Prima non esisteva il touchscreen, tutto passava per una tastiera e navigare su Internet con un telefonino era davvero difficile, poi il 9 gennaio del 2007, arriva Steve Jobs presentandoci il primo iPhone. Da allora il cellulare smise di essere solo uno strumento utile.
Oggi almeno 2 miliari di persone hanno in tasca uno smartphone, per un fatturato di 421,8 miliardi di dollari nel solo 2016.
Ricordare la rivoluzione di iPhone e di tutti gli altri telefoni intelligenti, vuol dire tuttavia sottolineare anche gli aspetti più problematici. Lo scienziato Maffei in un intervista del 6 gennaio 2017 su IL GIORNO del Resto del Carlino, sostiene appunto che “l’uso continuo di questi strumenti sta cambiando i collegamenti neuronali stimolando quelli del pensiero veloce a sfavore di quelli preposti al pensiero lento, riflessivo.
I ragazzi stanno ore e ore con gli smartphone in mano, comunicando e chattando con tutti. Tuttavia, questa attività è solo un’apparente apertura verso il mondo. Perché il grande paradosso di tutto questo comunicare è che, in realtà, si sentono sempre più soli, chiusi in se stessi e nel loro mondo virtuale.
Affrontare questo problema è una delle grandi sfide che si deve porre anche la nostra scuola. Risuona forte questa frase: “Non possiamo negare la tecnologia, ma possiamo aiutare i giovani ad avere stimoli più reali e profondi, interessi più umani. Meno informazione e più formazione”.
La dipendenza da smartphone, soprattutto nei giovani che hanno un cervello predisposto ad assorbire “come una spugna”, è una delle questioni urgenti di questi ultimi tempi e spetta anche a noi cittadini cercare di sviluppare una strategia adatta, perché i nostri ragazzi non ne vengano travolti.
Il Movimento dei Giovani Democratico Cristiani, del quale sono il Presidente, da mesi si sta incontrando con esperti in materia di comunicazione, con l’obbiettivo di contribuire alla “Riforma Scolastica di San Marino”, proponendo soluzioni anche per questa problematica. Nelle prossime proseguiremo incontrando esperti in psicologia, medicina ed educazione, per valutare progetti formativi che aiutino gli studenti ad avere stimoli più reali e profondi, anche attraverso una didattica del gioco e della relazione interpersonale.
I giovani sono il patrimonio del futuro di San Marino. Ridisegnare la nostra scuola, modernizzandone i contenuti ed educando i ragazzi ad approcciarsi responsabilmente con le tecnologie, contribuirà ad un Paese più consapevole e culturalmente capace di interfacciarsi in maniera credibile con il resto del mondo.
Lorenzo Bugli