Home FixingFixing Guccini: “Quando scrissi ‘Auschwitz’ il tecnico del suono mi suggerì di cambiare genere”

Guccini: “Quando scrissi ‘Auschwitz’ il tecnico del suono mi suggerì di cambiare genere”

da Redazione

San Marino: le parole del cantautore di Pavana in occasione della festa del Museo del Violino & Casa della Musica.

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di Alessandro Carli

 

“Non pensavo che l’album ‘Via Paolo Fabbri, 43’ avrebbe avuto tutto quel successo. In quegli anni suonavano sotto casa mia moltissime persone. Oggi che vivo a Pavana non vengono più, ma è anche vero che non faccio più dischi”. Francesco Guccini, in occasione della festa di del Museo del Violino & Casa della Musica, si è raccontato davanti a un Teatro Titano davvero gremito. “Oggi scrivo libri gialli e faccio quello che ho sempre sognato di fare”. Dal periodo del giornalismo (“Ho lavorano un anno e mezzo alla ‘Gazzetta di Modena’, prendevo 20 mila lire al mese. Era il 1960. Feci due settimane di ferie e presi 10 mila lire, così lasciai”) ai primi gruppi musicali, sino alle canzoni più celebri. “Quando scrissi ‘Auschwitz’, il tecnico del suono mi suggerì di cambiare genere” ha spiegato il Maestrone. Il viaggio è profondo e sincero: “Il mio primo album, ‘Folk beat n. 1’, ha un titolo orrendo e una copertina brutta” ha ammesso il Bardo. Poi gli incontri e i rapporti con i colleghi. “Io e Giorgio Gaber eravamo abbastanza amici” ha spiegato prima di giocare con la data del suo compleanno. “Oltre a me e a Che Guevara, ho scoperto che il 14 giugno è nato Donald Trump”.

Tra le perle, una pagina degli anni Sessanta. “Ho scritto la sceneggiatura di ‘Salomone pirata pacioccone’, il cartone animato”. Infine, “La locomotiva”. “L’ho composta in mezzora. La prima strofa è l’ultima che ho scritto”.

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