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ANIS: “Il Governo non ascolta, non ci sediamo più al tavolo”

da Redazione

Gli Industriali recriminano sul metodo e sui contenuti: “Quella legge non fa sviluppo”. Per la prima volta anche gli imprenditori hanno aderito alla manifestazione di protesta.

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di Daniele Bartolucci

 

Anche l’Associazione Nazionale Industria San Marino ha aderito alla manifestazione del 18 luglio, e per la prima volta nella sua storia, è “scesa in piazza”.

 

“INTERVENTI CONTRARI ALLO SVILUPPO DEL PAESE”

 

L’eccezionalità dell’evento è dettata dalla preoccupazione per gli interventi del Governo in merito a sviluppo economico e imprese, su cui ANIS da tempo palesa la propria contrarietà. Una contrarietà forte, a cui però ha sempre accompagnato proposte e soluzioni di sistema. Proposte “inascoltate”, hanno ammesso gli Industriali, che non solo hanno deciso di aderire alla manifestazione, salendo sul Pianello martedì pomeriggio, ma anche di declinare l’invito a partecipare al tavolo di lavoro sulla legge sviluppo, perché “l’impianto iniziale non è cambiato nonostante le modifiche”. Il costo del lavoro aumenterà comunque, si legge nell’ultima nota stampa dell’ANIS, “e probabilmente aumenterà ancora più di quanto previsto nella legge sviluppo a causa dei minori contributi dello Stato alla I.E.S. e altri tagli definiti nell’assestamento del Bilancio”.

 

“COMPORTAMENTO IRRISPETTOSO”


“Le relazioni con le parti sociali sono state pesantemente danneggiate dal metodo disordinato e incoerente messo in campo dall’esecutivo, come dimostra anche la convocazione dei vertici ANIS, da parte del Segretario Simone Celli, all’ultimo momento e senza alcuna indicazione sui temi in discussione. Un comportamento irrispettoso che ha indotto gli Industriali a presentarsi all’incontro in delegazione ristretta, solo per confermare il proprio totale disaccordo sulle scelte del Governo e per confermare la propria convinta adesione alla manifestazione di oggi pomeriggio”, hanno commentato gli Industriali prima di salire sul Pianello. Industriali che, a maggior ragione, hanno criticato anche l’atteggiamento dell’esecutivo nei confronti delle parti sociali, ovvero la ricerca di un accordo solo con una parte, i sindacati: “Ancor più gravi i tentativi del Governo di sedare le diffuse aree di malcontento ricercando accordi con le singole parti senza il corretto coinvolgimento degli altri attori, causando inefficienza di azione e attriti sociali. Tra tutti, l’ultima intesa con la CSU su vari argomenti, incluso il Fondiss, su cui si è trascurato il fatto che il fondo è alimentato anche dalle imprese e non si può decidere su di esso senza chi le rappresenta”.

 

“INASCOLTATI, ANDIAMO IN PIAZZA A MANIFESTARE”


E’ anche vero che ANIS ha provato in tutti i modi di far cambiare rotta al Governo, fino all’ultimo momento. Gli incontri si sono susseguiti fino al mattino di martedì, ma la posizione del Governo non è cambiata e i provvedimenti sono rimasti intoccabili. “Purtroppo con questo Governo il dialogo non è stato costruttivo ed è risultato inutile portare idee, progetti e soluzioni alternative: quasi nulla di quanto proposto è stato preso in considerazione, nemmeno di fronte alla dimostrazione che le scelte intraprese dal Governo porteranno a conseguenze estremamente negative. Abbiamo di nuovo richiesto il ritiro della legge sviluppo”, hanno fatto sapere all’indomani dell’incontro con l’esecutivo, ma “non avendo ricevuto rassicurazioni in tal senso, riteniamo opportuno manifestare con ancor più chiarezza e determinazione il nostro dissenso rispetto alle scelte del Governo”.

“Abbiamo quindi deciso, come deliberato nel Consiglio Direttivo, di aderire alla manifestazione in Piazza della Libertà”. Per cui gli Industriali sono scesi in piazza e hanno disertato l’incontro del giorno seguente. Una posizione che sono determinati a mantenere anche nei prossimi giorni, e che il Governo sarà costretto a tenere in conto.

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