E’ un ciprinide sconosciuto ai più, a parte i pescatori sportivi. Il motivo è presto detto: con carni mediocri ed eccessivamente liscose la sua importanza commerciale è pressoché nulla.
di Daniele Bartolucci
Il Pseudorasbora Parva è un ciprinide sconosciuto ai più, a parte i pescatori sportivi. Il motivo è presto detto: con carni mediocri ed eccessivamente liscose la sua importanza commerciale è pressoché nulla. Ovviamente sono esclusi i cormorani, che ne fanno incetta dove possono, ma quelli non pagano! E’ un pesce piccolo, poco combattivo, eppure tutti lo conoscono. Perché? Perché sta colonizzando un po’ tutti i laghi di pesca dello stivale, anzi, è una specie molto invadente, tanto che sta lentamente soppiantando le più pregiate alborelle e i sempre più rari triotti e rovelle. Gli “pseudo”, come li chiamano i pescatori, sono infatti una specie importata, dall’Asia, da dove non si sa perché, qualcuno li ha portati in Europa alla fine del XIX secolo. O meglio, si pensava probabilmente potessero rappresentare un allevamento interessante anche per l’alimentazione, come è avvenuto per altri ciprinidi. Invece, il risultato è stato l’opposto e pericoloso: non solo nessuno – a parte i cormorani – li apprezza in tavola, ma stanno facendo scomparire altri pesci più interessanti, ora anche in Italia. E’ quindi inutile e dannosa? Non proprio. La pesca con il “vivo”, infatti, molto in voga in alcuni bacini d’acqua dolce, vede questo “asiatico” quale miglior esca possibile. Anche perché resiste all’amo più dei colleghi europei.