Home FixingFixing Carlo Barulli: le maioliche istoriate e gli stilisti del ‘900

Carlo Barulli: le maioliche istoriate e gli stilisti del ‘900

da Redazione

Museo di Stato: aperta sino a fine maggio la mostra “The big collection”. I pezzi firmati da grandi Maestri come Minghetti, Cantagalli e Ginori.

Barulli

 

di Alessandro Carli

 

“La Repubblica di San Marino, nel corso del Novecento, ha avuto una propria produzione ceramica di riguardo, spesso accompagnata anche da oggettistica minore, souvenir e materiali pubblicitari, ma questa tradizione artigiana ha beneficiato in moltissimi casi di segreti e capacità decorative di maestri provenienti da manifatture presenti sulla penisola italiana che a San Marino hanno trasferito il loro sapere e sovente hanno trovato casa per la vita” racconta Paolo Rondelli, Direttore degli Istituti Culturali. Proprio su questo ideale itinerario di connessione si pone la mostra “The Big Collection”, nata dall’idea di un collezionista privato, Carlo Barulli. “Barulli – prosegue Rondelli – che nel corso di molti anni ha raccolto e tutelato pregevoli pezzi provenienti dalle principali manifatture che fra Ottocento e Novecento hanno ‘educato’ al bello e ai simboli patrii gli italiani, i cittadini del nuovo Regno ora unito sotto la corona Savoia, popoli diversi fra di loro che necessitavano di una propria unità culturale che traducesse nel quotidiano i valori risorgimentali. Se è vero che i pezzi esposti erano certamente dedicati a case nobili o alto borghesi, resta comunque il fatto che erano proprio quelle classi dirigenti che avevano la necessità di ‘unificarsi’ in una unica idea simbolica. E quindi le principali manifatture ceramiche, Molaroni, Farina, Ginori, Santarelli, Minghetti e Cantagalli parteciparono a questo disegno realizzando maioliche che raffigurano i simboli della classicità o l’iconografia religiosa, le glorie vittoriose e la forza delle radici culturali di quel Regno d’Italia appena formatosi”.

La mostra, che rimarrà aperta sino alla fine di maggio nelle sale del Museo di Stato – Palazzo Pergami-Belluzzi con ingresso gratuito, è composto da circa 116 pezzi. “L’iniziativa – spiega Carlo Barulli – sta avendo un buon successo di pubblico. Molti appassionati di ceramica e molti collezionisti si sono recati a vederla. I commenti che i visitatori hanno lasciato sul ‘guest book’ sono tutti positivi. Feedback in lingua italiana ma anche inglese, francese, tedesca e… orientale”. Non sono mancati i politici. Uno in particolare, Carlo Barulli lo vuole menzionare. “In occasione dell’insediamento della nuova Reggenza, l’oratore ufficiale George William Vella, Ministro degli affari esteri di Malta, è venuto a vedere la collezione”.

Il collezionista poi si sofferma sul periodo storico dei manufatti. “Gli anni che vanno tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento hanno rappresentato la grande epoca delle ceramiche artistiche e artigianali. Straordinarie maestranze e ottimi pittori hanno dedicato i loro talenti a questa forma d’arte”. Che oggi forse non ha più quella spinta propulsiva, o forse quell’attenzione che meriterebbe. “Oggi mancano i grandi maestri. Sarebbe auspicabile un ritorno dei giovani alle ceramiche artistiche. Viviamo in un zona – e mi riferisco al territorio che comprende Bologna, Faenza, Gubbio, Gualdo e giù sino alla Toscana, che in passato si è distinto per l’eccellenza delle sue maioliche”.

Maioliche istoriate, quelle che sono in mostra al Museo di Stato, e che Barulli non esclude di “esporre anche fuori San Marino”. Ma prima, una precisazione. “Sono definite ‘istoriate’ – aggiunge – perché occupano l’intera superficie del manufatto, con iconografie ispirate alla mitologia, alla storia antica o all’Antico e al Nuovo Testamento, spesso tratte da incisioni trasferite sul supporto ceramico con la tecnica dello spolvero. Questi manufatti erano commissionati dalle famiglie aristocratiche per essere ostentati nelle loro raccolte d’arte insieme ai servizi in argento”.

Piatti, anfore, fiasche, acquasantiere, rinfrescatoi, alzate, vasi, vassoi e candelabri finemente decorati: un viaggio nelle linee e nelle forme, nei colori bellissimi, nella definizione dell’immagine, che riempie gli occhi.

“Sono pezzi unici – conclude Paolo Rondelli – di grande forza e impatto visivo, fortunatamente giunti a noi grazie all’amore di chi le ha sapientemente collezionate”.

E che meritano di essere ammirate. Non andarci, significa perdersi qualcosa di bello.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento