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San Marino non è la Grecia, e non può permettersi di diventarlo

da Redazione

Il Movimento Paneuropeo opera in tutto in più di 35 Stati in tutto il continente da almeno 30 anni per far sopravvivere il sogno europeo di fronte al triste spettacolo dell’Europa delle banche e delle burocrazie attente più ai desiderata dei poteri forti che ai bisogni dei popoli europei. Questo perché particolarmente i piccoli popoli, come quello Sammarinese, sono i primi a rischio sparizione dentro un progetto di globalizzazione hard che considera i popoli come il “parco buoi” destinato a pagare i conti dei propri default finanziari globali.

E San Marino è, purtroppo per lui, tornato ancora una volta al centro del mirino.

Dopo settimane di battage propagandistico diffuso, il Corriere della Sera esce finalmente allo scoperto e da’ fuoco a tutte le sue imponenti artiglierie: nel numero di lunedì 27 marzo dedica a San Marino, con dubbio onore, ben due articoloni, che tratteggiano della Repubblica del Titano un ritratto che si colloca a metà tra la Tortuga e quell’autentico, inviolabile ed incriticabile santuario europeo dell’evasione fiscale che sono le Isole della Manica. Pur comprendendo tutte le ragioni politiche della forzatura e gli artifici del mestiere, è dai tempi del Ministro Tremonti che una simile caricatura di San Marino non trovava spazio sul quotidiano principale house organ delle banche milanesi.

Uno sventolìo di cifre da far impallidire lo scandalo del Monte dei Paschi, un preteso ammucchiar di debiti e sofferenze cui nemmeno i crateri di CARIFE e della vicina CARIM possono avvicinarsi se non inchinandosi reverenti. «2 miliardi di crediti deteriorati», «buco da 400 milioni», conti falsi, crediti facili, risibili tassi di accantonamenti… Un lessico che dimostra come tutti gli sforzi fatti da San Marino negli ultimi 6 anni non significhino nulla agli occhi di chi mira al controllo diretto e totale dal sistema bancario sammarinese da fuori territorio, che ci fa la lezione scrivendo da un Italia utero dei peggiori scandali bancari degli ultimi due anni, e tutto ciò – e qui sta il punto essenziale – con l’evidente benedizione del Fondo Monetario Internazionale, che si candida generosamente ad essere il nuovo gestore dell’economia sammarinese, attraverso il commissariamento del suo sistema bancario propugnato apertamente da un giornale di Milano.

Di fronte a queste proposte la memoria corre con profondo orrore – misto a speranza – alle recenti vicissitudini di due paesi a noi prossimi: Cipro e la Grecia. La piccola Cipro che con un grande gesto di dignità democratica e parlamentare ha rifiutato di far pagare ai propri pensionati i costi del crollo del sistema bancario locale, i cui reali proprietari/responsabili viaggiano ancor oggi lungo l’asse Parigi-Berlino-Londra. E sono probabilmente gli stessi che grazie a Il Corriere della Sera vengono a esigere che venga consegnato loro il denaro dei cittadini sammarinesi.

Ed all’opposto la Grecia che, grazie ad un governo che ha ingannato i propri elettori, non ha fatto nulla di tutto ciò, ed è ridotta ad essere una sacca di povertà diffusa indegna dell’Europa Unita, lager a cielo aperto dei processi migratori mediterranei.

A fronte di questo rischio mortale per la Repubblica di San Marino il Movimento Paneuropeo Sammarinese, apartitico e cattolico, rompe una sua rigorosa tradizione di basso profilo per chiedere apertamente alla società politica sammarinese, Governo, maggioranza ed opposizione, ed ai cittadini tutti, di opporsi in ogni modo consentito dagli Statuti e dalla tradizione democratica sammarinese all’esproprio non solo della sovranità, ma anche della prosperità residua della Repubblica.

a) Si ricordi come è oggi ridotta la Grecia per esser stata costretta ad accettare la tutela del FMI sui propri conti pubblici.

b) Si rifletta sul profondo valore morale della scelta di due Piccoli Stati a noi vicini ed amici, del Parlamento cipriota e successivamente di quello islandese, che in tempi diversi e con modalità autonome hanno in questi ultimi anni protetto i propri Cittadini dalle pretese di commissariamento del FMI a tutela degli interessi dei poteri forti transnazionali, gli stessi responsabili della grande crisi dei debiti sovrani, specializzatisi nel far pagare ai popoli europei (e non solo) i costi economici e sociali dei propri fallimenti finanziari e delle proprie utopie tecnocratiche. E ce l’hanno fatta! Perché farcela è possibile!

c) Si tuteli in ogni modo l’autonomia di quanto è sopravvissuto del sistema bancario sammarinese da potentati esteri che sul fronte della moralità e della correttezza hanno, nel migliore dei casi, ben poco da insegnare sia ai peggiori fra noi che al mondo.

d) Si operi in tutte le sedi internazionali per colpire non solo il complice locale della corruzione, ma nel contempo il corruttore: non solo il pesce piccolo sammarinese miracolato dalle briciole dei grandi traffici internazionali, ma il mandante, sia esso italiano o di altra nazionalità: facendo ciò si scoprirà ancor meglio di che pasta siano fatti i grandi moralizzatori che si affollano vocianti ai nostri confini.

e) Si inizi a riflettere per una volta seriamente, sia in Consiglio Grande e Generale che nel Paese, sulla funzione e sul ruolo di Banca Centrale, e se possibile, se manzonianamente si è capaci di darsi questo oramai indispensabile coraggio, dello stesso FMI. E si cambino leggi che, emanate con la miglior buona fede e speranze, hanno dimostrato di favorire solamente chi di San Marino vuol restaurare la peggior caricatura ed abbattere la Libertà.

San Marino, per le sue dimensioni, per la sua storia, non può permettersi di essere trattata come la Grecia, ossia commissariata dal FMI, perché scomparirebbe. Al suo posto, entro pochi anni, non rimarrebbe che un’anonima piazza finanziaria, parente stracciona di Campione d’Italia, in cui i cittadini sammarinesi potrebbero avere in alcuni fortunati casi il privilegio di fare i camerieri ai nuovi emuli del Cardinale Alberoni; e gli altri via, ad emigrare.

È questo quello che il Governo, i Partiti di Governo e di Opposizione, i Cittadini vogliono? Perché questo avranno, e null’altro.

Noi, pochi e che non contiamo nulla nemmeno in Repubblica, a tutto ciò rispondiamo con la cara memoria di Clara Boscaglia: per chi nel 2017, per chi vale ancora la pena custodire e tramandare “quella strana follia che è l’amore per questo Paese”?

Ricordiamoci: Libertas est nemini teneri…

 

Il Movimento Paneuropeo Sammarinese

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