Home NotizieSan Marino ANIS: contrarietà all’approccio del Governo sui gravi problemi economici e finanziari del Paese

ANIS: contrarietà all’approccio del Governo sui gravi problemi economici e finanziari del Paese

da Redazione

“Ancor più gravi i tentativi del Governo di sedare le diffuse aree di malcontento ricercando accordi con le singole parti senza il corretto coinvolgimento degli altri attori, causando inefficienza di azione e attriti sociali”.

 

SAN MARINO – Le relazioni con le parti sociali sono state pesantemente danneggiate dal metodo disordinato e incoerente messo in campo dall’esecutivo, come dimostra anche la convocazione dei vertici ANIS, da parte del Segretario Simone Celli, all’ultimo momento e senza alcuna indicazione sui temi in discussione. Un comportamento irrispettoso che ha indotto gli Industriali a presentarsi all’incontro in delegazione ristretta, solo per confermare il proprio totale disaccordo sulle scelte del Governo e per confermare la propria convinta adesione alla manifestazione di oggi pomeriggio.

Vi sono a nostro avviso alcuni nodi cruciali che non sono stati affrontati con la dovuta attenzione e condivisione.

In primo luogo il Progetto di legge sviluppo, che di fatto va nella direzione opposta a quella della crescita del Paese e dell’attrazione degli investimenti, aumentando ingiustamente il costo del lavoro e complicando in modo incomprensibile l’operatività delle imprese invece di semplificarla.

Nonostante l’impegno della nostra associazione nell’offrire proposte e supporto per migliorare il disegno di legge, e nonostante le assicurazioni di ascolto ricevute anche pubblicamente in occasione dell’ultima assemblea ANIS, le istanze presentate sono state sostanzialmente ignorate e le modifiche apportate alle successive versioni del progetto risultano addirittura peggiorative.

Chiediamo ancora una volta il ritiro del provvedimento, di cui riteniamo impossibile allo stato attuale una positiva e costruttiva riconversione. Fino ad allora non saremo più disponibili a proseguire il confronto.

Per quanto concerne i provvedimenti relativi al sistema bancario, adottati d’imperio, la trasformazione del credito d’imposta in debito aggrava inutilmente la posizione del Paese in quanto trasforma un beneficio fiscale – tra l’altro solo eventuale – in debito certo (circa 150 milioni di euro) che inevitabilmente ricadrà su tutti i cittadini. Situazione inaccettabile in un momento di così gravi ristrettezze per le casse dello Stato.

Ancor più gravi i tentativi del Governo di sedare le diffuse aree di malcontento ricercando accordi con le singole parti senza il corretto coinvolgimento degli altri attori, causando inefficienza di azione e attriti sociali. Tra tutti, l’ultima intesa con la CSU su vari argomenti, incluso il Fondiss, su cui si è trascurato il fatto che il fondo è alimentato anche dalle imprese e non si può decidere su di esso senza chi le rappresenta.

Gli Industriali non sono mossi da intenti politici, bensì unicamente dalla seria preoccupazione per il futuro di questo Paese e per la continuità delle proprie imprese. Le polemiche del Segretario all’Industria sulle legittime reazioni degli imprenditori risultano pertanto inopportune e pretestuose. Tutte le scelte di partecipazione o meno a manifestazioni pubbliche sono, e devono rimanere, libere e lecite. Per inciso, se le organizzazioni sindacali aderissero all’iniziativa di oggi pomeriggio, i loro rappresentanti presenti beneficerebbero di permessi retribuiti pagati dalle nostre aziende.

Il nostro obiettivo è creare ricchezza nel Paese. Siamo convinti che per uscire da questa grave crisi sia necessario trattenere le aziende esistenti e attrarne di nuove, creando un circolo virtuoso di lavoro, opportunità e quindi nuovo benessere e serenità, di cui abbiamo profondamente bisogno.

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