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Il primo Stato d’Europa a prestazioni “5G”

da Redazione

Firmato da TIM San Marino il Memorandum of Understanding: si parte nel 2018. L’AD Cesare Pisani: “Per le imprese del territorio si prospettano immense opportunità”.

TIM 5G

 

di Alessandro Carli

 

Dopo anni di oggettive e riconosciute difficoltà, da qualche anno il Titano ha spinto con decisione sull’acceleratore delle telecomunicazioni, un asset davvero importante per la capacità di attrarre nuove economie e per dare un robusto sostegno quelle che già operano sul territorio. Con il Memorandum of Understanding firmato il 17 luglio da TIM San Marino e dal Governo, San Marino si candida a diventare un modello a livello mondiale: diventerà difatti, entro il 2018, il primo Stato 5G d’Europa. L’AD di TIM San Marino Cesare Pisani entra nei dettagli.

 

5G a San Marino: un gran bel risultato…

 

“Epocale, direi! L’esposizione mediatica è stata planetaria. Ho avuto messaggi da tutto il mondo. E nella fase realizzativa la visibilità del Paese sarà, se possibile, ancora maggiore. Siamo nella Champions League. Un’occasione unica. Dobbiamo giocarla bene”.

 

Ma 5G alla fine… è un nuovo standard?

 

“Certo, è questo ma anche molto di più. Per comprenderne appieno l’importanza, occorre soffermarsi su cosa sta succedendo: innovazione permanente, cambiamenti sociali e economici dirompenti. Siamo in quello che io chiamo Cambriano Tecnologico, il periodo unico di diffusione digitale, paragonabile per tipologia e importanza al Cambriano Geologico di 540 milioni di anni fa dove la vita è esplosa nella molteplicità e diversità attuale”.

 

Come caliamo questo paragone nel 5G?

 

“Per ospitare la vita ci volle un pianeta particolare che si trasformò con essa diventando ancora più unico. Per servire contemporaneamente su pochi kmq decine di migliaia di smartphone e milioni di oggetti permanentemente connessi alla Cloud, serve una rete diversa”.

 

Più performante e veloce?

 

“Anche 10 volte di più di quella attuale. Ma non solo. Oggi vogliamo avere sulla Cloud tutta l’informazione di nostro interesse per poterla esaminare, scaricare, manipolare, dovunque e sempre. Il tutto quasi istantaneamente, con tempi di ritardo (latenza) di pochi millisecondi”.

 

A parte la latenza, ma questo non è già possibile?

 

“Sì, ma solo quando siamo in pochi ad usare la rete. Quando siamo in tanti per strada, allo stadio, a un concerto, dove tutti chattano, scaricano, fotografano, condividono; quando decine di videocamere e migliaia di sensori, sono contemporaneamente collegati a centrali operative o di raccolta ed elaborazione dati, le reti attuali lavorano male, collassano”.

 

Lo sappiamo bene: tutto è più lento, ci si mette secondi per accedere ad un dato. Ma è poi così grave?

 

“Dipende da quello che vogliamo fare, se rallenta la condivisione di un selfie, pazienza, lo mando dopo. Ma con i veicoli a guida autonoma, nel controllo della navigazione di droni o con la telemedicina, un ritardo anche di poche frazioni di secondo può essere fatale. Servizi meno critici per la vita sarebbero comunque impossibili, si pensi alla robotica industriale, alla traduzione simultanea da smartphone, alla realtà immersiva, al gaming”.

 

Insomma tutto, per tutti, sempre e istantaneamente! Bellissimo! E come si fa?

 

“Occorre cambiare filosofia. La rete mobile non può più essere rigida e gerarchica; deve diventare programmabile e piatta. Le antenne saranno dei server oltre che dei sistemi radianti. Per aumentare le prestazioni e razionalizzare l’utilizzazione della banda, gli smartphone aggregheranno segnali di frequenza diversa e da antenne diverse; sistemi di antenne multiple in emissione e in ricezione ottimizzeranno banda e capacità sovrapponendo segnali da percorsi diversi. Gli smartphone utilizzeranno contemporaneamente tutto ciò che c’è wi-fi, rete mobile, bluetooth, wimax. Fasci diversi di antenne serviranno ciascuno utenti diversi sotto la stessa cella”.

 

Una grande complessità…

 

“Abbiamo detto che tutti vogliamo tutto, sempre e istantaneamente! Lo scotto è la complessità. A governare la rete ci saranno programmi molto sofisticati e cosa molto importante, ogni operatore, dovrà avere il controllo totale della rete”.

 

Perché?

 

“Quello che fa un’antenna dovrà essere deciso dal programma in maniera indipendente. Saranno create sotto-reti virtuali ognuna per scopi differenti: una rete virtuale ad alta velocità potrebbe servire gli smartphone, le auto a guida autonoma utilizzeranno una rete virtuale a bassissima latenza, sensori per la lettura del gas utilizzeranno segnali a banda strettissima e poca energia per massimizzare la durata della batteria. Certe tipologie di sensori parleranno tra loro scaricando la rete. Ogni operatore indirizza segmenti di mercato diversi, con esigenze diverse”.

 

C’è qualcosa da inventare o è già tutto disponibile? E se è così perché aspettare il 2020?

 

“La tecnologia è praticamente già tutta disponibile anche se da assemblare e testare sul campo. Il problema è mettersi d’accordo sugli standard. L’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) ha previsto un percorso che si chiuderà nel 2020 con la Release 16. Dopo di che inizierà la fase commerciale”.

 

E sino al 2020… solo scrittura di libroni tecnici ai quali fabbricanti e operatori dovranno attenersi…

 

“Sì, ma anche e soprattutto sperimentazione di apparati e servizi! Il viaggio sarà altrettanto se non più importante del traguardo! Le attività creeranno ampie ricadute per l’imprenditoria locale; fortissimo sarà il richiamo per quella oltre confine”.

 

E questo è l’essenza dell’accordo raggiunto con il Governo?


“Assolutamente sì: creeremo un ecosistema fatto di Pubblica Amministrazione – ovvero Università, ISS, CONS, AASS, etc. – ma anche di tanti imprenditori che sapranno cogliere come noi e insieme a noi le immense opportunità che si prospettano. ‘Si parva licet componere magnis’ è il motto del nostro piccolo e vibrante Ateneo che ci dovrà guidare. La tecnologia e internet hanno un tremendo effetto moltiplicatore. Piedi per terra, ma sguardo in alto. Primi in Europa, ma pronti a confrontarci con Corea e Giappone che sono in pole position per un servizio precommerciale nel 2018 (Olimpiadi Invernali di Seul) e commerciale nel 2020 (Olimpiadi Tokio)”.

 

Possiamo chiudere con messaggio?

 

“Mobilitazione generale. Facciamo sistema, maggioranza e opposizione, sindacati e industriali, associazioni di categoria e operatori, esercenti e persone. È un treno che non possiamo perdere. Una partita che possiamo e dobbiamo vincere”.

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