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Ente Cassa di Faetano, tra le strutture a guscio e l’arco di un violoncello

da Redazione

Villa Manzoni, la IV Convention del Fondo per l’eccellenza. Le parole dell’ingegner Bacciocchi, le note del Maestro Stefanelli.

ECF gruppo ok

 

di Alessandro Carli

 

Parole e musica. Musica e parole – ad altissimi livelli – si sono inseguite, alternandosi, nella quarta edizione della Convention del Fondo per l’Eccellenza Sammarinese, ospitata all’interno di Villa Manzoni il 4 aprile e voluta da Ente Cassa di Faetano – Fondazione Banca di San Marino come momento di “condivisione” dei percorsi di alta formazione che i giovani sammarinesi – quest’anno sono stati due, Michele Bacciocchi e Francesco Stefanelli (che, nella mattinata del 4 aprile sono stati anche ricevuti dagli Eccellentissimi Capitani Reggenti Zavoli e D’Ambrosio) – hanno potuto frequentare all’estero. Parole e musica, si diceva, all’interno di un evento condotto dalla giornalista Giovanna Bartolucci di San Marino RTV che ha “stimolato”, con una serie di domande, i due “eccellenti”. Ed eccellenti, lo sono davvero: il primo difatti ha conseguito la laurea e ha un il dottorato di ricerca in Ingegneria Civile presso l’Università di Bologna ancora in corso mentre il secondo, Maestro in violoncello presso l’Istituto Lettimi di Rimini, sta frequentando un Master of Art in Music Performance presso il Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano. Un progetto, quello di Ente Cassa di Faetano che, come ha spiegato il Presidente Maurizio Zanotti, “è nato nel 2013 ed è stato fermamente appoggiato da tutto il Consiglio di Amministrazione. Ci interessa valorizzare esperienze interessanti: siamo convinti che i giovani che sosteniamo con il Fondo per l’Eccellenza Sammarinese rappresentino una grande risorsa per San Marino. Sia che rientrino in territorio sia che rimangano all’estero, l’importante è mantenere un rapporto vivo, creare una rete, che certamente potrà tornare utile sia a loro nei rispettivi percorsi che a noi, che già siamo impegnati a vario titolo del contesto sammarinese, e che abbiamo la responsabilità di sostenerli e aiutarli”.

Dopo le parole del Segretario di Stato alla Cultura Marco Podeschi – nel suo intervento ha posto l’accento sul fatto che un piccolo Paese come San Marino possa uscire da un momento difficile come quello attuale attraverso la conoscenza e la cultura -, i due giovani hanno preso il microfono per condividere con la platea le proprie esperienze.

 

MICHELE BACCIOCCHI


Grazie al contributo del “Fondo per l’Eccellenza”, il giovane ingegnere ha frequentato un semestre di ricerca presso la Texas A&M University di College Station, in Texas (USA).

“Gli obiettivi – ha spiegato Bacciocchi – si concentrano sull’analisi del comportamento meccanico di strutture a guscio in materiale composito”, ovvero “lo sviluppo di nuove teorie strutturali, lo studio della risposta strutturale di piastre e gusci realizzati in materiali innovativi”, ma anche “l’effetto della fondazione elastica sul comportamento statico delle strutture e lo sviluppo di tecniche numeriche avanzate per la risoluzione di equazioni differenziali”.

Materia complicata, che l’ingegnere ha subito reso molto più chiara prendendo come esempi alcune strutture a guscio molto celebri: la Casa Batlò di Gaudi a Barcellona, il Kresge Auditorium di Saarinen, i silos e le torri di raffreddamento, le imbarcazioni, le fusoliere degli aerei, le protesi utilizzate in campo della medicina.

“I materiali compositi – ha proseguito – si applicano al consolidamento sismico di archi e volte in muratura, negli scafi e nelle vele delle imbarcazioni, nell’industria automobilistica. Sono prodotti combinando due o più materiali maniera da ottenere, dal punto di vista macroscopico, proprietà ingegneristiche migliori rispetto ai materiali convenzionali, come ad esempio i metalli. Alcune delle proprietà che possono essere migliorate attraverso la progettazione di un materiale composito sono la rigidezza, la resistenza, la riduzione di peso, la resistenza alla corrosione, le proprietà termiche, la vita a fatica, la vita utile, eccetera”. Infine, Bacciocchi ha “raccontato” la Texas A&M University, dove ha terminato gli studi sotto il professor J. N. Reddy, uno dei massimi esperti del settore e che ha più di 630 articoli scientifici indicizzati e 20 libri pubblicati: “E’ la quarta università più grande degli Stati Uniti ed ha circa 63 mila iscritti. E’ al decimo posto nella classifica mondiale delle università con i maggiori fondi stanziati per la ricerca”.

 

FRANCESCO STEFANELLI


Meno parole, ma nemmeno troppo, per il Maestro che ha alternato i racconti a una piccola performance musicale, un viaggio nell’evoluzione della musica per violoncello. “La scuola universitaria di musica del conservatorio di Lugano è un’istituzione riconosciuta a livello internazionale che offre una formazione a livelli di eccellenza. Grazie agli studenti che provengono da tutto il mondo, ai musicisti di fama internazionale e ai programmi di scambio e di ricerca, l’università propone programmi formativi di alta qualità”.

Francesco frequenta il primo anno del Master in Music Performance nella classe del Maestro Enrico Dindo, uno dei più importanti violoncellisti a livello internazionale. “Si tratta, il mio, di un corso di formazione di tipo specialistico che viene offerto con tre major diversi: instrumental performance, wind orchestra conducting ed ensemble conducting. Il major strumentale, quello che frequento, tratta tutti gli aspetti fondamentali della performance: repertorio strumentale, musica da camera, musica da orchestra. L’obiettivo del Master è quello di contribuire alla formazione musicale focalizzata sulla performance e basata allo stesso tempo sulla riflessione critica e sulla capacità di giudizio individuale”, ma anche quello di “offrire i mezzi e gli strumenti per permettere agli studenti di sfruttare al meglio il proprio potenziale artistico”, con un occhio di riguardo al mercato di alto livello. Molte, moltissime le competenze artistiche finali che il giovane Maestro sammarinese dovrà raggiungere alla fine del percorso: “Oltre alla padronanza dello strumento, dovrò avere un’intensa esperienza musicale- artistica, una maturazione di un repertorio ampiamente rappresentativo delle diverse epoche e degli stili più rilevanti”. Il Master che sta seguendo Francesco si sviluppa in tre ambiti: pratico-artistico, musicale-professionale e individuale. “Senza dimenticare la parte dello studio autonomo, circa 1.000 ore all’anno” ha concluso, con un sorriso.

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