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Aziende: cresce la fiducia e si vedono buoni segnali di ripresa

da Redazione

La Camera di Commercio ha presentato nei giorni scorsi il “Rapporto sull’impresa sammarinese 2015-2016”.

CCIAA Terenzi Ghiotti

 

di Alessandro Carli

 

In cinque anni, tra il 2008 e il 2013, il volume totale delle esportazioni delle imprese sammarinesi si è contratto del 45%, quantificato in circa 1.700 milioni di euro. Un contrazione dovuta principalmente alla diminuzione degli scambi con l’Italia.

Eppure nel corposo “Rapporto sull’impresa sammarinese 2015 – 2016”, firmato dalla Camera di Commercio e che si basa sui risultati di un questionario telefonico sottoposto ad un campione di 400 imprese (complessivamente sono state contattate 554 imprese, 153 delle quali non hanno risposto all’intervista) emergono anche una serie di indicazioni positive per il Titano, trainate dagli scenari internazionali: per la prima volta in quasi dieci anni, tutti gli Stati membri dell’UE dovrebbero crescere per tutto il periodo di previsione 2016-2018. Il PIL reale della zona euro è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, l’occupazione aumenta a ritmo sostenuto e la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livelli precrisi. Anche per San Marino le previsioni sono moderatamente positive, con un PIL visto al rialzo per il 2016 dell’1,1% dal Fondo Monetario Internazionale.

A fronte di un recupero del prodotto interno lordo per l’economia italiana nel biennio 2010-2011, l’economia sammarinese ha accusato una contrazione significativa dei livelli di attività. Nel 2012 evidente lo scarto tra la variazione del PIL italiano e quello sammarinese, seppure entrambi con segno negativo. Nel 2013 le dinamiche di variazione del PIL tra di due Paesi si sono allineati con valori prossimi allo zero ma è poi il 2014 a rivelare nuovamente uno svantaggio per San Marino: mentre il PIL italiano inizia una lenta ripresa (+0,46%), quello sammarinese scende del -1,01%. Infine nel 2015 si è assistito a un ripresa del PIL superiore all’1,5% per entrambi i Paesi.

 

IL MONDO DELLE IMPRESE: SEGNALI INTERESSANTI


Dopo un calo progressivo tra il 2019 a il 2014 sia per quel che concerne il numero di imprese che per quello dei dipendenti, dal 2015 si è registrata una inversione di tendenza. Lo scorso anno le aziende presenti sul territorio erano 5.079 mentre il numero di dipendenti ha messo a segno un +233, arrivando a 18.573. C’è stato quindi un miglioramento sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione guadagni è scesa nel 2016 al di sotto dei livelli pre-crisi. Anche il tasso di disoccupazione ha subito un lieve miglioramento, scendendo dal 9,18% del 2015 all’8,59% del 2016.

 

ANALISI DEI BILANCI: TREND POSITIVO

 

L’analisi dei bilanci 2015 delle società sammarinesi conferma il trend positivo che caratterizza la maggior parte dei comparti economici, con un aumento generale del valore della produzione del 2,9% rispetto al 2014 e buoni livelli di redditività, con il ROI (Return on Investment) che è passato dal 4,1% del 2014 al 6,2% nel 2015.

 

SETTORE PER SETTORE: CHI SALE, CHI SCENDE


Nello specifico il 2015 è un anno positivo per il comparto metalmeccanico: il valore della produzione ha messo a segno un +8% e una ripresa dei margini operativi. Al contrario l’altra industria manifatturiera – che comprende carta, chimica, editoria, plastica, stampa, tessile e altri – ha registrato una diminuzione del valore della produzione pari al -6%, accentuando la dinamica già negativa del 2014. Nonostante ciò il settore è riuscito a mantenere buoni livelli di redditività. E’ proseguito nel 2015 la fase di ridimensionamento che sta caratterizzando il settore delle costruzioni. Per il commercio all’ingrosso invece il 2015 è stato il primo anno in crescita in termini di fatturato dopo 6 anni. La redditività operativa è riuscita a mantenersi su livelli positivi nonostante la riduzione dei volumi. Il commercio al dettaglio è tra i settori che hanno avuto i migliori risultati con un aumento del valore della produzione del 6,2%, aumenti significativi per gli indici di redditività che recuperano la caduta del 2014. Primo segno positivo sul valore della produzione per il comparto dei trasporti dopo ben sei anni, con un esiguo +0,5%.

Uno dei pochi settori che nel 2014 aveva riscontrato segnali migliorativi e che conferma e rafforza il trend nel 2015 è quello dei servizi alle imprese, che si contraddistinguono per volumi in ripresa. Anche i servizi alla persona continuano il trend in aumento con il valore della produzione cresciuto dell’8% nel 2014 e del 3,8% nel 2015 e buoni livelli di redditività. Nell’ambito dell’indagine congiunturale elaborata grazie al contributo di 400 imprese emerge che il 22% delle imprese ha visto il reddito diminuire rispetto al 2015 contrapposto un altro 22% che lo vede aumentato. Il restante 56% vede una sostanziale stabilità. L’indice del clima di fiducia delle imprese è comunque in crescita per la quarta rilevazione consecutiva, arrivando a gennaio 2017 a superare la soglia di 141, massimo storico dal 2009 ad oggi. Il settore dei servizi quello più orientato verso la fiducia.

 

GIUDIZI SULL’IMPRESA E SUL TERRITORIO

 

Un giudizio sulla situazione economica attuale di San Marino e un giudizio sulla situazione nei prossimi sei mesi: questo è quanto stato chiesto agli imprenditori intervistati e lo stesso è stato fatto con riferimento alla propria impresa. Vengono confermate le differenze tra i giudizi sul territorio e quelli sulla propria impresa, nonostante si riscontri una crescita degli indici. Il giudizio sulla situazione attuale per la Repubblica rimane su livelli bassi, passando da un indice pari a 61 a quello attuale pari a 75. Solamente il 10% delle imprese ritiene che la situazione economico-finanziaria di San Marino sia migliorata, contro una quota pari al 23% che ha visto migliorare la situazione della propria impresa. Migliori i giudizi sulla situazione attesa, in particolare in riferimento alla propria impresa.

 

RISULTATO ECONOMICO 2016 IN EQUILIBRIO


Agli imprenditori è stato chiesto di confrontare il risultato economico 2016 dell’impresa rispetto a quello dell’anno precedente. Il 22% delle imprese ha visto il reddito diminuire rispetto al 2015, per il 56% è invece in sostanziale stabilità mentre il 22% di imprese lo vede aumentato. Se si analizzano settorialmente le risposte, emerge che l’industria manifatturiera alimentare e le attività finanziarie sono i settori in cui la maggior parte delle imprese ha visto una variazione negativa. Sono invece i settori dell’industria manifatturiera di impianti e macchinari e del Commercio all’ingrosso quelli con la maggior percentuale di imprese che hanno visto un aumento del risultato economico rispetto all’anno precedente.

Il 22% di imprese afferma di aver visto aumentare il proprio risultato economico. Si tratta di aumenti che arrivano fino al 20% per il 7% delle imprese. Il 2,5% di imprese prevede aumenti che superano il 20%. Tra quelli che hanno affermato un peggioramento della propria performance, circa il 3% delle imprese ha visto dal -15% al -40% di reddito in meno rispetto all’anno precedente, il 2,5% ha avuto diminuzioni fino al -10%.

 

LAVORO E INVESTIMENTI: MEGLIO LE GRANDI AZIENDE

 

Per quanto riguarda le previsioni sull’occupazione, il 63% degli imprenditori ritiene che nei prossimi sei mesi il numero di addetti all’interno della propria impresa rimarrà invariato, il 7% prevede che diminuirà, il 21% non sa cosa farà a riguardo e il 9% lo prevede in aumento. Sono le imprese con più di 50 addetti quelle più ottimiste sull’aumento dei posti di lavoro.

Il 3% delle imprese effettuerà investimenti significativi nel prossimo semestre, il 16% li effettuerà ma in modo non significativo. Il 5% dichiara che dovrà posticipare gli investimenti e ben il 76% delle imprese dichiara che non effettuerà alcun investimento.

Al crescere della dimensione dell’impresa, aumenta anche la propensione a effettuare investimenti, più della metà delle grandi imprese effettuerà degli investimenti nei prossimi sei mesi.

 

LE RELAZIONI CON L’ITALIA E GLI ALTRI PAESI ESTERI

Agli intervistati è stato chiesto se la loro impresa intrattiene rapporti commerciali con paesi esteri diversi dall’Italia. Dai risultati emerge come il numero di imprese che commerciano esclusivamente con l’Italia sia molto elevata (80%) e in aumento rispetto alla rilevazione precedente. Sono le imprese più grandi e strutturate quelle che più facilmente si possono rivolgere all’estero. Più del 50% delle imprese con numero di addetti superiore a 50 si rivolge infatti anche ai mercati esteri differenti da quello italiano. Per quello che riguarda i settori è l’industria manifatturiera a risultare maggiormente aperta al commercio estero extra-italiano. Seguono il commercio e i servizi. Le quote di fatturato provenienti da questi paesi sono esigue, sino al 30% di fatturato per il 10% delle imprese. Il 5% di imprese hanno quote di fatturato “extra italiano” che vanno dal 50% all’80%. Alle imprese che hanno rapporti con paesi esteri diversi dall’Italia è stato chiesto se tale quota di fatturato possa aumentare o diminuire nel lungo periodo. Il 35% di queste imprese ha affermato che aumenterà, al contrario di un 10% che la ritiene in diminuzione. Il 22% pensa che rimarrà invariata.

 

INTERNET E LE IMPRESE: AMPI MARGINI DI CRESCITA

 

Le imprese che effettuano vendite online sono l’11% delle imprese intervistate. Le quote di fatturato derivanti dalle vendite online sono circa entro il 10% per buona parte di queste imprese.

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