E’ lento, molto lento. Tanto il suo cibo preferito è lì sul fondo o tra gli scogli, e quasi nessuno gli rompe le scatole, perché è proprio una “palla”.
di Daniele Bartolucci
Il pesce palla è uno degli animali più affascinanti del pianeta, ma a parte la sua “rotondità”, ben pochi lo conoscono davvero. Innanzitutto il suo nome scientifico è Tetraodontidae, che deriva dal greco “quattro denti” e si riferisce appunto al fatto che hanno tutti 4 denti larghi fusi in due piastre, una superiore e una inferiore, utilizzate per rompere i gusci e le conchiglie di molluschi e crostacei, loro cibo quotidiano. Quindi non è un predatore, ma un “cercatore”. Ed è lento, molto lento. Tanto il suo cibo preferito è lì sul fondo o tra gli scogli, e quasi nessuno gli rompe le scatole, perché è proprio una “palla”. Anzi, una “palla avvelenata”: tramite un sistema di difesa molto particolare, riesca a gonfiarsi come un palloncino immettendo acqua nel corpo, risultando più grande di quel che è e anche più difficile da inghiottire. Inoltre, tramite la produzione di tetrodotossina, una delle neurotossine più potenti al mondo, può uccidere qualsiasi predatore che provi ad azzannarlo, visto che il veleno è presente sia nelle viscere che nei muscoli e nella pelle. Ed è probabilmente questa pericolosità che ne determina il valore commerciale nella cucina giapponese, dove solo i più abili cuochi riescono a pulire la carne evitando il veleno, per preparare un sushi rarissimo, il fugu.