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ANIS, Stefano Ceccato: “Serve un piano di sviluppo strategico e condiviso”

da Redazione

Il Presidente e le priorità per il 2017: passaggio dalla monofase all’IVA, la riforma del mercato del lavoro e quella delle pensioni, la valorizzazione della Camera di Commercio.

Ceccato dentro 

 

di Alessandro Carli

 

Nella speranza di esserci lasciati alle spalle il periodo peggiore, nonostante gli effetti negativi siano ancora presenti, siamo attualmente in una fase di ripartenza, che però non si manifesta in maniera uniforme. Questo anche perché, sul fronte interno, non sono state finalizzate alcune importanti riforme. In attesa dei dati definitivi del 2016, abbiamo chiesto al Presidente dell’Associazione Nazionale Industria San Marino Stefano Ceccato una valutazione dell’anno che si è appena concluso ma soprattutto gli obiettivi e le priorità che gli Industriali ritengono strategiche per un concreto rilancio dell’economia del Paese.

 

Presidente, che 2016 è stato per le imprese?


“Purtroppo non è stato l’anno del rilancio così come ci si aspettava, ma possiamo comunque evidenziare alcune note positive. Il settore manifatturiero continua a contribuire al Prodotto Interno Lordo per oltre il 35% ed è tra i pochi che hanno visto crescere il numero delle imprese nella misura del 5,5%. Inoltre da questo settore deriva il monte salari più alto e nell’ultimo quadriennio ha anche registrato un trend positivo: nel 2013 le 443 imprese del settore hanno ‘speso’ quasi 143 milioni per i 5.173 dipendenti. Totale salito di sei milioni l’anno successivo (nel 2014 l’uscita è stata di circa 149 milioni) per le 445 aziende e per i 5.224 lavoratori e ulteriormente aumentato nel 2015, con un ‘assegno’ da 151 milioni per le 485 imprese che danno lavoro a più di 5.300 persone. In attesa dei dati definitivi del 2016, a fine settembre il numero delle imprese si è attestato attorno alle 500 unità mentre i dipendenti sono 5.400”.

 

E gli altri settori?


“Il 2016 è andato bene anche per tutte quelle realtà che operano nei settori delle nuove tecnologie e per quelle imprese che si sono affacciate a nuovi e più lontani mercati, mentre l’edilizia e le costruzioni continuano ad essere in difficoltà, così come il sistema bancario-finanziario”.

 

Per l’Associazione degli Industriali è stato un anno di soddisfazioni?


“Parzialmente sì. Il maggior risultato per quanto riguarda le relazioni industriali è stato l’approvazione della Legge ‘Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero’: con l’introduzione del principio della maggiore rappresentatività, preservando il valore dell’erga omnes, si avrà finalmente un solo contratto nazionale di lavoro valido per ciascun settore. In questa occasione abbiamo intensificato le relazioni con la CSU (Centrale Sindacale Unitaria, ndr)che ha confermato la disponibilità ad un confronto costruttivo con il mondo delle imprese. Un atteggiamento che, in vista delle riforme che ci attendono, auspichiamo di incontrare anche nell’USL, in modo tale da giungere alle migliori soluzioni per il futuro del Paese. Sul piano istituzionale abbiamo deciso di sottoscrivere un importante accordo con l’Università di San Marino, che nei mesi estivi ha portato, come prima iniziativa, ad un ciclo di incontri sulle quattro libertà dell’Unione Europea, un momento utile e importante per far capire meglio il significato e le potenzialità dell’accordo di associazione. Non tutti i ‘progetti’ però sono giunti a compimento”.

 

Un esempio, il passaggio dall’imposta monofase a sistema IVA. Da ANIS richiesto già da tempo…


“E’ vero. Ma non è l’unico. L’introduzione dell’IGC – quindi la riforma delle imposta indirette, che da troppi anni, per diversi motivi, è stata rimandata – e la riforma del mercato del lavoro, assieme alla riforma del sistema pensionistico, sono gli obiettivi del nuovo anno. Come ANIS inoltre riteniamo non più rinviabile il varo di una norma che preveda la graduale riduzione della spesa corrente, definendo con precisione modalità e tempi. Non va poi dimenticato il sistema bancario, che deve superare le attuali difficoltà, perché rappresenta per le imprese un fattore fondamentale per l’operatività e lo sviluppo. Va poi valorizzata la Camera di Commercio, anche come strumento importante per l’attrazione degli investimenti e di promozione all’estero. La Repubblica di San Marino, per le sue ridotte dimensioni e in virtù della vicinanza delle istituzioni e della velocità con cui si possono approvare nuovi strumenti legislativi, è un luogo ideale dove fare impresa. In più voglio ricordare che, se accanto all’incubatore d’impresa già operativo, partisse anche il progetto del Parco Scientifico Tecnologico, in partnership con le regioni italiane limitrofe, si creerebbero le condizioni per attrarre e insediare nuove iniziative d’impresa legate alle nuove tecnologie, che indirettamente potrebbero avere ricadute positive anche sulle imprese già operanti sul territorio. Dobbiamo quindi far conoscere al mondo gli elementi positivi del nostro sistema e migliorare in quegli ambiti dove siamo più deboli. In questo senso risalire la classifica del Doing Business dovrebbe essere un obiettivo comune per il 2017. Così come sfruttare tutte le potenzialità turistiche e culturali di San Marino, considerando anche il fatto che il Monte Titano è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2008”.

 

Quindi un’agenda 2017 piuttosto densa. Come si affaccia ANIS al nuovo anno?


“Con ottimismo, una delle prerogative di chi fa impresa. Occorre essere pronti a ripartire. Come detto, alcuni settori lo hanno già fatto. E’ chiaro che il mondo con cui ci confrontiamo e dialoghiamo è piuttosto complesso, nel quale coesistono variabili molto più grandi rispetto alla nostra piccola economia e ci condizionano. Le imprese che in questi anni si sono strutturate e hanno investito in innovazione e in formazione – a questo proposito ricordo le numerose attività di ANIS – hanno interessanti possibilità di crescita”.

 

Da poco a San Marino si è insediato un nuovo Governo.


“Incontreremo il nuovo Esecutivo e chiederemo una serie di interventi per il rilancio dell’economia. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di lavorare e di esprimere tutto il potenziale senza doversi ‘scontrare’ con la burocrazia, una delle leve più efficaci con cui San Marino può essere competitivo ed attrattivo. Il tutto però va inserito in un quadro molto più ampio, che comprende l’accordo con l’Unione Europea e l’introduzione dell’IVA, un ‘linguaggio’ che permette alle imprese di dialogare con maggior efficacia. Al Governo chiederemo di ragionare in termini di sistema e di condividere un progetto di sviluppo strategico. Un progetto che manca al Paese da troppo tempo”.

 

FOCUS – ITALIA E UNIONE EUROPEA


L’Italia è sempre lo ‘sbocco’ storico e più naturale per la Repubblica di San Marino. “Gli impegni presi verso la trasparenza e l’allineamento agli standard internazionali – spiega il Presidente dell’Associazione Nazionale Industria San Marino Stefano Ceccato – hanno permesso di riaprire i canali diplomatici e avviare i tavoli di lavoro con l’Italia”. “Questo percorso – prosegue il numero uno degli Industriali – deve assolutamente proseguire e concretizzarsi in opportunità per le imprese ed i cittadini di San Marino. Confidiamo, come peraltro è già stato annunciato – prosegue Stefano Ceccato -, in una attività più coordinata ed incisiva da parte delle Segreterie di Stato e degli uffici competenti”. Quindi anche verso l’Europa. Quell’Europa che l’Associazione Nazionale Industria San Marino conosce. “Già da molti anni – sottolinea il Presidente – siamo membri di BusinessEurope, la Confindustria europea. In occasione dell’ultimo appuntamento, poiché al tavolo siedono Paesi molto diversi, è emerso che la ripresa ha velocità non uniformi: alcune Nazioni ‘corrono’ più di altre. Fare parte di BusinessEurope ci permette di avere una visione più globale e di confrontarci con altre realtà di grandi dimensioni, ma anche con paesi con caratteristiche più simili alle nostre. Nel nostro piccolo – conclude Stefano Ceccato – portiamo comunque sempre il nostro contributo di idee e opinioni”.

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