Home FixingFixing Consorzio Terra di San Marino, annata da record per la mietitura del grano

Consorzio Terra di San Marino, annata da record per la mietitura del grano

da Redazione

Filippo Giardi: “La quantità si abbina alla qualità”. E ricorda quando il “taglio” era un momento di festa.

Consorzio Terra Filippo Giardi grano

 

“Canta il motore della trebbia, e il forcone / balla, e suda, il contadino, felice /e pe’ ogni chicco in cuor suo benedice / il cielo, mentre s’ingrossa ogni covone”.

Non è cambiato molto dalla descrizione che fa l’ottimo Armando Bettozzi della trebbiatura: ancora oggi si sente il rumore della macchina, si vede il forcone, e il contadino suda sotto il sole. Quest’anno, ad ascoltare le parole di Filippo Giardi che si mescolano con il profumo delle spighe appena tagliate nel campo in zona Gualdicciolo, la “felicità” è un po’ più “alta”. “A seguito di periodo compreso tra maggio e giugno caratterizzato da un ‘bel’ caldo, abbiamo iniziato la raccolta circa 15 giorni prima rispetto al passato. Nonostante le tante preoccupazioni e la china siccitosa, è stata un’annata da record dal punto di vista della qualità che della quantità”.

Filippo Giardi però ha un pensiero anche per le altre colture, in particolar modo le viti e gli ulivi. “Se non piove, la loro produzione è a rischio” racconta prima di “entrare” nei dettagli della raccolta 2017 del grano. “La percentuale di proteine è molto alta, attorno al 12-15%”. E anche per gli altri “grani”, quelli “antichi”, la stagione di quest’anno si rivela particolarmente interessante. “La produzione del ‘Frassineto’ è ottima e permetterà di proseguire nei progetti di panificazione e di nuovi prodotti”.

Piccola “deviazione” per tornare poi al giallo del grano. Ieri e oggi. “Non è mai successo che il 2 luglio finissimo la trebbiatura – spiega con un sorriso -. Quest’anno come Consorzio Terra di San Marino dovremmo arrivare a immagazzinare circa 4 mila quintali di grano TdSM. Grano che verrà destinato quasi nella sua totalità alla trasformazione in piadina e pane”.

Nonostante l’entusiasmo per l’annata d’oro, Filippo Giardi non dimentica il proprio passato. “Oggi i macchinari permettono una lavorazione più veloce: parliamo di 7-800 quintali al giorno. Una volta tutto il mese di luglio era ‘dedicato’ alla trebbiatura”. Quello che non è cambiato è invece l’impegno e il tempo. “Nei giorni ventilati, si inizia a lavorare alle sette di mattina e si può arrivare anche a mezzanotte”. Giardi si ferma un attimo, quasi a cercare le pagine del proprio “libro della memoria”. Una memoria che è una radice profonda. “Ho iniziato a trebbiare 45 anni fa, all’età di 14 anni. Ricordo un anno in particolare quando avevamo una trebbiatrice più ‘semplice’, con meno ‘capacità di taglio’. Lavorò una settimana intera, eccezion fatta per tre ore di ‘riposo’, che servirono per il cambio dell’olio”. Il “libro” ha anche altre “pagine”. Giardi le cerca e poi le racconta. “Quando ero giovane, il momento della trebbiatura era vissuto come una festa da tutta la famiglia. Si andava tutti nei campi e la sera si cenava assieme: si offriva il vino più buono, e venivano serviti a tavola i polli e altre pietanze prelibate. Oggi quel clima di ‘festa’, per diversi motivi, non è più replicabile”.

Il tempo ha cambiato anche il valore economico di questa cereale. “Mio babbo una volta andò a Ravenna per aiutare nella raccolta e tornò a casa con un quintale di grano. In quegli anno con un quintale si ottenevano circa 70 chilogrammi di pane. Oggi invece molto meno”.

C’è però una sensazione che gli dà fiducia: “Per interesse o per curiosità, i giovani stanno riscoprendo la terra”. Si prende una pausa e guarda la mietitrebbiatrice. “Anche dal punto di vista della sicurezza, si sono fatti passi da gigante. Quando ho iniziato, le macchine erano di legno, senza tettuccio e senza autolivellanti. Ogni tanto – sorride – mi chiedo come ho fatto a non farmi mai male”.

La terra e i suoi profumi, i colori del sogno, sono per Filippo Giardi quello che è stato per F. S. Ganci: un “ricordo inciso nel cuore di un uomo saldato alle sue radici”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento