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IAM srl, pittogrammi di pericolo chimico, istruzioni per l’uso

da Redazione

Attraverso una simbologia specifica, danno al consumatore tutta una serie di informazioni sulla pericolosità e soprattutto sui danni che possono provocare all’uomo o all’ambiente.

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di Mattia Marinelli

 

Li incontrate quasi tutti i giorni, eppure non prestate più di tanta attenzione. Li trovate per esempio nei negozi che vendono i prodotti per la pulizia della casa e dei vestiti, ma anche nelle confezioni per l’igiene delle persone. Sono dei piccoli disegni che in gergo tecnico vengono chiamati “pittogrammi di pericolo chimico”: attraverso una simbologia specifica, danno al consumatore tutta una serie di informazioni sulla pericolosità e soprattutto sui danni che possono provocare all’uomo o all’ambiente.

Prima di entrare nei dettagli, giova ricordare che la normativa che disciplina i pittogrammi ha un acronimo difficile da pronunciare, “CLP” (che significa Classification Labelling Packaging) e che è stato emanato per uniformarsi al sistema di comunicazione globale “GHS” (Globally Harmonized System), adottato in tutto il globo terracqueo. Il suo nome “tecnico” invece è Regolamento CE 1272/2008 ed è stato adottato anche a San Marino. Al di là del loro primo, visivo significato, aiutano a capire le precauzioni da prendere quando vengono utilizzate, come conservarle al meglio, l’iter corretto per smaltirle ma anche cosa fare in caso di incidente, come ad esempio il contatto con la pelle, con gli occhi o con le vie respiratorie.

Da qualche tempo poi gli sguardi più attenti si sono accorti di un particolare: i pittogrammi sono accompagnati da alcune lettere dell’alfabeto, in stampatello. Non è un gioco tipo “Indovina chi?” bensì un chiarimento sulle specificità del singolo prodotto. Le indicazioni di pericolo sono rappresentate con codici numerici con all’inizio la sigla “H”, i consigli di prudenza invece hanno codici con all’inizio la sigla “P”. Con “GH” invece vengono fornite una serie di avvertenze sul loro utilizzo. La nuova normativa non si è limitata ai simboli e alle lettere ma ha “lavorato” anche sulle regole per l’accessibilità ai prodotti chimici: il “paniere”, ovvero la platea che ne può usufruire, si è sensibilmente allargato. Questa “liberalizzazione” non inganni: erano “prodotti pericolosi” una volta e lo sono tuttora. Come comportarsi quindi? Ecco un breve abbecedario: acquistare solamente i prodotti strettamente necessari e in quantità minime; leggere e seguire sempre alla lettera le schede tecniche e le informazioni d’uso del prodotto, conservare i prodotti chimici al sicuro da fonti di calore e fuori dalla portata di bambini possibilmente anche sotto chiave; smaltire i prodotti e le confezioni vuote in maniera corretta in ottemperanza alla normative in vigore; non ton travasare mai i prodotti chimici specialmente nei contenitori a uso alimentare.

Perché prevenire è meglio che curare.

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