale. Quali sono i numeri?

 

“Secondo il World Alzheimer Report il numero di persone affette da demenza nel mondo nel 2015 era di 47,47 milioni e si prevede che diventino 75,63 milioni nel 2030 e 135 milioni nel 2050. E’ importante sottolineare che i dati di prevalenza disponibili si riferiscono ai casi diagnosticati. Considerando che molte persone affette da demenza non giungono all’attenzione medica e pertanto non ricevono una diagnosi, si può ragionevolmente ipotizzare che tali numeri rappresentino una sottostima della problematica”.

 

Una realtà, quella dell’invecchiamento celebrale, che è presente anche nella Repubblica di San Marino. Quante sono le persone che ne soffrono e soprattutto in che misura?

 

“I dati epidemiologici sammarinesi derivano da un registro demenze che abbiamo iniziato a compilare presso l’Unità Operativa dell’Ospedale di Stato di San Marino nel gennaio 2016. Da allora sono stati registrati 203 pazienti che sono stati sottoposti a valutazione neuropsicologica, di cui 75 demenze e 128 MCI (decadimento cognitivo lieve)”.

 

Anche in virtù dell’allungamento delle prospettive di vita, sono numeri destinati a crescere?

 

“E’ proprio questo il motivo per cui la demenza sta diventando una priorità tra le problematiche mediche. Essendo una malattia prevalentemente legata all’età, l’aumento dell’aspettativa di vita sta portando ad un progressivo incremento del numero di persone affette da demenza. Inoltre l’Italia e San Marino sono tra i paesi con le popolazioni più longeve al mondo e sono quindi tra i paesi più a rischio”.

 

Qualche numero. Ad oggi, quanti sammarinesi si sono rivolti all’ASSPIC?

 

“La neonata ASSPIC, fondata a San Marino ad inizio anno, ha già risposto alle esigenze di 15 famiglie con pazienti affetti da demenza”.

 

Quante e quali sono le malattie neurodegenerative?

 

“Il capitolo delle patologie neurodegenerative è molto vasto. La malattia di Alzheimer è la forma di demenza più comune e più conosciuta, rappresentando circa il 70% dei casi, seguita dalla demenza vascolare, ma vi sono altre forme di demenza su base neurodegenerativa che si differenziano da queste per età di insorgenza, sintomatologia d’esordio e manifestazioni cliniche (es. demenza fronto-temporale, demenza a corpi di Lewy diffusi). Inoltre il deterioramento cognitivo può essere secondario a tumori cerebrali, traumi cranici, infezioni, intossicazione da alcool, uso di farmaci e depressione. Può infine essere associato anche a problematiche mediche generali (es. distiroidismo, deficit vitamina B12) e a patologie neurologiche che fino ad alcuni anni fa si credevano puramente motorie (es. Malattia di Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica)”.

 

L’invecchiamento della mente è un fattore anche biologico. Cosa fare per tenerla allenata?

 

“Poiché al giorno d’oggi non vi sono terapie in grado di modificare in maniera significativa il decorso della demenza, è fondamentale attuare strategie preventive sin dalla giovane età. In particolare una buona riserva cognitiva, cioè lo svolgimento di attività mentalmente stimolanti (lavoro, hobby, vita sociale), gioca un ruolo fondamentale nel contrastare il declino cognitivo. Tutto ciò deve essere associato ad attività fisica regolare, stile di vita corretto e controllo dei fattori di rischio vascolari, come ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito ed obesità”.

 

Come si devono comportare i parenti e i familiari?

 

“Il cosiddetto ‘caregiver’ ha un ruolo fondamentale nella gestione del paziente affetto da demenza. Il suo difficile compito è prendersi cura del malato, quindi affiancarlo nella quotidianità, aiutandolo senza sostituirsi a lui e senza rimproverarlo per gli errori commessi, anzi cercando di rassicurarlo, coinvolgendolo nelle attività da svolgere, rispettando i suoi tempi e i suoi limiti”.

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