Gli Industriali: “Disponibili a confrontarci nel merito degli interventi, ma Sviluppo e Lavoro sono temi importanti e vanno affrontati in modo serio, non attraverso semplici schemi lanciati sui social network”.
di Daniele Bartolucci
“Il tema del Lavoro e dello Sviluppo è troppo serio per essere affrontato con un semplice schema lanciato sui social network, per di più con molte imprecisioni”. Non è piaciuto proprio per niente agli Industriali il modo adottato dalla coalizione di maggioranza per comunicare i nuovi interventi inerenti il “sostegno allo sviluppo”. La contrarietà al provvedimento, da parte di ANIS, è nota da tempo (e ribadita in Assemblea anche nei giorni scorsi), ma in questo caso c’entra poco: “Non si può stravolgere la realtà in questo modo”, è la critica che proviene da piazzetta Bramante Lazzari. “Siamo sempre stati disponibili al dialogo e al confronto, anche quando la proposta del Governo – come in questo caso – non ci piace. Ci siamo sempre posti in maniera costruttiva, preparandoci anzitempo, documentandoci e chiedendo conto ai nostri associati che affrontano ogni giorno tali questioni, quali siano i reali problemi e i limiti delle normative vigenti. Quello schema va nella direzione opposta, è quasi una mancanza di rispetto, tante sono le imprecisioni contenute. Imprecisioni a cui non possiamo che replicare, per riportare la discussione nell’aveo della realtà”.
E così ANIS ha formulato uno specchietto analogo a quello di Adesso.sm, riepilogando per filo e per segno ciò che accade oggi e cosa accadrà con la nuova normativa proposta dalla Segreteria Industria e Lavoro. “La verità, purtroppo, è che ci sono altri problemi stringenti riguardanti il mercato del lavoro e la competitività delle imprese, problemi che anche con questa nuova legge non verranno affatto risolti. Anzi, c’è il rischio che vengano aumentati o peggio, se ne creino di altri. Il nostro contributo, di idee e proposte, va in questa direzione: risolvere i problemi del mondo delle imprese e favorire il loro sviluppo”.
CECCATO: “COSÌ SI STRAVOLGE LA REALTÀ”
Nel merito, la questione più interessante è quella delle autorizzazioni alle assunzioni nominative dei frontalieri, che Adesso.sm ha detto avvenire “solo con scelta discrezionale della Commissione Lavoro”. Parole che hanno fatto sobbalzare sulla sedia i vertici di ANIS, tanto che lo stesso Presidente Ceccato, durante l’Assemblea del 14 giugno ha dovuto citare il passaggio in questi termini: “Il mercato del lavoro ha bisogno di semplificazione. Il limite vero sono i tempi di risposta dell’Ufficio del Lavoro, spesso dilatati in misura inaccettabile. Il problema è facilmente risolvibile con due interventi molto semplici:
a) ultimare e pubblicare la banca dati on line dei lavoratori residenti, con l’esatto profilo professionale di ciascuno, rendendo così evidente la disponibilità del mercato del lavoro interno;
b) pretendere il rispetto della tempistica previsto dalle norme e accelerare l’evasione delle pratiche, affidando a più collocatori la funzione autorizzativa per l’assunzione dei lavoratori frontalieri. Su quest’ultimo aspetto permettetemi un inciso: in tutto il 2016 la Direzione dell’Ufficio del Lavoro ha autorizzato 832 richieste di assunzione su 967; solo le restanti 135 sono passate attraverso la Commissione. Nonostante questi numeri, che palesano la necessità di più collocatori come chiediamo ormai da tempo, la coalizione di maggioranza ha pubblicato sui social network un grafico in cui scrive che le assunzioni dei frontalieri avvengono solo con scelta discrezionale della Commissione. A fronte di questa affermazione è evidente la mancata conoscenza della Legge del 2005, che permette al Direttore di autorizzare le assunzioni, ma se aggiungiamo i numeri che ho appena esposto, ovvero che la Commissione autorizza meno di un settimo delle assunzioni, siamo di fronte allo stravolgimento della realtà. Non è questo il modo di affrontare tematiche così importanti per il Paese. E, visto l’impegno che mettiamo nell’analizzare i dati e nel proporre soluzioni efficaci, sono costretto ad ammettere che ci sentiamo anche presi in giro”.
Nel frattempo gli incontri sui nuovi interventi normativi riprenderanno nei prossimi giorni, si auspica in un clima più collaborativo. Anche se, va detto, il Governo non sembra voler retrocedere su questa proposta di legge, nonostante le critiche arrivate da tutte le categorie e i sindacati.