Il Presidente Gemmani tra lean production e team building: “Siamo già un’industria 4.0, investiamo su innovazione e giovani”.

di Daniele Bartolucci
Una Open House da migliaia di visitatori per rilanciare con entusiasmo uno dei gruppi industriali italiani più importanti e famosi nel mondo, un’impresa che affonda saldamente le sue radici a Rimini e nella natia Romagna: SCM Group.
L’AUTHOR-EVOLUTION: LE MACCHINE “ALL IN ONE”
Tre giorni di fabbrica aperta per avviare l’AuthoR-Evolution: protagoniste dell’evento le Author M100 e M200, i nuovi centri di lavoro Morbidelli che rappresentano la “All-in-one technology”. Un concentrato di soluzioni ipertecnologiche che, assieme alle altre macchine realizzate dal Gruppo, punta a rispondere alle numerose e diverse richieste del mercato internazionale, come ci ha spiegato il Presidente Giovanni Gemmani, accompagnandoci all’interno dello stabilimento di Rimini durante l’Open House del Gruppo: “La sfida è proprio qui, nella competizione globale. Per questo occorre una grande capacità di ascolto nei confronti del mercato e soprattutto dei clienti. Molte delle innovazioni che proponiamo oggi sono frutto delle loro indicazioni e richieste, elaborate e studiate dai nostri tecnici per renderle realizzabili. Ovviamente ogni cliente ha delle richieste specifiche, per questo è importante avere una certa flessibilità anche nello sviluppo e progettazione delle macchine, un valore che distingue SCM da sempre, come tutte le imprese italiane. Questa personalizzazione va però rapportata alle esigenze industriali della produzione in serie, per questo puntiamo molto sugli optional, compresa l’estetica. Ma non è solo design, perché anche la meccanica italiana ha un valore riconosciuto a livello internazionale, anche nella precisissima Germania”.
L’INDUSTRIA DEL FUTURO: ELETTRONICA E INFORMATICA
Parlare di evoluzione tecnologica all’interno dello stabilimento SCM significa raccontare 65 anni di storia d’impresa, dove il concetto di innovazione è messo in pratica sempre, ad ogni livello: “Diciamo che a livello meccanico la tecnologia avanza lentamente”, spiega Gemmani, “cosa che non si può dire dell’informatica e dell’elettronica, che ci hanno permesso salti di qualità enormi e in breve tempo. Oggi le macchine comunicano tra loro e con gli operatori, dando una facilità d’uso prima impensabile”. Altro aspetto importante, il controllo continuo: “Molto più che continuo, perché è possibile anche a distanza. Ma non è solo una possibilità per i nostri clienti”, avverte Gemmani, “perché il controllo è il fattore base della qualità e quindi dell’affidabilità: due valori assoluti che sono propri del nostro Gruppo e che garantiamo attraverso i più evoluti sistemi di lean production, evitando sia gli sprechi in produzione che quelli, eventuali, di tempo e manutenzione per il cliente finale”. E in questo l’informatica è fondamentale: “Siamo già un’industria 4.0 e lo saremo sempre di più: un tempo il rapporto era 3 operai e 1 impiegato, oggi siamo 1 a 1 e in futuro sarà sempre più spostato verso ricerca e sviluppo”. Anche in funzione di un ricambio generazionale, visto che ad oggi il gruppo conta 3.300 dipendenti in tutto il mondo, in crescita di circa 200 persone nel corso del 2016? “I giovani sono più portati e sapere che ci sono investimenti in questa direzione, credo possa essere un messaggio positivo per loro”.
IL MERCATO GLOBALE: LA RIPRESA E L’EDILIZIA
Mentre Gemmani illustra le caratteristiche delle nuove macchine SCM viene interrotto da uno scampanellio, ma non è un allarme, anzi. “Abbiamo installato una vecchia campana nella show room del quartier generale di Scm Group”, ci svela: “Ad ogni ordine di acquisto parte il rintocco, così che tutti possano festeggiare. E’ un modo per fare squadra, per condividere un successo di tutta l’azienda”. E durante queste giornate la campana ha suonato a ripetizione.
“E’ un buon segnale”, commenta Gemmani, “si è tornati alla vecchia e buona abitudine di fare affari durante le manifestazioni. Per un po’ non è stato così, i clienti venivano ma non investivano. Oggi il clima è cambiato, quella che sembrava una timida inversione di rotta si sta rivelando in una vera ripresa a livello globale. Anche l’Italia sta facendo ripartire gli ordini, ed è positivo”. Già, l’Italia. “Per quasi 50 anni è stato il nostro primo mercato, oltre il 30%, ora vale meno del 10% ma è in ripresa. Però non vale per tutti i settori”, premette Gemmani: “Le nostre macchine hanno diversi utilizzi e quindi clienti differenti, dal settore del mobile fino a quello delle costruzioni. Nel nord Europa vanno moltissimo le case in legno, per esempio, mentre da noi sono viste ancora con qualche pregiudizio. Eppure la realizzazione in legno è più economica ed è antisismica”. E il mercato estero? “In molti Paesi abbiamo ordini consistenti, anche in Asia e nella stessa Cina. Sia per il settore mobile che quello delle costruzioni, dove abbiamo partner che realizzano grandi centri per le manifestazioni, come teatri e stadi, oppure anche chiese, sinagoghe e moschee”.
Un mercato che bisogna saper intercettare, dunque: “Abbiamo internazionalizzato la nostra offerta e la nostra presenza nei diversi Paesi, studiando non solo le loro esigenze ma anche le loro culture. La sfida che viviamo ogni giorno è globale, in alcuni Paesi si basa sul prezzo, in altri sulla qualità. Ma in tutti i casi crediamo che l’Italia, per tecnologia e persone non sia seconda a nessuno, per questo restiamo qui e vogliamo investire ancora nel nostro Paese”.
