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Rimini tra i 21 capoluoghi che spende meglio in Italia

da Redazione

RIMINI – Rimini è tra i soli 21 capoluoghi di provincia in Italia efficienti, che spendono cioè meno del fabbisogno standard. A confermarlo è un’indagine condotta dall’ufficio studi della Confartigianato, pubblicato oggi sul Corriere della Sera e che prende come riferimento i dati del 2013. Il fabbisogno standard è un indicatore che tiene in considerazione il volume di spesa considerato ottimale per ogni Comune sulla base di alcuni parametri oggettivi: dalle dimensioni (territorio e popolazione) al livello dei servizi pubblici (scuole, trasporti, smaltimento dei rifiuti, cultura e altro ancora). Secondo lo studio di Confartigianato, in Italia i Comuni capoluoghi ‘tecnicamente efficienti’ sono soltanto 21, meno cioè di un quinto del totale. Tra questi c’è anche il Comune di Rimini, che spende il 4,5% in meno (precisamente il 4,46%) rispetto al suo fabbisogno standard, risparmiando cioè in termini assoluti circa 5,3 milioni di euro, con una spesa media per abitante pari a 816 euro. Questo a fronte di un alto livello qualitativo e quantitativo di servizi offerti alla cittadinanza (+33,5%): guardando il livello delle prestazioni (l’indicatore che misura la capacità del Comune di soddisfare la domanda di servizi espressa dai cittadini, tenendo conto della spesa e dei servizi offerti rispetto allo standard), Rimini conquista un “voto” di 8,4 su 10.

La lista dei 21 Comuni virtuosi in Italia è guidata da Vicenza (-28,9% di spesa rispetto al fabbisogno standard), seguita Ascoli Piceno e Monza (rispettivamente -15,2% e -13%) e comprende anche altri tre capoluoghi emiliano romagnoli, ovvero Parma, Reggio Emilia e Ravenna. All’opposto, i Comuni italiani considerati tecnicamente inefficienti sono il 20% del totale, ma assorbono il 30% della spesa complessiva dei Comuni.

“Spendere meno del fabbisogno standard non significa semplicemente contrarre la spesa, ma significa risparmiare garantendo ai cittadini un’elevata offerta di servizi – precisa l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – Ciò significa che in questi anni siamo riusciti a dare alla cittadinanza maggiori e migliori servizi, spendendo di meno. Un risultato non da poco, se si considera la fase a dir poco critica che negli ultimi anni gli enti locali stanno attraversando, alle prese con crisi economica e tagli dallo Stato. A tal proposito questo essere virtuosi non si traduce solo in un risparmio oggettivo, ma rappresenta anche un elemento importante per ricevere maggiori trasferimenti proprio dallo Stato: l’efficienza delle spese rispetto al fabbisogno standard infatti rappresenta un fattore premiante nella ripartizione del Fondo di solidarietà comunale e progressivamente questo indicatore avrà sempre una maggior incidenza nella ridistribuzione delle risorse, con un meccanismo ‘meritocratico’ che riconoscerà maggiori trasferimenti ai Comuni più virtuosi”. “Inoltre – conclude l’assessore Brasini – voglio ricordare come questa politica di contrazione della spesa non solo è stata messa in pratica senza intaccare i servizi, ma ci ha anche permesso di liberare risorse importanti per rilanciare gli investimenti strategici per lo sviluppo della nostra città. Una vera e propria impresa, controcorrente rispetto alla difficile fase storica che il nostro Paese sta attraversando; ma solo investendo sul futuro si può reagire alla crisi”.

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