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Vigne e vigneti, opportunità di sviluppo anche per il Titano

da Redazione

La dottoressa Anna Letizia Monti: “Investimenti ridotti e risultati immediati”. Potenzialità paesaggistiche e turistiche: se ne parlerà il 21 maggio alle 11 a Borgo Maggiore.

Anna Letizia Monti 1

 

di Alessandro Carli

 

I paesaggi e i vigneti sono elementi fondamentali che – se correttamente correlati con progetti e attività sinergiche – possono rappresentare per un territorio, un’ulteriore interessante opportunità di sviluppo. In attesa dell’intervento che terrà a Florea 2017 (20-21 maggio), abbiamo incontrato la dottoressa Anna Letizia Monti: agronomo, dottore di ricerca in “Studio e Progettazione del Paesaggio”, e Presidente Nazionale di AIAPP – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio fino al 2016, domenica 21 maggio alle 11 illustrerà le valenze che vigne e vigneti esprimono sotto il profilo paesaggistico e le potenzialità che questo ambito può avere per la valorizzazione economica e turistica dei territori.

“L’agricoltura è molto importante ed ha una funzione strategica, anche in un’ottica di conservazione del valore del paesaggio – spiega – perché permette di promuovere un territorio a 360 gradi: non solo con le architetture e i monumenti, le pinacoteche e i parchi naturali, ma anche con i campi coltivati, i prodotti agricoli, le passeggiate a piedi, in bici o a cavallo, i percorsi in auto che facciano conoscere e apprezzare i diversi paesaggi”.

Una forma di turismo lento quindi, che si compie nella realizzazione di una serie di percorsi che permettano di avvicinare le persone alla natura.

“Oltralpe il tema del vigneto è complementare e a quello del vino: vigne e paesaggi sono strettamente correlati e sinergici e – prosegue la dottoressa Monti – credo che, anche in virtù della superficie che la Repubblica di San Marino dedica ai vigneti, 100 ettari, questa ‘nova visio’ possa essere declinata anche sul Titano, che possiede straordinari paesaggi agricoli e una biodiversità significativa, che possono essere valorizzati, ed aree di margine da riqualificare”.

La tentazione è affrontare assieme a lei i temi del “Manifesto del Terzo paesaggio”, l’opera con cui Gilles Clément indica tutti i “luoghi abbandonati dall’uomo”, ovvero i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili come le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie, le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico è grande. La dottoressa Monti sorride, poi ci dice che il terzo paesaggio sostenuto da Clement è una provocazione interessante, ma che non è giusto pensare che le aree lasciate all’abbandono siano il corretto sviluppo paesaggistico del 21° secolo.

In ogni caso un conto sono i luoghi incontaminati, in cui la natura domina incontrastata, un conto invece sono le aree abbandonate, in cui la natura si riappropria degli spazi.

“La natura incontaminata –specifica – ha un valore e un fascino incommensurabile, le aree abbandonate invece sono la dimostrazione degli errori e dell’incuria dell’uomo e vanno quindi gestite e indirizzate a nuova vita. A Gilles Clement il merito di aver posto l’accento sulle aree residuali e alle periferie degradate, in anni in cui ancora se ne parlava davvero assai poco”.

La dottoressa Monti ci parla quindi dell’importanza del progetto di paesaggio, a tutte le scale: dal progetto per un terrazzo o un giardino per la committenza privata, al parco pubblico o alla sistemazione paesaggistica delle aree artigianali e industriali, fino al progetto di paesaggio per l’inserimento delle nuove viabilità o per la valorizzazione di un territorio.

E si sofferma sul fatto che anche a San Marino ci sono esempi straordinari di progetti paesaggistici immaginati e realizzati anche negli ultimi decenni, che possiamo certamente considerare come anni ‘bui’ per il bel paesaggio, dopo le meraviglie dei secoli passati che ci hanno lasciato parchi e giardini famosi in tutto il mondo.

Pietro Porcinai, uno dei più importanti paesaggisti italiani del Novecento, è stato un antesignano del concetto di progetto di paesaggio per ogni nuova realizzazione e attività umana, di ogni dimensione, ed ha progettato e realizzato sistemazioni paesaggistiche nelle scale più diverse: dal giardino al parco urbano, dall’area industriale al villaggio turistico, dall’autostrada all’area agricola. E dopo di lui tanti altri professionisti hanno progettato e realizzato progetti di paesaggio per gli ambiti più diversi.

Il past President di AIAPP poi si sofferma sul ruolo degli agricoltori per la conservazione attiva, la gestione e la valorizzazione del territorio. Un ruolo fondamentale, quello degli agricoltori, che Monti ha definito “i gestori del territorio: con il loro lavoro non solo producono il nostro cibo, ma governano le acque, preservano dal dissesto idrogeologico e continuano a conservare e valorizzare il Paese con sistemazioni agricole che da secoli rendono la campagna un quadro interattivo e mutevole, che spesso è di una bellezza stravolgente”.

Anna Letizia Monti conclude con alcune considerazioni sul valore culturale delle campagne sammarinesi e racconta che in Italia sono state rinvenute “tracce” di vigne e vigneti risalenti al VI secolo avanti Cristo e pertanto è più corretto parlare di “cultura” più che di “coltura”. Un cambio di paradigma semplice e stravolgente al tempo stesso che può realizzarsi con semplici progetti di rispetto e valorizzazione del territorio.

Decidere di valorizzare il proprio territorio anche attraverso le aziende agricole e le colture locali significa anche sviluppare una nuova economia, certamente virtuosa, che permette di differenziarsi e che può generare attività imprenditoriali, nuove economie e attirare turisti attenti a queste tematiche. Turismi virtuosi, lenti, colti, che non invadono ma vivono i territori. “Gli investimenti sono piuttosto ridotti e i risultati possano essere abbastanza immediati: per la Repubblica di San Marino è una bella occasione”.

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