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Il Monte Titano e la Cina ancora una volta amici alla Biennale

da Redazione

Venezia: la 57esima Esposizione Internazionale d’Arte aprirà il 13 maggio. Vincenzo Sanfo: “Ci identifichiamo nello slogan ‘Viva arte viva'”.

Sanfo

 

di Alessandro Carli

 

Sarà aperta al pubblico da sabato 13 maggio a domenica 26 novembre la 57esima Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo “Viva arte viva”, curata da Christine Macel e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. E anche quest’anno ci sarà il Titano. Il Friendship Project che unisce San Marino e la Cina e che vede la direzione artistica di Vincenzo Sanfo, vedrà esporre Fu Yuxian, Xing Gang, Yishan, Zhang Wang, Zhao Wumian, Priscilla Beccari, Giancarlo Frisoni, Giovanni Giulianelli, Sisto Righi, Patrizia Taddei e Marco Tentoni.

 

LE PAROLE DI SANFO


La Biennale di Venezia quest’anno utilizza come slogan “Viva Arte Viva”. “Ci identifichiamo molto in questo concetto di innalzare la vita dell’arte e nell’arte, soprattutto in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo – spiega il professor Vincenzo Sanfo -. Ed a nostro avviso il modo migliore per vivificare l’arte è proprio quella di renderla linguaggio che metta in comunicazione uomini, culture, eredità, che lungi dal cancellarsi reciprocamente, trovano nuova linfa dal confronto nella diversità. Ecco come nasce il nostro progetto di San Marino, ed ecco come nascono molte delle opere che stanno esposte: dal riconoscersi diversi ma anche molti già simili di quanto ci si possa aspettare. San Marino ha il merito a nostro avviso di aver intuito tra i primi il necessario superamento del concetto di ‘Padiglione nazionale’, trasformando i propri spazi in un vero e proprio ‘trans-padiglione’, così come definiti da Macel. Due anni fa, per la precedente edizione della Biennale, il Friendship Project ha riscosso ampio successo, con migliaia di visitatori e numerose recensioni molto positive. Il progetto è stato ispirato dai conflitti del nostro tempo: per riaffermare la tradizionale e storica vocazione della Repubblica più antica del mondo alla Pace, alla Laicità ed alla Libertà. Il progetto si propone quindi anche nel 2017 di sottolineare l’importanza della collaborazione e del dialogo tra i popoli, ma anche il ruolo prezioso del confronto nell’arte contemporanea, come fucina di idee e creatività. E’ straordinario come artisti dalla storia e dal background così diversi possano invece ritrovare un messaggio comune, dei linguaggi comuni, quando giungono ad esplorare l’uomo, i suoi valori, le sue sfide e i suoi smarrimenti. Gli artisti si concentreranno soprattutto sulla pittura a inchiostro, tecnica artistica che in questo momento è molto discussa nel mondo culturale cinese per la sua rilevanza tradizionale e il suo futuro. L’idea è quindi stata accolta con grande favore coinvolgendo in questo progetto le più alte associazioni ed enti culturali. Saranno poi presenti alcuni grandi sculture ed installazioni, così come lo scorso anno, che certamente non mancheranno di suscitare dibattito tra i visitatori e gli operatori del settore. Ricordiamo dello scorso anno gli ormai famosi ‘lupi’ di bronzo che aggredivano una Pietà di Michelangelo attonita”.

 

IL PRESIDENTE BARATTA


La mostra offre un percorso espositivo che si sviluppa intorno a nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini. 120 sono gli artisti partecipanti, provenienti da 51 paesi; di questi 103 sono presenti per la prima volta nella Mostra Internazionale del curatore.

“La Biennale si deve qualificare come luogo che ha come metodo, e quasi come ragion d’essere, il libero dialogo tra gli artisti e tra questi e il pubblico”. Con queste parole il Presidente della Biennale Paolo Baratta ha presentato nei giorni scorsi la Biennale Arte 2017, spiegando che “con questa edizione si introduce un ulteriore sviluppo; è come se quello che deve sempre essere il metodo principale del nostro lavoro, l’incontro e il dialogo, diventasse il tema stesso della mostra. Perché questa Biennale è proprio dedicata a celebrare, e quasi a render grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza”. Una mostra ispirata all’Umanesimo. “Un Umanesimo – ha aggiunto Christine Macel – non focalizzato su un ideale artistico da inseguire, né tanto meno caratterizzato dalla celebrazione dell’uomo come essere capace di dominare su quanto lo circonda; semmai un umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo, forze che se lasciate sole possono grandemente condizionare in senso riduttivo la dimensione umana. È un umanesimo nel quale l’atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità”.

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