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“L’impatto emotivo dell’infermiere nella relazione con il malato e la sua famiglia”

da Redazione

SAN MARINO – La capacità di comunicare in modo efficace e di stabilire una relazione positiva ed emotivamente armonica con il paziente e con i famigliari è fondamentale nel lavoro assistenziale ed è oggi riconosciuta utile in ogni settore della sanità.

A tal proposito l’Associazione infermieristica sammarinese ha promosso, in collaborazione con l’I.S.S., un momento di aggiornamento dal titolo “L’impatto emotivo dell’Infermiere nella relazione con il malato complesso e la sua famiglia” che si terrà in Ospedale (sala Il Monte) il 23 marzo (con replica il 6 Aprile), inizio ore 14.15.

“La relazione infatti – ricorda l’Ais, fa parte della cura, come ben sapevano molti medici e infermieri del passato, ed oggi la medicina sta riscoprendo questa risorsa. In ambito anglosassone si va formando un nuovo approccio terapeutico sintetizzato dallo slogan “from cure to care”, dalla cura al prendersi cura. È quindi necessario che il medico, l’infermiere, il personale sanitario vengano appositamente preparati a prendersi cura delle dinamiche relazionali ed emozionali che inevitabilmente emergono nel contatto con la sofferenza dell’altro”.

L’approccio seguito anche all’ISS è quello della continuità delle cure necessarie a tali pazienti e il conseguente, frequente incontro anche con i loro famigliari creando di conseguenza ulteriori relazioni che la natura delle patologie complesse richiede.

Va ricordato infatti che la medicina moderna comporta sempre più spesso il contemporaneo intervento di più operatori sanitari (medici di famiglia, specialisti, infermieri, psicologi, dietisti, fisioterapisti ecc.) e di più persone (famigliari, operatori sociali, volontari ecc.) pertanto la malattia diviene “un luogo di incontro” tra persone: incontro che può essere costruttivo e gratificante, oppure distratto e inefficace o peggio ancora conflittuale e sofferto. L’esito dipende in larga misura dalle abilità comunicative-relazionali degli operatori coinvolti, il che evidenzia l’impellente esigenza di formazione, che è parte integrante anche del Piano Formativo dell’ISS.

Una relazione efficace con i pazienti rappresenta un’importante componente nel piano di cura fin dal momento della comunicazione della diagnosi e della prognosi: una buona comunicazione può ridurre difatti l’angoscia del paziente e migliorare il suo grado di collaborazione. Inoltre, va considerato che in aggiunta ai disagi emozionali del malato e della sua famiglia è importante valutare anche le difficoltà psicologiche a cui va incontro l’equipe nello svolgimento della sua attività lavorativa.

“Per svolgere bene il proprio compito e per provvedere al meglio alla cura degli altri – ribadisce l’AIS – occorre che medici, infermieri, ed altre figure della scena della cura, abbiano prima di tutto cura di se stessi. Ciò è possibile solo se l’operatore è stato formato appositamente per riconoscere e governare tutte quelle istanze emozionali, spesso ambivalenti, che inevitabilmente emergono dal contatto, a volte frustrante, con la sofferenza”.

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