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A lezione di impresa, economia e mercato del lavoro

da Redazione

I 25 ragazzi dei “Soggiorni culturali” hanno visitato la sede l’ANIS.

ANIS Soggiorni culturali

 

di Alessandro Carli

 

Incontro di carattere economico, quello avvenuto l’11 luglio tra i 25 ragazzi dei “Soggiorni culturali” (il progetto che ha lo scopo di diffondere la conoscenza della cultura sammarinese fra i giovani residenti nei paesi d’emigrazione e favorire gli scambi culturali fra le nuove generazioni di sammarinesi nel mondo) e l’ANIS. Al Segretario Generale William Vagnini il compito di illustrare ai giovani – che quest’anno provengono dagli USA, Argentina, Francia e Italia – il ruolo dell’associazione, fondata nel 1945 e a oggi la più importante rappresentativa dei datori di lavoro del territorio. L’Associazione Nazionale Industria San Marino, ha spiegato, “attualmente conta più o meno 300 imprese associate che occupano circa 6 mila occupati, prevalentemente nel settore manifatturiero e di servizi”. Per quel che concerne gli impegni “internazionali”, il Segretario Generale ha ricordato “le partecipazioni alle riunioni di BusinessEurope e dell’Organizzazione Internazionale Lavoro”.

In cattedra poi è salito il dottor Marco Guerra dello studio legale dell’Associazione, che ha “fornito” ai partecipanti una serie di numeri e dati, utili per capire il mondo-San Marino. A partire dal mondo delle imprese che, come in molte altre Nazioni, ha sentito particolarmente la crisi. “Cinque anni fa il numero della aziende che operavano sul territorio erano più di 5.600 mentre oggi sono poco più di 5 mila”.

Prendendo come timone di dati dell’Ufficio di Statistica, ha spiegato che al 30 aprile “la forza lavoro totale era composta da 21.950 persone di cui 18.815 dipendenti (solo a dicembre 2015 i dipendenti erano 18.082), 1.800 indipendenti e 1.335 disoccupati totali, di cui 1.095 in senso stretto. Il tasso di disoccupazione totale è dell’8%, quello in senso stretto del 6,6%. In poco più di un anno si è registrata un’importante ripresa occupazionale”.

Guerra poi ha zoomato l’attenzione sul mondo del privato: aziende – 5.187 sempre a fine aprile – e lavoratori, oltre 15 mila. “I settori più sviluppati sono quelli della meccanica, della ceramica, del packaging, della chimica e dei mobili. La manifattura, grazie alle sue 505 imprese che operano sul territorio e alle sue oltre 5.500 persone impiegate, a livello occupazionale assorbe il 35% dell’intera forza lavoro. Forza lavoro complessiva che è composta in buona percentuale anche dai lavoratori frontalieri, circa 5.300 unità”.

Sul ruolo trainante del manifatturiero all’interno dell’economia del Paese, Guerra ha snocciolato una voce importante, quella del monte salari.

“Complessivamente il settore privato nel 2016 ha erogato un monte salari di 388 milioni, in costante crescita da cinque anni. Le 495 imprese manifatturiere hanno fatto registrare un monte salari totale di 153.272.817 euro che ha riguardato 5.464 lavoratori dipendenti”.

Per completezza di informazione, quello del settore pubblico nel 2016 è stato di poco più di 122 milioni. Assommando i dati, risulta che il totale generale è superiore a 510 milioni. “L’industria manifatturiera sammarinese è il ‘principale erogatore’ di economia del Paese, confermandosi come asset assolutamente strategico del sistema”.

Dopo una breve panoramica sugli altri settori privati – tra quelli più importanti, le costruzioni (391 imprese e 856 lavoratori, in grande contrazione rispetto al passato), il commercio all’ingrosso e al dettaglio e le riparazione di autoveicoli e motocicli (1.144 realtà e 2.642 dipendenti), le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (826 lavoratori in 186 strutture), i servizi di informazione e comunicazione (215 imprese e 743 dipendenti), le attività finanziarie e assicurative (65 aziende e 783 lavoratori), le attività professionali, scientifiche e tecniche (1.085 imprese e 1.121 dipendenti) –, spazio ai dipendenti statali. I lavoratori del settore pubblico allargato sono complessivamente 3.778, così suddivisi: 2.280 nella PA, 1.007 nell’ISS 219 nell’azienda di Stato per i lavori pubblici, 152 in quella dei servizi, 38 all’Università e 10 al CONS.

Marco Guerra poi ha affrontato alcuni temi macroeconomici. “Per capire lo stato di salute di un Paese, interessanti sono i dati sul Prodotto Interno Lordo. Dal 1999 e sino al 2007 il PIL è stato in continua crescita, segnando mediamente un +5,77% all’anno. Dal 2008 in poi è sceso”.

Dati del Fondo Monetario Internazionale alla mano, il PIL è passato da oltre 1 miliardo e 700 milioni del 2007-2008 agli attuali 1 miliardo e 254 milioni. Per il 2017 il FMI ha previsto una crescita dell’1,3%. “Come è chiaro, la perdita del PIL in 10 anni è stata del 30% circa”. Per quel che concerne il PIL pro capite invece, San Marino è passato da oltre 90 mila dollari del 2008 a poco meno di 50 mila dollari. “Inferiore a quello di Liechtenstein e del Principato di Monaco – ha concluso – ma più alto di quello di Andorra e quasi il doppio di quello dell’Italia”.

Marta Bossi invece ha affrontato gli accordi internazionali. San Marino non è membro dell’UE. “Tuttavia la Repubblica ha intrapreso la strada dell’associazione, ossia intende concludere un accordo di associazione che permette di instaurare una relazione privilegiata a livello politico ed economico-commerciale tra l’Unione e il Paese terzo”.

Il negoziato è iniziato nel maggio 2015 insieme ad altri due piccoli Stati: Andorra e Monaco. “I tempi per giungere alla definizione dell’accordo e alla sua ratifica finale erano stimati in poco più di 2 anni, quindi ai primi del 2018. Le trattative stiano andando a rilento. Tali accordi di Associazione sono di tipo misto, per cui richiedono l’unanimità dal Consiglio, l’approvazione dal Parlamento Europeo e la ratifica di tutti i 28 Paesi membri”.

L’accordo di Associazione permetterà alla Repubblica di “integrarsi maggiormente all’interno dell’Unione, si potrà liberalizzare il commercio e gli scambi di merci, si potranno disciplinare le importazioni e le esportazioni. L’accordo inoltre stabilirà la piena integrazione di San Marino nel mercato unico delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali. Di fatto, si renderanno più attuabili le quattro libertà fondamentali – libera circolazione delle persone; libera circolazione dei servizi; libera circolazione delle merci; libera circolazione dei capitali – senza dover rinunciare alla millenaria indipendenza che contraddistingue il nostro Stato”.

ANIS, ha sottolineato Bossi, ha particolare interesse soprattutto per quel che concerne la circolazione delle merci e dei servizi. “Un Paese chiuso è di fatto condannato ad avere difficoltà, dovute alla mancanza di un mercato competitivo, e costretto a sostenere maggiori oneri in ogni forma di relazione, da quelle economiche a quelle culturali. Aprirsi all’esterno implica adottare un sistema di regole trasparenti” ma anche “efficaci strumenti di controllo del territorio e delle sue attività economiche. Ciò significherà anche confrontarsi con un grande mercato dove è presente una forte concorrenza. Concludere l’accordo di Associazione vorrebbe dire per le aziende sammarinesi integrarsi al mercato interno dell’UE ed essere equiparate a quelle dei 28 Paesi membri”.

Quello della libera circolazione delle merci e dei servizi è ovviamente il nodo centrale. “Occorre considerare che altri Paesi, Italia per prima, hanno predisposto una serie di norme di controllo che impediscono alle nostre imprese di agire liberamente sul mercato. Oggi vendere i nostri prodotti con le attuali barriere doganali è davvero complicato: pensiamo solo all’emissione e all’appuramento del T2, alle operazioni doganali, al prefinanziamento dell’IVA”.

Un elemento che differenzia Andorra e Monaco da San Marino – tre piccoli Stati – è che nei primi due è già vigente un sistema IVA, che per il buon esito dell’accordo di Associazione, ha spiegato, “rappresenta un passaggio ineludibile. Il sistema di libera circolazione delle merci nell’UE funziona proprio perché esiste l’IVA, anche se è un sistema complesso. Abbiamo chiesto di valutare fino in fondo l’ipotesi di istituire un ufficio doganale a San Marino, come consente l’accordo di unione doganale con l’UE”.

La platea ha poi rivolto numerose domande ai relatori: dalla differenza tra imposta monofase al sistema IVA, passando per la percentuale di lavoratori pubblici rispetto al totale e ai “settori” del manifatturiero più importanti.

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