Home FixingFixing San Marino, Università e istruzione: potenziale volano di crescita

San Marino, Università e istruzione: potenziale volano di crescita

da Redazione

Per il Paese e gli studenti l’accordo di associazione all’Unione Europea che sta portando avanti San Marino contiene, se ben modulate, una serie di opportunità.

Petrocelli 

 

di Alessandro Carli

 

Oggi probabilmente è (ancora) pura “fantauniversità” ipotizzare che anche solamente una piccola parte degli studenti che frequentano i prestigiosi e “stellati” atenei della Gran Bretagna possano riversarsi nelle aule della Repubblica di San Marino, anche se, consultando la classifica “World University ranking 2017” stilata dal portale www.timeshighereducation.com, qualche remota possibilità, perlomeno sulla carta, c’è.

Ma andiamo con ordine. Dopo aver eletto l’Università di Oxford a “numero uno al mondo”, lo stesso sito parla anche del Titano. In lingua inglese, si legge che “scegliere dove studiare a San Marino è uno delle più grandi decisioni che si possa mai fare”.

E da qualche giorno questo “spot” di respiro internazionale potrebbe essere anche preso in considerazione da chi cerca un percorso formativo di nicchia ma comunque di ottimo livello, così come auspicato da The European House – Ambrosetti in occasione dei Forum che si sono tenuti sul Titano. Valerio De Molli più volte affermò l’importanza dell’istruzione, rimarcando che “lo sviluppo del sistema San Marino deve passare attraverso un riposizionamento, verso attività a maggior valore aggiunto, ovvero caratterizzate da un alto contenuto di R&S, tecnologia e conoscenza”.

Tra le “eccellenze” dell’ateneo del Monte, non possiamo non menzionare il Corso di laurea in Design, realizzato in collaborazione con l’Università Iuav di Venezia: il titolo rilasciato ha valore legale in Italia come a San Marino e ha già inanellato una serie di importanti riconoscimenti internazionali. Lo scorso anno è stato quello più premiato alla 24esima edizione del “Compasso d’oro ADI”.

 

UNIVERSITÀ, BREXIT: AUDE FA I CONTI

 

Le ultime notizie che provengono da Oltremanica raccontano di una presa di posizione piuttosto ferrea da parte del Premier May per quel che concerne la Brexit, definita “hard”. Uscita dall’UE che, va detto, avrà pesanti ricadute anche in termini di Università. L’Association of University Directors of Estate (Aude) ha stimato che i fondi Ue per la ricerca percepiti dal Regno Unito generano 1,86 miliardi di sterline di ricavi e oltre 19 mila posti di lavoro.

Un comparto, quello universitario, che vale 30 miliardi di sterline all’anno. I “college” potrebbero trovarsi anche a dover spendere di più per il reclutamento di ricercatori e docenti provenienti dai paesi membri dell’Unione Europea, a causa dei maggiori ostacoli burocratici che subentreranno. La politica sta provando a correre ai ripari: nei giorni scorsi è stata presentata al Parlamento una proposta di Legge che prevede il conseguimento di una laurea super veloce: stessi contenuti accademici, stessi esami, stesso titolo in due anni. Un’iniziativa che nasce anche dall’esigenza di frenare la fuga degli studenti europei dall’università inglesi in seguito alla Brexit.

Già, perché i media inglesi, non più tardi di una manciata di giorni fa, hanno riportato i dati ufficiali sulle iscrizioni per l’anno accademico che inizierà nell’autunno del 2017. Gli studenti provenienti dai Paesi dell’Unione Europea sono calati del 7%: una vera inversione di tendenza, visto che negli ultimi due lustri la crescita era stata del 5% all’anno. E a questo 7%, va aggiunto un 5% in meno di studenti britannici.

Il Telegraph (il giornale citato anche in apertura di San Marino Fixing numero 7 sulla classifica stilata da NationMaster sulle eccellenze sammarinesi, ndr) ha rivelato che l’Università di Oxford potrebbe dare vita al suo primo campus fuori dall’isola, più precisamente in Francia: in questo modo potrebbe avere ancora accesso ai finanziamenti dell’Unione europea attraverso una base “satellite” a Parigi.

Ad oggi l’Università di San Marino non accoglie studenti stranieri: le sue aule sono frequentate da sammarinesi e da italiani. Eppure, potenzialmente, esistono alcuni spiragli che, se intercettati e portati avanti all’interno dell’accordo di associazione con l’UE, potrebbero aprire, in un futuro nemmeno tanto lontano, nuovi e interessanti scenari. Il primo è la definizione di un Memorandum of Understanding con l’Università di Exeter, l’ateneo in cui si sta specializzando il sammarinese Francesco Tamagnini.

Impensabili, per UniRSM, i grandi numeri. Ma per quel che concerne la qualità e il respiro “allargato”, la fattibilità non è così ardua. E’ chiaro però che il tutto va contestualizzato e inserito in un piano che preveda, tra le altre cose, anche una serie di mostre di richiamo e soprattutto le cosiddette “scuole internazionali”, un elemento di appeal che viene valutato sempre positivamente dagli investitori stranieri, spesso in difficoltà quando si tratta di individuare un istituto dove mandare i propri figli a studiare.

 

SAN MARINO E LE UNIVERSITÀ INGLESI


Le università inglesi sono ben conosciute anche da alcuni professionisti del Titano. Uno di questi è il professor Michele Chiaruzzi, Life Member del Clare Hall College di Cambridge e già Visiting Fellow nella University of London. Direttore del Centro di Ricerca per le Relazioni Internazionali e del Punto Europa, la prima istituzione europea ospitata nella Repubblica di San Marino e che ha, tra le sue priorità, “quella di aiutare le persone a capire l’Europa, sviluppando pensiero autonomo e senso critico”. Un volto e una voce, la sua, piuttosto familiari per gli Industriali: è stato il moderatore del ciclo di lezioni “Libertà d’impresa – libertà d’Europa”, ospitato la scorsa estate nella sede dell’Associazione Nazionale Industria San Marino e organizzato dal CRRI dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Chiaruzzi è docente di Relazioni internazionali e ricercatore di Scienza politica nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Alma Mater di Bologna.

 

In virtù della Brexit, oggi potrebbe ancora diventare Life Member del Clare Hall e Visiting Fellow dell’Università di Londra?


“Sì. Le istituzioni come il Clare College – fondato nel XIV secolo – e come l’Università di Bologna, la più antica d’Europa hanno una loro vitalità che prescinde dalla collocazione statuale in quanto sono nate prima della ‘creazione dell’Unione europea. Per quel che concerne il Regno Unito, la sua ‘entrata’ della Comunità europea risale agli anni Settanta e dopo circa 40 anni, forse ne uscirà”.

 

Quali saranno le ricadute sul mondo universitario?


“Le istituzioni vivono in un mondo di Stati. Se uno Stato lascia ‘politicamente’ l’Unione europea, quale può essere l’impatto di questa decisione sui luoghi della conoscenza? Le università sono collocate all’interno di uno Stato e ogni studente, per poter stare in quel determinato territorio, deve avere una serie di permessi che vengono rilasciati dallo Stato. Le università sono territoriali e le scelte del Regno Unito, ne sono sicuro, impatteranno sugli atenei britannici”.

 

Come detto, lei è un cittadino sammarinese che lavora anche per l’Università di Bologna. Per arrivare a Cambridge e a Londra, quale dei due ‘ruoli’ le è servito?


“Sono stato ammesso al Clare Hall per il mio lavoro di ricerca e studio. Intercettai un bando e proposi una ricerca, che venne accolta”.

 

Qual è l’approccio che hanno gli studenti davanti a un professore “extracomunitario”?

 

“Del tutto normale. Il mondo universitario anglosassone è abituato al melting pot. Faccio un esempio: uno studente su quattro dei Master ‘post graduate’ viene dalla Repubblica Popolare Cinese. E il numero degli italiani è sempre molto consistente (la Ucas, l’organizzazione no profit che federa quasi tutte le università inglesi, parla di 430 mila studenti ogni anno, provenienti da oltre 180 Paesi, 10 mila solo dall’Italia, ndr). Gli stessi atenei hanno affermato che con gli studenti internazionali, il sistema è più moderno e competitivo”.

 

Studiare in Gran Bretagna ha sempre il suo fascino. I sammarinesi possono accedere all’Erasmus? E gli studenti che frequentano l’Università di San Marino? L’ateneo del Titano, negli anni, ha stretto una serie di accordi con alcune università italiane come ad esempio lo IUAV di Venezia e alcune realtà dell’Emilia-Romagna…

 

“Parto dall’ultima domanda. Nonostante gli accordi con alcune università italiane, uno studente, sia esso italiano o sammarinese, che frequenta l’università di San Marino, ad oggi ha varie difficoltà a partecipare a molti progetti europei come ad esempio l’Erasmus in quanto San Marino – che ha pur recepito un pilastro dell’Unione europea, ovvero l’adesione alla moneta unica, l’Euro, ed è de facto dentro l’area Schengen -, non è uno Stato membro dell’Unione Europea. I cittadini sammarinesi che studiano negli Stati membri hanno invece un’altra condizione, di maggior integrazione fermo restando le possibili frizioni derivanti dalla loro cittadinanza extracomunitaria”.

 

Com’è noto, il Titano ha avviato le negoziazioni per un accordo di associazione con l’Unione Europea. UE che è al centro di “Punto Europa”, il desk che lei dirige.


“Il Punto Europa, che è stato aperto pochi mesi fa, ha fatto un grande investimento in formazione e ricerca per offrire, fin dagli albori dell’impresa, un servizio informativo sull’Europa diretto al territorio e alla società, finora sostanzialmente assente. L’impegno straordinario della coordinatrice Maria Elena D’Amelio e il sostegno fondamentale dei membri del CRRI rende possibile un’impresa per la quale, non dimentichiamolo, la lungimiranza delle Istituzioni politiche sammarinesi e dell’Università, impegnate in una fertile collaborazione, è stata e resta essenziale. Inoltre, è grazie all’Istituto Giuridico Sammarinese che il Punto Europa ha trovato immediatamente una sede adeguata. In questo primo periodo abbiamo registrato interesse da parte degli studenti e delle istituzioni, con richieste costanti e crescenti di informazioni le più varie. Un evento notevole è stato realizzato proprio a febbraio. Grazie alla preziosa collaborazione con gli Istituti Culturali e la Scuola Secondaria Superiore con la proiezione del film, ‘The Great European disaster Movie’, di fronte a un numeroso pubblico con circa 120 studenti. La pellicola alterna narrazione e testimonianze e descrive, in modo comprensibile, lo scenario attuale dell’Europa. A maggio si cercherà di celebrare, per la prima volta nella storia, la ‘festa dell’Europa’ in prospettiva sammarinese”.

 

Qual è la sua posizione rispetto l’accordo con l’UE?


“Da cittadino sammarinese credo che la dimensione culturale e della conoscenza, nella quale si colloca anche e soprattutto il mondo universitario sammarinese, dovrebbe essere un tema di confronto rilevante e approfondito. Ritengo che con la propria dimensione culturale San Marino dovrebbe essere parte integrale dell’Unione europea come lo è della storia dell’Europa”.

 

DUE STUDENTI SAMMARINESI IN UK

 

Francesco Tamagnini e Letizia Cardelli sono due “ambasciatori “di San Marino nel Regno Unito. Il primo è ricercatore all’Università di Exeter e collabora con il professor Andy Randall e il dottor Jon Brown. La sua occupazione principale consiste nello studio delle alterazioni dell’attività elettrofisiologica dei neuroni (le principali cellule del sistema nervoso) nella malattia di Alzheimer: lavora su modelli murini (sezioni di cervello di topi) e umani, ovvero sulle cellule della pelle retrodifferenziate in cellule staminali pluripotenti indotte e differenziate successivamente in neuroni.

Letizia Cardelli invece, grazie al “Fondo per l’Eccellenza Sammarinese” di Ente Cassa di Faetano, ha frequentato un Master in Terapia di coppia e familiare presso il King’s College di Londra. “Scopo del corso – ha raccontato a Fixing – è stato l’approfondimento teorico e l’applicazione della Teoria Sistemica: questo particolare metodo prevede che la terapia si svolga con entrambi i membri della coppia e/o con l’intera famiglia, comprendendo i figli, o più raramente nonni e zii. Il livello è eccellente, con la presenza di professionisti provenienti da tutto il mondo”.

 

UNIRSM: OLTRE 600 ISCRITTI


Con un aumento di 128 unità fra il 2014 e il 2016, l’Università di San Marino ha sfiorato il raddoppio nelle nuove immatricolazioni ai Corsi di Laurea. A fronte dei 144 studenti che hanno deciso di frequentare i programmi offerti sul Titano due anni fa infatti, sono stati 272 quelli che hanno scelto l’Ateneo sammarinese per l’anno accademico 2016/2017. Tra loro 33 sono sammarinesi.

Il Corso più gettonato è quello Triennale in Design, che accoglie 116 matricole. Mentre il ‘salto’ più incisivo viene da Ingegneria Gestionale, passato in due anni da 19 a 51 nuove iscrizioni al programma Triennale. L’Ateneo sammarinese offre in totale 6 Corsi di Laurea: Triennale e Magistrale in Design, Triennale e Magistrale in Ingegneria Civile, Triennale in Ingegneria Gestionale e Triennale in Costruzioni e Gestione del Territorio. Il totale degli iscritti si attesta a quota 543. Nello specifico, 74 a Costruzioni e Gestione del Territorio, 104 a Ingegneria Gestionale, 82 a Ingegneria Civile e 283 a Design. A questi, nel computo totale, vanno aggiunte le circa 150 persone che frequentano i Master, corsi di alta formazione, dottorati, etc.

“I numeri mostrano il risultato dell’intenso lavoro e dell’impegno messi in campo in questi primi due anni del mio mandato, nei quali oltre a rivitalizzare e potenziare i corsi esistenti abbiamo introdotto il programma rivolto ai geometri – spiega il Rettore, Corrado Petrocelli (nella foto) -. A contribuire sono stati i miglioramenti nell’attività di orientamento e il radicamento della nostra presenza fuori confine, grazie ad accordi con molte Università straniere, in Italia e non solo”.

 

OPEN DAY IL 17 E 18 MARZO


Per due giorni, precisamente il 17 e il 18 marzo, l’Università di San Marino presenterà i suoi Corsi di laurea con mostre e visite guidate, a stretto contatto con docenti e studenti. L’Antico Monastero di Santa Chiara (Contrada Omerelli, 20), sede del Corso di Design, il 17 e il 18 marzo dalle 10.15 in poi è previsto un incontro con gli studenti per un orientamento sul Corso di laurea triennale e magistrale. Seguiranno “Design e imprese”, l’Università incontra studi e aziende e le visite guidate alle mostre. Per Ingegneria (Ex Tribunale – Salita alla Rocca, 44) invece verranno presentate i corsi della triennale e magistrale ingegneria civile; i corsi in costruzioni e gestione del territorio, con un momento di dialogo con i professori e gli ex studenti.

 

STUDIARE SUL TITANO


A seconda che ci si iscriva ai corsi di laurea triennali, alla Magistrale o ai Master, l’esborso per le tasse annuali che gli studenti che si iscrivono all’Università degli studi della Repubblica di San Marino oscillano tra i 2 mila e i 3.500 euro. Nel dettaglio, per la triennale di Design la cifra è di 2.800 euro all’anno; per la triennale di Ingegneria civile invece 2 mila, così come per Costruzioni e gestione del territorio. A “Ingegneria gestionale” l’importo complessivo delle tasse universitarie è di 2.500 euro. La quota di iscrizione ai corsi di laurea magistrale sono un po’ più alti. A Design e a ingegneria è di 3 mila euro. Per i Master invece servono 4.500 euro in totale per i due anni di “Comunicazione, management e nuovi media” (2.300 euro il primo anni, 2.200 il secondo), 3.500 all’anno per “Chirurgia estetica” (complessivamente 7 mila euro) e 2.250 per “Medicina geriatrica”. 2.500 invece per il Master in Criminologia e psichiatria forense” (I° Livello).

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento