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Commissione Bilancio, il capogruppo di AP Paolo Tancredi su banche di San Marino e frontalieri

da Redazione

Dichiarazione dell’on. Paolo Tancredi, capogruppo di Alternativa Popolare in Commissione Bilancio su banche di San Marino e frontalieri.

“Come Capogruppo di AP in Commissione Bilancio, invierò una lettera al Governatore della Banca d’Italia, ai Ministri degli Esteri e dell’Economia, sullo sviluppo delle relazioni tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino e le rispettive banche centrali sui temi dell’economia, del credito e del lavoro. Infatti, non può che destare preoccupazione l’atteggiamento della Banca Centrale e dello stesso governo di San Marino nella gestione delle crisi bancarie. Chiederò, in virtù degli accordi presenti e futuri, che tra l’altro prevedono l’ingresso nella UE di San Marino con l’annunciato appoggio del governo Italiano, di monitorare sulle possibili asimmetrie nelle decisioni assunte nel percorso di risoluzione di alcuni istituti con una prevalente presenza di soci, investitori, dipendenti di nazionalità italiana. In questi anni, infatti, i due Paesi si sono mossi verso un’armonizzazione delle norme e delle procedure al fine di perseguire trasparenza e reciprocità sulle politiche fiscali e del credito. L’accordo del 2014 ratificato dalla Legge 23 ottobre 2014 n. 160 prospettava, in un momento di difficoltà del sistema bancario Europeo, una grande apertura nei rapporti tra i sistemi bancari dei due Paesi a cominciare da temi come la lotta al riciclaggio, l’attività di prevenzione e contrasto agli abusi di mercato, il superamento della doppia imposizione fiscale fino ad arrivare a una auspicata integrazione delle attività di vigilanza sugli istituti, tra le due banche centrali, obiettivo assolutamente prioritario tanto più in un momento di accentramento delle attività di vigilanza a livello Europeo. E’ chiaro che tale virtuoso percorso rischia di essere messo in discussione da atteggiamenti che sembrano penalizzare interessi di investitori Italiani. In questo ambito, ad esempio, come riteniamo positiva la modifica della tassa etnica che discriminava i lavoratori italiani, valutiamo assolutamente in contrasto con le buone relazioni tra i due Paesi l’introduzione nella prossima legge di sviluppo, di una nuova tassa discriminatoria per le aziende che assumono personale frontaliero. Riteniamo, infine, non corretto non aver trattato quest’ultimo tema nel recente incontro con il Ministro degli Esteri italiano”.

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