Non c’è più tempo e chi va al Governo, al di là del toto-Segretari, deve sapere che si assumerà una responsabilità enorme dalla quale dipenderà il futuro del Paese.
Per tutta la Repubblica di San Marino la tornata elettorale del 20 novembre ha rappresentato una novità. Mai si era andati al ballottaggio, arrivato per effetto dell’introduzione della preferenza unica, che tra l’altro ha prodotto la possibilità di accesso al Consiglio Grande e Generale con una manciata di voti: una cosa che ci fa riflettere sul concetto di quale rappresentanza. Forse è il caso di portare qualche aggiustamento alla legge elettorale, magari da inserire nel tema più ampio delle riforme istituzionali. Dall’altro lato però il ballottaggio certamente rappresenta un forte elemento di democrazia.
In calendario il 4 dicembre (in concomitanza con il referendum costituzionale italiano), de facto fa slittare ancora un po’ più in là – a questo punto ci viene da pensare che se ne dovrà parlare nel 2017 – l’inizio dei lavori della nuova squadra di Governo. Esecutivo che, siamo sinceri, ci auguriamo sia forte e duraturo, ma soprattutto che si metta al lavoro per individuare e condividere con le forze sociali un piano strategico di sviluppo di medio-lungo periodo per dare davvero al Paese una prospettiva che, partendo dall’esame oggettivo della situazione, sappia stimolare l’impegno fattivo di tutte le componenti del contesto socio economico del Paese e far sì quindi che ognuno faccia fino in fondo la propria parte.
Il Paese è a una svolta ed è chiamato ad affrontare sfide davvero difficili.
Per vincerle, servono coraggio, idee e competenze. Non c’è più tempo e chi va al Governo, al di là del toto-Segretari, deve sapere che si assumerà una responsabilità enorme dalla quale dipenderà il futuro del Paese.
In bocca al lupo!