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San Marino, il centro per un programma di sviluppo sostenibile

da Redazione

Il Forum di Agenda 21 è stato inserito nel “nuovo” Decreto Delegato n. 44 del 2012. Entro un anno il gruppo di lavoro dovrà produrre un Rapporto sullo Stato dell’Ambiente.

 

di Alessandro Carli

 

Se le previsioni del WRI (World Resources Institute) dovessero rivelarsi fondate – in buona sostanza, in proiezione dell’anno 2040 ha posizionato la Repubblica di San Marino al primo posto tra i Paesi che avranno il più alto indice di “stress water” assieme agli USA e ad alcune Nazioni del Medio Oriente -, l’inserimento del Forum Agenda 21 nel “nuovo” Codice Ambientale (è sempre il Decreto Delegato numero 44 del 2012 ma con qualche modifica) rivela che il Monte Titano sta ponendo una certa attenzione al tema.

Il Forum difatti sarà il centro propulsore di un programma di sviluppo partecipato da tutti i soggetti rilevanti a livello territoriale, finalizzato a orientare il processo di elaborazione di Agenda 21 (Documento di Indirizzo delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nel XXI secolo) con funzioni consultive, propositive e di verifica del Piano di Azione Ambientale della Repubblica.

Il Forum di Agenda 21 dovrà produrre un Rapporto sullo Stato dell’Ambiente entro 12 mesi dall’insediamento. Tra gli altri impegni, vi è anche quello di individuare, entro ventiquattro mesi dall’insediamento, gli obiettivi ambientali da proporre alla Commissione per la Tutela Ambientale ai fini dell’approvazione di un Piano di Azione Ambientale.

Inoltre, spiega sempre il DD 44/2012, dovrà “monitorare l’attuazione del Piano di Azione Ambientale e verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati”, “valutare periodicamente l’aggiornamento del Piano” e anche “fungere da organo consultivo e propositivo per il Governo e l’Amministrazione nel valutare la sostenibilità ambientale dei provvedimenti in programma prima della loro approvazione”.

Il gruppo di lavoro sarà composto da due Capitani di Castello o membri di Giunta delegati (di cui uno nominato Presidente dal Forum stesso; da un rappresentante dell’Università) ma anche da uno delle associazioni ambientalistiche; da uno delle associazioni degli agricoltori; uno delle associazioni di categoria e uno delle associazioni sindacali.

LE ALTRE MODIFICHE

AL CODICE AMBIENTALE

Le novità inserite nel DD 44/2012 riguardano alcuni aspetti più tecnici. E’ stato modificato l’articolo 11, quello che definisce le finalità del Decreto. E’ stato aggiunto che dovranno essere classificati “i rifiuti prodotti nel territorio sammarinese in modo corrispondente al Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER)”, ma anche che dovranno essere “disciplinati gli aspetti concernenti la gestione e il trasporto dei rifiuti all’interno del territorio della Repubblica di San Marino”, ma anche regolamentate “le spedizioni transfrontaliere di rifiuti tra la Repubblica di San Marino e altri Stati, Regioni e/o Enti locali, secondo gli accordi tra il Governo della Repubblica di San Marino ed i Governi, le Regioni e/o gli Enti locali di tali Stati”. Resta salvo poi il divieto di importare rifiuti nel territorio della Repubblica.‖

Sostituito poi l’articolo 17. Con il nuovo DD 44/2012 un rifiuto cessa di essere tale quando è “sottoposto a un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio, e soddisfi i criteri specifici”. Le condizioni sono le seguenti: quando viene prodotto da un’operazione di riutilizzo, di riciclo o di recupero di rifiuti; quando la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici; quando esiste un mercato o una domanda per tale sostanza o oggetto; quando la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; quando l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.

Le novità poi toccano l’articolo 46, quello sul controllo delle operazioni di bonifica e gestione del rifiuto. Le aziende incaricate devono all’Ufficio Prevenzione e Ambiente)e al Dipartimento di Prevenzione, entro il 31 gennaio di ogni anno, per l’anno precedente, una relazione che indichi:

a) i tipi e i quantitativi di rifiuti di amianto che sono stati oggetto dell’attività di bonifica e gestione del rifiuto;

b) le attività svolte, i procedimenti applicati, il numero e i dati anagrafici degli addetti, il carattere e la durata delle loro attività, e le esposizioni all’amianto alle quali sono stati sottoposti;

c) le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto;

d) le misure adottate o in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della tutela dell’ambiente.

Al “Piano di gestione e tutela delle acque” (art. 94) è stato inserito un “ter”, che inserisce un Piano di gestione del rischio di alluvioni. Il Piano dovrà contenere la valutazione preliminare del rischio alluvioni, che comprende una mappa del territorio in cui vengono individuate le zone per le quali esiste un rischio potenziale significativo di alluvioni; la mappa della pericolosità da alluvione, che contiene la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo scenari (di scarsa probabilità di alluvioni o scenari di eventi estremi; di media e di elevata probabilità di alluvioni). Sempre il Piano dovrà predisporre la mappa del rischio di alluvioni, che indica le potenziali conseguenze negative derivanti dalle alluvioni nell’ambito degli scenari espresse in termini di numero indicativo degli abitanti potenzialmente interessati, tipo di attività economiche insistenti sull’area potenzialmente interessata.

Infine, l’ex art. 181 (Acquisizione dei dati), che è stato implementato con una nuova “voce”, la “Valutazione Ambientale Strategica”. Sono soggetti alla VAS i piani territoriali e di settore “elaborati per il settore agricolo, forestale, energetico, industriale, dei trasporti, della mobilità, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, del commercio, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli che possono avere effetti significativi sull’ambiente”.

Maglie più strette quindi. Ma è anche così che si preserva l’ambiente.

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