SAN MARINO – La Segreteria di Stato per le Finanze interviene rispetto a quanto ripreso dalla stampa in merito alla relazione della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica e intende fare alcune considerazioni.
I dati e le analisi della finanza pubblica sono stati evidenziati da questa Segreteria di Stato già in varie occasioni quali il Documento di Programma Economico e le relazioni ai bilanci, da cui emergono le criticità di bilancio in chiave di prospettiva e di liquidità, così come la necessità di riforme strutturali in relazione ad alcuni settori della spesa pubblica.
La lettura di questi dati e delle considerazioni della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica vanno necessariamente contestualizzate nella fase storica in cui San Marino si è trovata negli ultimi anni, caratterizzati dal 2008 ad oggi da una pesante crisi economica internazionale che si è intrecciata con una crisi economica interna ed una trasformazione di modello economico con una perdita importante di PIL, oltre a tre crisi bancarie.
Gli otto anni di recessione che vedono solo ora un segnale di contro tendenza, hanno inciso fortemente sul bilancio dello stato che, nonostante il contrarsi dell’economia e delle risorse, negli ultimi 2 anni ha chiuso in pareggio o con piccoli avanzi e a conferma di tale tendenza, si stima che anche il 2016 chiuderà in pareggio.
Un elemento questo valutato anche dagli organismi internazionali e dall’agenzia di rating che effettuano un costante monitoraggio sul nostro paese e che hanno giudicato positivamente la politica prudenziale di bilancio e la tenuta generale del sistema, anche grazie all’assenza di debito verso l’esterno.
La parte di debito pubblico alimentato dalle tre operazioni di ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio, quale banca sistemica, avvenute negli anni 2012/13/16, pesano per oltre il 50% sul debito pubblico, ma a tal proposito è bene rammentare che tale debito è in buona parte compensato da crediti dello stato sia verso la Banca che verso la Fondazione.
E’ evidente che è necessaria una politica economica che tenga in equilibrio i conti pubblici, rafforzi le entrate attraverso lo sviluppo economico, contenga la spesa e introduca alcune importanti riforme strutturali che incidono direttamente sulla spesa pubblica.
Nel rispetto di quanto rilevato dalla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica, senza cadere in facili entusiasmi, si ritiene che, mantenendo un rigore nella gestione dei conti pubblici, le condizioni attuali siano tali da permettere l’adozione dei correttivi necessari per garantire un equilibrio strutturale della finanza pubblica nel breve-medio termine ed un graduale ripristino delle riserve di liquidità.