Home FixingFixing Libero scambio tra Ue e Canada: meno dazi per 500 milioni di euro

Libero scambio tra Ue e Canada: meno dazi per 500 milioni di euro

da Redazione

Vantaggi simili al TTIP, ma con più garanzie per produttori e sovranità nazionali. Weber (Presidente Ppe): “L’accordo CETA è la risposta europea al protezionismo di Trump”.

Ceta

 

di Daniele Bartolucci

 

Il Parlamento europeo ha approvato l’Accordo economico e commerciale globale (CETA): ci sono voluti ben sette anni di trattative, ma, una volta ratificato dai parlamenti nazionali, cadranno una volta per tutte le barriere commerciali tra Canada e UE. L’intesa, le cui negoziazioni sono cominciate nel 2009, si è sviluppata in parallelo al TTIP, l’accordo discusso tra Stati Uniti ed Europa incoraggiato da Barack Obama e probabilmente cassato da Donald Trump, che fin dall’inizio del suo mandato si è invece dato da fare per smantellare alcuni dei più importanti accordi multilaterali siglati dagli Stati Uniti. Le mire protezionistiche del nuovo Presidente e, allo stesso modo, la sua politica estera nei confronti dell’Europa non sono passate certo in secondo piano nemmeno durante questa votazione. Anzi, per certi versi questa è anche la risposta dell’Unione a Trump, come ha sottolineato il presidente del Ppe Manfred Weber.

 

IL CANADA RAPPRESENTA UN MERCATO ENORME

 

Il CETA è il primo accordo commerciale tra l’UE e una delle grandi economie mondiali. È inoltre l’accordo commerciale bilaterale più vasto che sia mai stato negoziato fino ad oggi. Affronta un’ampia gamma di questioni dell’amministrazione canadese a livello federale e provinciale che incidono sulle esportazioni europee di beni e servizi verso il Canada. L’accordo facilita gli investimenti e crea un contesto imprenditoriale più prevedibile: infatti, una volta entrato in vigore, l’accordo dovrebbe rendere molto più facile per gli esportatori e gli investitori dell’UE fare impresa in Canada. Li aiuterà a vendere beni e fornire servizi sull’altra sponda dell’Atlantico e contribuirà a creare posti di lavoro in Europa. Il Canada è un grande mercato, un’importante destinazione per gli investimenti europei e un paese ricco di risorse naturali di cui l’Europa ha bisogno. Il paese offre energia e materie prime e rappresenta un’importante fonte di know-how. Inoltre il Canada è uno dei paesi non europei più sviluppati con cui l’UE abbia mai negoziato un accordo commerciale di queste dimensioni. Ciò crea enormi opportunità in tutti i settori dell’economia. L’accordo, dicono gli economisiti, dovrebbe far crescere di quasi un quarto gli scambi di beni e servizi tra l’UE e il Canada. Nel complesso, dovrebbe generare un aumento del PIL dell’UE pari a circa 12 miliardi di euro l’anno, partendo da un interscambio attuale che già raggiunge quasi 60 miliardi di euro l’anno. Macchinari, mezzi di trasporto e prodotti chimici rappresentano le principali esportazioni dell’UE verso il Canada. I servizi commerciali – principalmente trasporti, viaggi, assicurazioni e comunicazioni – superano i 26 miliardi di euro (2012). Nel 2012, inoltre, gli investimenti europei in Canada ammontavano a circa 260 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti canadesi nell’UE hanno superato i 142 miliardi di euro.

 

I VANTAGGI DEL TTIP MA CON PIÙ SICUREZZE


E’ vero che il CETA non ha in Trump l’unico antagonista, come dimostrano le proteste in varie piazze d’Europa. Ma è anche vero che sono state molto meno accese dei mesi scorsi contro il TTIP – e anche meno “inventate”, visto che i documenti sono pubblici da mesi, come quelli dell’accordo con gli USA, che però in pochi hanno letto preferendo la versione complottista – e soprattutto, questo accordo non ridurrà affatto gli standard di sicurezza europei, in quanto non ci sarà automatismo tra le due legislazioni in entrata. Il CETA non prevede che la normativa canadese sarà automaticamente riconosciuta in Europa o viceversa. Tuttavia, esso migliorerà la trasparenza e rafforzerà la cooperazione tra gli organismi di normazione europei e canadesi. L’UE e il Canada riconosceranno inoltre i risultati di alcuni dei controlli ufficiali reciproci per assicurarsi che i prodotti siano conformi alle rispettive norme. Ciò permetterà di ridurre i costi amministrativi dovuti all’obbligo di dimostrare due volte che le norme e i regolamenti tecnici sono stati rispettati e renderà più facile per le imprese dell’UE competere con i concorrenti statunitensi per i clienti canadesi. Inoltre anche innovazioni, opere d’arte, marchi e prodotti alimentari tradizionali europei avranno in Canada una protezione analoga a quella di cui godono nell’UE. Ciò eviterà che vengano copiati illegalmente. L’accordo porterà vantaggi al settore farmaceutico, agli agricoltori e ai produttori alimentari europei, aiutando in tal modo anche le piccole e medie imprese dell’UE. Per quanto riguarda l’agricoltura (e gli alimenti, un vero e proprio “ostacolo” secondo gli scettici all’accordo TTIP), il CETA ha dimostrato che si può raggiungere un accordo commerciale senza che entrambe le parti debbano sacrificare i loro interessi in questo settore. L’apertura dei mercati può contribuire a mantenere bassi i prezzi, offrendo ai consumatori una scelta più ampia. Essendo uno dei principali produttori di alimenti di alta qualità, l’UE beneficerà della possibilità di accrescere le sue vendite su un mercato ad alto reddito. In particolare, l’accordo introduce una tutela supplementare per l’ampia gamma di prodotti dell’UE di indicazione geografica, come il prosciutto di Parma, il prosciutto della Foresta nera o il formaggio Roquefort. E, a scanso di equivoci, l’accordo non inciderà sulle norme ambientali dell’UE in materia di sicurezza alimentare. Come avviene attualmente, i prodotti canadesi potranno essere importati e venduti nell’UE solo se rispettano interamente le nostre normative. Ad esempio, il CETA non incide sulle restrizioni dell’UE in materia di carni bovine contenenti ormoni della crescita o OGM. Inoltre, non impedirà all’UE o al Canada di adottare nuove leggi in settori di interesse pubblico quali l’ambiente, la salute e la sicurezza. Questa cosa, a dire il vero, c’era anche nel TTIP, come l’altro pilastro della sovranità nazionale dei Paesi UE: come tutti gli accordi commerciali dell’UE, anche il CETA non riguarda i servizi pubblici, pertanto: se lo desiderano, gli Stati membri dell’UE potranno mantenere i monopoli statali per un determinato servizio; e comunque l’accordo non obbligherà i governi a privatizzare o deregolamentare i servizi pubblici come l’approvvigionamento idrico, la sanità o l’istruzione. Per cui, gli Stati membri dell’UE continueranno a poter decidere quali servizi continueranno ad essere universali e pubblici e se sovvenzionarli.

 

I PUNTI PRINCIPALI


Entrata in vigore Dopo il via libera del Parlamento europeo il trattato entra in vigore in fase transitoria, in attesa della ratufica dei singoli Parlamenti nazionali.

Gli obiettivi L’accordo tra Ue e Canada prevede l’abolizione del 99% dei dazi doganali. Dall’entrata in vigore il Canada abolirà dazi sulle merci originarie dell’Ue per un valore di 400 milioni di euro, che poi dovrebbe superare i 500 milioni l’anno.

Gare d’appalto Le imprese europee potranno partecipare a gare d’appalto per la fornitura di beni e servizi non solo a livello federale ma anche a livello provinciale e municipale.

Riconoscimento reciproco delle professioni Il trattato elimina alcuni ostacoli per alcune professioni regolamentate come quelle di architetto, ingegnere e commercialista che verranno reciprocamente riconosciute, rendendo più facile l’interscambio professionale.

Proprietà intellettuale e diritto d’autore Il trattato prevede anche una maggiore forma di protezione della proprietà intellettuale e l’adeguamento del Canada agli standard europei delle norme sul diritto d’autore.

Controversie fra investitori e Stati Il nuovo meccanismo per la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, quando un governo legifera nell’interesse pubblico arrecando danni all’investitore, rappresenta uno degli elementi più discussi del Ceta, così come lo è stato per il TTIP. La differenza sostanziale però è che il Ceta prevede un meccanismo diverso dal ISDS, fondato sugli arbitrati privati, sostituito invece da un nuovo sistema giudiziario per la protezione degli investimenti (ICS), con un tribunale pubblico composto da giudici indipendenti e di carriera, nominati dall’Ue e dal Canada. E, in caso di disputa, un soggetto pubblico non potrà essere costretto a modificare un testo di legge o condannato al pagamento di danni punitivi: questo per evitare uno dei rischi evocati più spesso dai detrattori dell’intesa, quello che uno Stato potesse essere giudicato da un tribunale privato per azioni che avessero danneggiato l’attività di una multinazionale.

Agricoltura e Indicazioni di origine Il Canada si è impegnato a aprire il suo mercato a formaggi, vini e bevande alcoliche, prodotti ortofrutticoli e trasformati e viceversa, con l’obbligo che tutti i prodotti importati dovranno essere conformi alle disposizioni dell’Ue, per esempio sulla carne agli ormoni. Il Canada ha accettato di proteggere 143 prodotti tipici che beneficiano dell’indicazione di origine, come il formaggio francese Roquefort. Per l’Italia si tratta di 41 prodotti dalla bresaola della Valtellina all’aceto Balsamico di Modena, passando per la Mozzarella di Bufala Campana e il Prosciutto di Parma. Prodotti europei godranno di una protezione dalle imitazioni analoga a quella offerta dal diritto dell’Unione e non correranno più il rischio di essere considerati prodotti generici in Canada.

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