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Repubblica di San Marino, banche: un asset strategico

da Redazione

Il convegno della scorsa settimana sui NPL ospitato al Kursaal ha riacceso i fari (forse mai davvero spenti) sul sistema e sul rapporto, davvero simbiotico, che ha con i cittadini e le imprese del territorio.

 

Il convegno della scorsa settimana sui NPL ospitato al Kursaal ha riacceso i fari (forse mai davvero spenti) sul sistema bancario e finanziario sammarinese e sul rapporto, davvero simbiotico, che ha con i cittadini e le imprese del territorio. Un sistema che sta attraversando una fase complicata: la riduzione della raccolta totale del sistema bancario (BCSM l’ha quantificato in circa a 6 miliardi e 495 milioni) si è sommata infatti alla non possibilità dello stesso sistema di approvvigionarsi all’esterno, come invece possono fare gli altri Paesi (alla BCE o presso altre Banche Centrali).

Detto che svendere i NPL frettolosamente pur di “toglierseli dalla pancia” è un rischio che il sistema non può permettersi di correre – gli effetti negativi si ripercuoterebbero per anni -, le soluzioni che hanno esposto i relatori del convegno, in sintesi, sono essenzialmente due. La prima prevede la costituzione di una bad bank, un veicolo finanziario comune. La seconda, forse più adeguata alla realtà locale, invece delinea la creazione di specifiche unità interne alle singole banche, ovvero di far convogliare i NPL in società di gestione (SG), in modo che ogni singolo istituto li gestisca al meglio e ne recuperi il valore più alto possibile. Per agevolare il progetto e rilanciare il sistema, è comunque necessario che vengano messi in campo quanto prima una serie di interventi normativi in modo che le soluzioni e certi passaggi possano essere presi in tempi più brevi. Il sistema bancario e finanziario è stato uno degli asset principali del Paese e ha contribuito allo sviluppo dell’intero sistema. E anche in futuro deve continuare ad avere la sua funzione di volano.

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