Home NotizieSan Marino Commissione Finanze: due progetti di legge a sostegno dello Sviluppo economico

Commissione Finanze: due progetti di legge a sostegno dello Sviluppo economico

da Redazione

I lavori si svolgono in un clima di disponibilità al confronto, diversi sono infatti gli emendamenti ritirati dalle opposizioni. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – I lavori della Commissione consiliare Finanze, interrotti martedì scorso, riprendono dal comma 2, ovvero l’esame dei due progetti di legge a sostegno dello Sviluppo economico, uno presentato dal Pdcs, l’altro dall’Esecutivo. Per accordo con i consiglieri del Pdcs, si inizia il confronto sull’articolato del Progetto di legge presentato dal segretario di Stato per il Lavoro, l’Industria, l’Artigianato e il Commercio, Andrea Zafferani. L’esame riguarda i 22 articoli del provvedimento, 36 emendamenti presentati dal Pdcs e 29 dal movimento civico Rete. I lavori si svolgono in un clima di disponibilità al confronto, diversi sono infatti gli emendamenti ritirati dalle opposizioni. All’articolo 1 Viene accolto l’emendamento di Rete che specifica che, per il calcolo degli incentivi, si debbano considerare contratti di lavoro “subordinati”. I lavori si interrompono con l’accoglimento dell’articolo 7 e riprenderanno in seduta notturna.

Di seguito estratti del dibattito.

COMMA 2.Esame dell’articolato del Pdl del governo “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sostegno allo sviluppo economico”.

Articolo 2 “Riequilibrio Cassa Ammortizzatori Sociali” sono presentati due emendamenti.

-Emendamento abrogativo Pdcs/ respinto

-Emendamento abrogativo comma 5 di Rete/respinto

Francesco Mussoni, Pdcs

Chiediamo l’abrogazione dell’intero articolo. Da un lato si vuole tutelare il mercato interno dei lavoratori del Paese, e lo si fa attraverso meccanismi distintivi, per cui si porta un incremento del costo del lavoro del +4,5% di contributi a carico dell’azienda per i frontalieri, pari a un innalzamento costo del lavoro del 30%. Dall’altro si dice che l’imprenditore, se vuol prendere un frontaliere, è libero di farlo, se paga. Si urtano così valori che mi paiono importanti. Con l’abrogazione si vuole ristabilire serenità di negoziazione sul meccanismo di assunzione dei frontalieri, concordato con le parti sociali e che abbia un approfondimento nel rapporto bilaterale, in modo che non desti perplessità.

Ci preoccupa molto infatti il contesto politico come premessa all’articolo e le osservazioni di forze sociali e datoriali che vanno riconosciute. L’abrogazione fa in modo di prendere tempo per approfondire il confronto. Mi sembra inoltre una dinamica superata per un paese che ha bisogno di crescere e, al te,po stesso, di tutelare i suoi cittadini. Sarebbe infatti meglio procedere subito piuttosto con la riforma degli ammortizzatori sociali.

Roberto Ciavatta, Rete

Noi ci limitiamo ad abrogare l’ultimo paragrafo per evitare l’abitudine del rinvio a un decreto. Sull’assunzione di frontalieri: non escludo il principio, ma rifiuto l’ipotesi per cui sia sempre possibile per il datore scegliere lui, nominalmente, o in base al curriculum, chi invitare a colloquio perché viene meno così il ruolo delle graduatorie e degli uffici pubblici e non tutela le fasce più deboli della popolazione. Credo questo articolo potrà poi creare frizioni con il Paese confinante, mi auguro siano stati svolti tutti gli approfondimento del caso.

Alessandro Mancini, Ps

Qui c’è un aspetto di carattere politico, il legislatore in maniera sottile non parla di frontalieri, ma nella sostanza si parla di loro quando cita persone non iscritte alle liste. Le considerazioni dei colleghi sono pertinenti, bisognerebbe approfondire le dinamiche con la vicina Italia. Le posizioni sono state piuttosto forti nella prima fase di discussione. Vorrei capire dal Segretario come è stata informata l’amministrazione italiana di questo intervento e che impatto può avere un articolo di questa portata. E anche in rapporto all’ambito europeo, visto il negoziato per l’accordo in corso.

Iro Belluzzi, Psd

Introdurre una pseudo tassa etnica per frontalieri crea elementi di frizione con l’Italia, quando il clima dovrebbe essere invece il più disteso possibile per far ripartire l’economia del Paese. Sappiamo poi i rischi che si corrono con l’esterovestizione, ci sono avvisaglie che non ci lasciano tranquilli. Non vi sarà una impennata del costo del lavoro, probabilmente aumenterà un pochino, ma insieme alla futura riforma degli ammortizzatori abbiamo una serie di questioni che possono rendere il mercato del lavoro poco competitivo.

Enrico Carattoni, Ssd

Questo articolo è stato oggetto di confronto delle categorie, è un compromesso raggiunto accettabile per rispondere a due esigenze, tutelare il lavoro sammarinese e liberalizzare mercato lavoro. E’ un compromesso ottimale, infatti il nuovo elaborato è noto da settimane e non vi sono state prese di posizione, ritengo sia una soluzione che può mettere d’accordo tutti gli attori parte del processo. Sull’intervento in decreto delegato: non è che va a stravolgere l’articolo ma va a modificare l’aliquota. E’ uno strumento che può garantire maggior elasticità a questo governo e anche a qualsiasi governo.

Matteo Ciacci, C10

Anche io credo che l’articolo 2 sia una buona mediazione con le parti sociali ed è un punto focale del progetto d legge, dal momento che prevediamo la semplificazione e la liberalizzazione del mercato del lavoro. E’ anche importante ricercare una forma di tutela per i lavoratori sammarinesi, subordinata al fatto che debba mancare una specifica professionalità all’interno, il contributo aggiuntivo quindi non è previsto in questo caso.

Luca Boschi, C10

Il confronto con le imprese c’è sempre, il testo presentato oggi- rispetto a quello in prima lettura- è molto migliorato, il confronto porta sempre miglioramenti. Sulla decretazione, in linea generica neanche a noi piace, ma c’è stato un aspetto di umiltà da parte della Segreteria per la consapevolezza che si introducono nuovi elementi e si sono voluti introdurre elementi che possono essere modificate in corso d’opera, sulla base dei risultati. Non è poi una tassa etnica, si parla di incentivi.

Andrea Zafferani, segretario di Stato

Questo meccanismo vale per le imprese al di fuori dell’articolo 5, se ci sono sammarinesi disponibii, in grado di svolgere la stessa mansione allo stesso livello. In caso di assenza, invece, l’aliquota aggiuntiva non c’è e l’azienda può assumere frontalieri senza aggravio. E’ una opportunità in più che si da alle attività economiche rispetto ad oggi, quella di assumere professionalità che si ritengono adatte, e che oggi non c’è, se non facendo ricorso alla commissione, che sottopone le richieste all’esame caso per caso. Rispetto al dibattito con l’Italia, abbiamo previsto passi in avanti notevoli sulla parificazione dei lavoratori, a partire da stabilizzazioni.

Francesco Mussoni, Pdcs, replica.

Per anni ho sentito una critica spietata sulla decretazione delegata, invece condivido la possibilità da parte di una commissione e di un governo di usare la decretazione quando rientra in una finalità. E’ un po’ meno coerente lei Segretario.

Roberto Ciavatta, Rete

Sui decreti confermo la nostra posizione. Se noi introduciamo, in una legge come questa, che modifica un numero significativo di articoli di una norma, di fare modifiche per decreto, chi leggerà la legge tra due e tre mesi, dopo la sua entrata in vigore, non saprà più se sono o meno cambiati questi elementi. Dalla maggioranza i commissari hanno detto che non ci sono aggravi e che il costo aumentato vale solo se non ci sono sammarinesi disponibili, ma non è vero, questo riguarda l’articolo 5.

Andrea Zafferani, segretario di Stato, replica

Non abbiamo cambiato idea sui decreti, nella precedente legislatura venivano fatti senza delega, questo è quello che si contestava.

Art.5 (Avviamento al lavoro)

Emendamento modificativo di Rete per limitare la chiamata nominativa/ respinto

Roberto Ciavatta, Rete

Noi siamo contrari all’assunzione nominativa. Per i frontalieri, va bene, se un imprenditore vuole la chiamata nominativa, paga di più. Per i lavoratori interni presentiamo emendamento perché valga giusto per parenti o per una percentuale limitata di assunzioni.

Andrea Zafferani, segretario di Stato

La comunicazione nominativa è un passo in avanti, è una impostazione introdotta nel 2011 da Mussoni, gliene diamo atto. È legittima posizione contraria, ma diversamente noi troviamo giusto che un’azienda possa scegliere il lavoratore che ritiene più idoneo per la sua attività. Stiamo ragionando su forme di salvaguardia per le assunzioni dei residenti, ma anche nell’ambito dei lavoratori residenti la chiamata nominativa è un valore aggiunto. Per questo non condividiamo l’emendamento di Rete.

Roberto Ciavatta, Rete

Nel 2011 i sindacati e Sinistra unita hanno fatto battaglie sul decreto Mussoni. E’ una impostazione neoliberista. La tutela del dipendente, rispetto all’essere assunto a livelli inferiori ai suoi, così non può avvenire. E’ questa la garanzia che offre al contrario la graduatoria. Qui si prevede che un datore può accedere alla categoria iscritti e può contattarli e chiamarli a colloquio. Anche in caso di assunzione numerica e generica il datore chiama a colloquio.

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