Home FixingFixing San Marino, più turisti dell’anno prima, ma si fermano meno tempo

San Marino, più turisti dell’anno prima, ma si fermano meno tempo

da Redazione

Nel 2016 si sono registrati 1.940.178 visitatori con un +2,8% rispetto al 2015. Numeri positivi, ma fino a un certo punto: in meno di dieci anni se ne sono persi oltre 200mila.

turisti

 

di Daniele Bartolucci

 

Il turismo è un asset fondamentale per l’economia di San Marino. Lo dicono i numeri del passato e il potenziale che ancora non è stato espresso, oltre ovviamente alla logica per cui, se arrivano turisti si muove tutto l’indotto. Ed è qui il problema: i turisti arrivano?

 

UN ANNO POSITIVO MA LONTANO DAI RECORD


I turisti non sono mai mancati a San Marino, con una media nell’ultimo decennio che sfiora i 2 milioni di visitatori all’anno. Se si prende infatti il 2016, l’ultimo anno di dati completi, l’afflusso turistico è stato pari a 1.940.178 visitatori, con un ottimo +2,8% rispetto al 2015 dato soprattutto dal +4,3% dell’estate. Infatti, a riprova che la destagionalizzazione non ha funzionato del tutto, i mesi di aprile, maggio e dicembre hanno segnato una diminuzione rispetto all’anno 2015, mentre tutti gli altri mesi hanno avuto un incremento nel 2016. Un anno positivo, comunque, molto positivo. Eppure nel lungo periodo (si veda la tabella di sinistra) il trend è estremamente negativo: in meno di 10 anni si sono persi oltre 200mila visitatori. L’effetto principale è stata una crisi repentina del settore del commercio, che ha visto ridursi il numero delle attività di anno in anno. Un effetto amplificato da altri due fattori che, in questo periodo, sono diventati negativi: il venir meno dei turisti russi, che per qualche anno hanno rappresentato una clientela “top spender” per San Marino, e la difficoltà con cui il comparto ha rinnovato l’offerta.

 

PIÙ “MORDI E FUGGI” CHE TURISTI STANZIALI


L’altro grande difetto del sistema turistico sammarinese è che non riesce ad attirare in territorio i cosidetti turisti stanziali, quelli che pernottano in territorio più di 2 o 3 notti. Quelli che si fermano una settimana sono mosche bianche, mentre la maggior parte non va oltre la prima notte, visto che il rapporto tra arrivi e presenze è di 1,8. Una media inferiore a quella dell’anno prima (1,97), nonostante siano cresciuti gli arrivi e i pernottamenti come valore assoluto. Nel 2016 si sono infatti registrati 59.852 arrivi (+10,2% rispetto al 2015) per un totale di 108.058 pernottamenti (+7,7%), che confermano il buon andamento del settore. Ma per parlare di turismo e soprattutto di indotto, occorre che da visitatori “mordi e fuggi” si trasformino in turisti stanziali: solo così potranno vedere, provare, acquistare, assaggiare… in poche parole spendere.

 

POCHE STRUTTURE E POSTI LETTO


Se si raffrontano ai quasi 2 milioni di visitatori, i circa 60mila arrivi nelle strutture ricettive sono veramente poca cosa. Quasi tutti i turisti, quindi, non si fermano a San Marino. Un dato che deve fare riflettere anche sull’attrattività del sistema. Un sistema che, negli anni, è comunque rimasto sempre più o meno uguale, se non addirittura peggiorato. A livello qualitativo non c’è stato un salto in avanti come ci si aspettava da grandi investimenti: manca ancora l’hotel extra lusso di cui si parla da decenni, manca il centro benessere per attirare i turisti d’elite, mancano i grandi palcoscenici che potrebbero attirare flussi di famiglie e giovani, ma anche sul congressuale si è rimasti fermi (a livello pubblico) al Kursaal a metà, nel senso che ancora lo stabile ospita Gendarmeria e Rtv. Ma soprattutto a livello quantitativo il settore è rimasto fermo, anzi, è regredito. Nel 2012 (fonte Relazione Economico e Statistica 2016, abbinata alla Legge di bilancio) si contavano 28 alberghi e 18 strutture ricettive extralberghiere, nel 2016 sono rispettivamente 21 e 16. E per dare una risposta alla prima questione, ovvero al rapporto tra visitatori e pernottanti, va detto che a San Marino nel 2016 erano disponibili solo 1.672 posti letto. Passi dunque per gli alberghi, che comunque sono pochi e, non ce ne vogliano, non tutti di categoria alta, il resto dell’offerta è rappresentata da B&B, affittacamere, centri vacanze, istituti religiosi, ostello e residence. Manca la categoria agriturismo, che in Italia rappresenta la salvezza per l’entroterra. A San Marino, che comunque ha una buona tradizione rurale, manca del tutto questa spinta, anzi, mancherebbe a quanto pare anche la normativa giusta.

 

MOLTISSIMI ITALIANI, POCHI DALL’ASIA


Ovviamente riferito, ancora, al turismo stanziale, è opportuno valutare quanti arrivano dall’Italia e quanti dall’estero, perché è ovvio che da più lontano si arrivi più è facile doversi fermare almeno per una notte in territorio. Secondo il bollettino ultimo dell’Ufficio Statistica, “i turisti che nel 2016 hanno scelto di pernottare a San Marino provenivano per il 90,3% dall’Europa, il 4,8% dall’America, il 3,8% dall’Asia e il restante 1,1% suddiviso tra Africa e Oceania. L’Italia è il paese di provenienza della maggior parte di turisti (60,4% sul totale), seguita da Germania (6,6%), Olanda (3,3%) e Francia (2,1%). Tra i paesi extra-europei, la maggior parte degli ospiti registrati nelle strutture, alberghiere e non, della Repubblica proveniva dagli Stati Uniti (2,4%), Cina (1,3%) e Giappone (0,8%)”. Sparita, dunque, come detto la Russia, anche dalle statistiche. Causa principale lo stop dei voli da e per Rimini negli anni scorsi, ma anche la crisi del rublo ha avuto il suo peso. D’altra parte San Marino può spingere molto di più sulla promozione all’estero, soprattutto su quei mercati che si stanno distinguendo per aumenti di spesa, come la Cina, dove le stime parlando di un +20% nel 2016 per quanto riguarda le vacanze all’estero.

 

SPENDING REVIEW E TAGLI: MENO INVESTIMENTI

 

Il turismo vive anche di investimenti pubblici, perché gli operatori da soli non possono fare più di tanto. Questo però va ricondotto ad un progetto per il Paese, come sostengono gli imprenditori (soprattutto quelli di ANIS), dove San Marino torni ad essere attrattiva, sia per quanto riguarda le imprese sia per i turisti. Purtroppo gli investimenti in tal senso sono sempre meno, come palesa il Bilancio dello Stato. La recente stroncatura del Mondiale di Motocross da parte del Governo a poche settimane dall’insediamento del nuovo Esecutivo (proprio per ragioni economiche, in fin dei conti), non fa che confermare questo trend, che però, per correttezza di informazione, è iniziato anni fa. Soprattutto per quanto riguarda la promozione turistica. Come riporta sempre la Relazione Economica e Statistica del 2016, infatti “il bilancio consuntivo dello Stato per il 2015 ha destinato alla spesa per la promozione turistica 1.482.160,04 euro rispetto ai precedenti 1.632.874,80 euro del 2014. La spesa negli anni di riferimento 2011-2015 è diminuita costantemente, solo nel 2014 si nota un leggero aumento. Seppure il comparto turistico rivesta sempre una grande importanza, il perdurare dell’incertezza economica unita alla politica di contenimento della spesa pubblica, hanno generato un progressivo calo nella spesa per la promozione turistica”.

La promozione turistica è fondamentale per far conoscere San Marino all’estero, al pari di quella promozione, ancora più necessaria, che dovrà rendere il Paese conoscibile e riconoscibile sui mercati internazionali, per permettere alle proprie imprese di intercettare i segnali di ripresa. Rinunciare a investire in questi asset significa anche rinunciare ad una ripresa. Forse i “contabili tecnici” possono far tornare i conti, ma senza eventi, progetti e comunicazione all’esterno, i turisti che vorranno fermarsi a visitare San Marino non aumenteranno solo perché c’è bel tempo. Anzi, si continuerà a sperare nella pioggia d’estate per far salire la gente da Rimini e Riccione.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento