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La nuova frontiera della biopsia liquida

da Redazione

Bioscience Genomics ha sviluppato il nuovo programma “Helixafe”. Il dottor Giuseppe Mucci lo ha presentato anche al “Maurizio Costanzo Show”.

Giuseppe Mucci 16

 

di Alessandro Carli

 

“Attraverso ‘Helixafe’, il programma sviluppato da Bioscience Genomics, spin off dell’Università di Tor Vergata del gruppo sammarinese Bioscience Institute, si riesce a individuare quando un tumore si sta formando, ovvero prima ancora che si sia formato. Con un semplice prelievo di sangue si valuta il profilo individuale di stabilità genetica, che si aggiorna ogni anno mediante la ripetizione del test della lettura delle mutazioni. Quanto più il monitoraggio si estende nel tempo, tanto più diventa accurato il risultato”.

A parlare è il dottor Giuseppe Mucci, l’Amministratore Unico di Bioscience Institute, l’azienda fondata 2006 che si occupa a tutto campo di medicina rigenerativa che, grazie all’innovativo programma “Helixafe”, è stato anche invitato alla puntata del Maurizio Costanzo Show di fine aprile per raccontare il progetto.

“Siccome l’origine di un tumore è un’instabilità genetica e l’instabilità genetica deriva dall’incapacità dell’organismo di riparare i danni che il DNA subisce in conseguenza dell’ambiente esterno e dello stile di vita di una persona – spiega l’Amministrator Unico del Bioscience Institute della Repubblica di San Marino -, finché le condizioni sono in equilibrio, il DNA viene riparato dall’organismo. Qualora il DNA non venisse riparato, si viene a creare una mutazione”.

Può accadere quindi che, nel corso della vita, questi danni non riescano a essere riparati dall’organismo e che quindi si vada incontro ad un processo progressivo di accumulo di mutazioni che porta all’insorgenza della patologia tumorale.

Il tutto può accadere in un periodo di tempo molto lungo in quanto dalla prima mutazione alla manifestazione della malattia, possono passare da 10 a 30 anni.

La tendenza al progressivo accumulo di mutazioni, nel tempo, è espressione della condizione di “instabilità genetica”.

Tale instabilità può essere considerata come la fase prodromica della malattia cancro perché, nonostante l’individuo sia sano e privo di sintomi, sta sviluppando un processo che ha il cancro come sua evoluzione.

“Siamo riusciti a sviluppare il programma grazie alla tecnologia che, da una prima valutazione, riesce a leggere, anno per anno, la mutazione – puntualizza il dottor Giuseppe Mucci -. Non si tratta di una diagnosi precoce ma di uno step antecedente”.

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