A Ginevra anche una delegazione di ANIS composta da Marta Bossi e Marco Guerra. Dalla 106esima Conferenza internazionale le proposte per superare le disparità di genere.
di Alessandro Carli
Anche una delegazione di ANIS ha partecipato alla 106esima Conferenza Internazionale del Lavoro di Ginevra, che dal 5 al 16 giugno si è riunita per affrontare i tanti temi legati al mondo del lavoro e soffermandosi sulla promozione della pace e sulla stabilità nei paesi emergenti dai conflitti.
Ma sono state soprattutto le disparità di genere che hanno attraversato le quasi due settimane di lavori. Disparità che rimangono tra le sfide più urgenti per il mondo del lavoro. Le donne – si è detto a Ginevra – hanno minori probabilità rispetto agli uomini di partecipare al mercato del lavoro e, una volta che vi accedono, hanno maggiori difficoltà a trovare un lavoro. Inoltre, secondo un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la qualità del loro lavoro è preoccupante. Oltre ai benefici considerevoli di tipo economico, un maggior numero di donne nella forza lavoro avrebbe conseguenze positive sul loro benessere, visto che la maggior parte vorrebbe lavorare. “Il fatto che, a livello mondiale, la metà delle donne sia esclusa dalla forza lavoro mentre il 58% preferirebbe avere un lavoro retribuito indica l’esistenza di forti limitazioni alla loro capacità e libertà di essere attive nel mondo del lavoro” ha dichiarato Deborah Greenfield, Vice Direttore Generale dell’ILO. “Per i decisori di politica, la priorità dovrebbe essere quella di ridurre gli ostacoli che incontrano le donne che scelgono di partecipare al mercato del lavoro, e di abbattere le barriere con le quali si scontrano nei luoghi di lavoro” ha concluso.
“La Conferenza Internazionale del Lavoro – spiegano i due rappresentanti dell’ANIS, la dottoressa Marta Bossi e il dottor Marco Guerra – ha adottato un nuovo standard di riferimento sull’occupazione e il lavoro dignitoso per la Pace e la Resilienza, che aggiorna la guida di una precedente raccomandazione dell’ILO adottata nel 1944 per fornire risposte alle situazioni di crisi contemporanee derivanti da conflitti e disastri. Inoltre, si allarga l’attenzione dello standard sulla ricostruzione e il recupero, includendo la prevenzione e la preparazione”.
Il nuovo standard prevede un quadro normativo univoco incentrato sul mondo delle misure relative al lavoro per prevenire e rispondere agli effetti devastanti dei conflitti e delle catastrofi sulle economie e le società, prestando particolare attenzione a gruppi di popolazione vulnerabili, quali i bambini, i giovani, le donne e gli sfollati persone. La Conferenza ha inoltre adottato una risoluzione che chiede al Direttore Generale dell’ILO di condurre un ruolo di primo piano nel rafforzare i partenariati a livello internazionale per promuovere il nuovo standard. “L’adozione di una nuova raccomandazione sull’occupazione e sul lavoro dignitoso per la pace e la resilienza è molto significativa a più livelli” ha dichiarato il Direttore generale dell’ILO, Guy Ryder, nelle sue conclusioni. “Significativo perché dimostra inequivocabilmente che l’ILO è pronto e in grado di aggiornare i suoi standard, rendendoli robusti e pertinenti. E importante perché è una risposta vitale dal mondo del lavoro per avere milioni di persone, colpite da crisi, disastri o spostamenti. Non solo li ascoltiamo, agiamo per loro e agiscono con loro”.
Il capo dell’ILO ha anche ricordato ai delegati delle responsabilità per quanto riguarda la migrazione del lavoro. Ha fatto riferimento ai “deficit di governance diffusi che permettono spazio agli abusi e troppo spesso un deterioramento degli atteggiamenti pubblici e del discorso politico nei confronti dei migranti e delle migrazioni”.
I due delegati dell’ANIS hanno partecipato ad alcune sedute plenarie. “Si sono svolte soprattutto nella seconda settimana, quella più importante in quanto era dedicata alle risoluzioni da adottare e alle votazioni per eleggere il CdA del gruppo dei datori di lavoro, una delle tre ‘componenti’ del Comitato Tripartito assieme a quelle dei lavoratori e del Governo”.
Tra i momenti più significativi, la loro partecipazione alle votazioni per alcuni problemi internazionali, da quello riguardante gli arretrati dei contributi del Kyrgyzstan alla “risoluzione relativa all’adozione del programma e del bilancio 2018 – 2019 e alla ripartizione del bilancio di reddito tra gli Stati membri”.
Sono state poi votate una serie di abrogazioni di vecchie convenzioni: “Due sul lavoro notturno delle donne, datate 1919 e 1934, due sull’età minima dei lavoratori (una del 1921 e una del 1937), il ritiro della protezione contro gli incidenti degli scaricatori del 1929 e una del 1939, che stabiliva le ore di lavoro e periodi di riposo dei trasportatori su strada”.
Durante le due settimane di Assemblea, spazio anche ai temi che oscillano tra il lavoro e la politica. Tra i temi più “caldi”, l’attenzione di Marco Guerra è stata “catturata” dal Sud America e dall’Africa. “Il Venezuela sta vivendo uno stato assoluto di crisi dato dalla scarsità di beni di prima necessità, tra cui alimenti e farmaci. Chi può permetterselo, va a fare spesa nei Paesi confinanti, come la Colombia”.
Il secondo invece è un caso di cronaca che affonda le sue radici all’inizio del 2016. L’uccisione di Giulio Regeni è ancora oggi oggetto di dibattito politico specialmente in Italia e motivo di tensioni diplomatiche tra Italia ed Egitto. “La discussione sulla morte di Regeni ha creato un’aria piuttosto tesa: sono intervenuti un rappresentante dell’Italia e uno dell’Egitto al fine di sensibilizzare i presenti sul fatto”.