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Meno piccole e medie imprese, cresce però l’occupazione

da Redazione

Il report della Camera di Commercio di Rimini al 30 settembre: ok CIG e produzione. Le aziende manifatturiere hanno un buon accesso al credito anche se i costi sono eccessivi.

 

Anche in Emilia-Romagna il 2015 ha rappresentato un anno di svolta, con le variabili positive in tutti i quattro trimestri dell’anno, con delle differenziazioni a livello provinciale; trend positivo che continua nel 2016, con il segno “+” per la maggior parte delle province emiliano-romagnole e un rallentamento delle variabili stesse nel 3° trimestre. Per quanto riguarda la situazione del settore manifatturiero in provincia di Rimini, si legge nel report sulle piccole e medie imprese “firmato” dalla Camera di Commercio, al 30 settembre le imprese attive sono 2.606, con un calo dello 0,8% rispetto al 30/09/2015; nei primi nove mesi dell’anno, 134 cessazioni hanno superato 87 iscrizioni determinando un saldo nati-mortalità negativo (-47). Sul versante occupazione, gli addetti risultano 21.549, in aumento del 2,9% rispetto al 30/09/2015, mentre la CIG nei primi nove mesi dell’anno, fa registrare un -39,6% (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, da 3.994.080 a 2.412.855 ore). La produzione registra un aumento del 2,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (terzo incremento più alto tra le province emiliano-romagnole), superiore a quello che si rileva in Emilia-Romagna (+1,8%).

Rispetto al 2° trimestre 2016 più della metà delle imprese (53%) non ha subito variazioni nella produzione, il 20,9% ha riscontrato un aumento e il 26,1% una diminuzione. I valori relativi alla stabilità rilevati in provincia di Rimini sono maggiori rispetto a quelli dell’Emilia-Romagna, mentre quelli relativi all’aumento e alla diminuzione risultano minori. In regione è stata riscontrata stabilità per il 46,9% delle imprese, aumento nel 22% e diminuzione nel 31,1% dei casi. L’artigianato appare finalmente in ripresa: la variazione annua della produzione si attesta a +1,3%, dopo l’incremento del 2° trimestre; valori positivi si riscontrano anche a livello regionale (+0,7%). La serie storica trimestrale degli ultimi due anni mostra un andamento negativo fino al 1° trimestre 2016 ad eccezione del 1° trimestre 2015. Rispetto al trimestre precedente, come avviene per le imprese in generale, la maggior parte di quelle artigiane (59%) dichiara di aver avuto una produzione stabile, il 14,6% in aumento e il 26,4% in diminuzione. I valori regionali vedono prevalere sempre la stabilità (49,3%), a cui seguono la diminuzione (32,4%) e l’aumento (18,3%).

Il fatturato registra un aumento dell’1,6% rispetto al 3° trimestre 2015, analogamente a ciò che accade in Emilia-Romagna (+1,4%); il fatturato estero a livello provinciale varia come il fatturato totale (+1,6%) mentre a livello regionale risulta in aumento più marcato (+2,1%). Con riferimento al 2° trimestre 2016, il 15,6% delle imprese ha riscontrato un aumento del fatturato, il 38,5% una diminuzione, la maggioranza (45,9%) non ha subito variazioni. In Emilia-Romagna le aziende considerano il fatturato per il 22,9% in aumento, 33,6% in diminuzione e 43,5% stabilità,. Variazione positiva del fatturato anche per le imprese artigiane: +0,6%, superiore al +0,3% che si riscontra a livello regionale. L’andamento della componente estera per questo ambito risulta fondamentale (+3,9%).

 

DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE

Le imprese “attive” sono 34.569, con un incremento di 49 (+0,1%) rispetto a 12 mesi prima (34.520 unità). Il comparto che ha influito maggiormente sull’incremento del numero di imprese attive rispetto al 3° trimestre 2015 è quello relativo al macro settore dei servizi (+197) seguito dal terziario tradizionale (+13); in calo invece sia il settore secondario (-135) che quello primario (-23). In termini di distribuzione percentuale, il peso del numero di imprese riminesi è per il 44% nei servizi, il 26% nel commercio.

 

OCCUPAZIONE E CREDITO

Alle imprese del campione della congiuntura del territorio sono state sottoposte anche alcune domande per approfondire i temi occupazione (per il 3° trimestre 2016) e credito (durante le rilevazioni sul 2° trimestre). Nei primi nove mesi dell’anno il 18,2% del campione di imprese manifatturiere del territorio ha avuto necessità di assumere personale per creare nuovi posti di lavoro e il 22,8% per fare sostituzioni. Le figure più difficili da reperire sono state gli addetti specializzati (per il 75,6% dei casi).

Le imprese manifatturiere hanno un buon accesso al credito in quanto le percentuali di quelle soddisfatte sono superiori a quelle delle insoddisfatte: il 68,8% delle imprese ritiene adeguati quantità di credito erogabile e tipologia di strumenti finanziari offerti, mentre il 31,2% li ritiene inadeguati. In merito ai tempi di valutazione delle richieste di credito il 66,3% li considera adeguati, mentre il 33,7% inadeguati. Con riferimento al costo del credito invece è il grado di insoddisfazione delle imprese superiore al 50%, in tutti i parametri di analisi ovvero tasso applicato (56,9% delle imprese), garanzie richieste (58,9%) e costo totale del finanziamento (63,4%).

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