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I segreti di Ivo Colombini: famiglia, passione, ottimismo

da Redazione

Il Presidente dell’omonimo Gruppo: “Anche nella crisi abbiamo guardato al futuro”. Un hobby, la bici: affrontare una salita ha alcuni punti in comune con la gestione di un’azienda.

Colombini Ivo 24-2

 

di Alessandro Carli

 

La storia lavorativa di Ivo Colombini coincide alla perfezione con quella dell’omonimo Gruppo: un racconto iniziato nel 1965. L’attuale Presidente difatti è stato tra i fondatori, assieme ai fratelli Elio e Giuseppe, dell’importante realtà sammarinese.

In realtà, come svela lo stesso Ivo, “qualcosa” prima di questa data è accaduta. “Sono nato a Rimini 76 anni fa da una famiglia di contadini. Ho iniziato a lavorare a 16 anni prima al mobilificio Moderno e poi da Pari Colombo. Da loro, come si dice, ‘ho imparato il mestiere’. A 19 sono tornato a San Marino assieme alla mia famiglia e ho trovato un impiego a Dogana, da Pasquinelli”. In quel periodo Ivo ha un’idea, quella di ‘mettersi in proprio’ assieme a due amici. “Mio babbo si oppose – racconta con un sorriso -. Mi disse che avrei potuto aprire un’attività ma solamente assieme ai miei fratelli”.

E così avvenne. Nel 1965. “La prima bottega si sviluppava su una superficie di 150-200 metri quadrati proprio sul confine tra Italia e San Marino ma sul lato italiano. Eravamo io, mio fratello e due operai. Iniziammo dalle camere matrimoniali. Tutto veniva fatto a mano: sega, pialla, pazienza e passione. Alla sera avevo la fronte perlata di sudore. Per me significa impegno, dedizione e passione in quello che stai facendo”. Poi, anche grazie allo sviluppo turistico che investì la Riviera Romagnola – siamo tra gli anni Sessanta e Settanta, nell’epoca del boom degli alberghi e delle pensioni – l’azienda si sviluppò. Dopo la grande stagione della ricezione, arrivò un periodo di saturazione. “Fu lì che capimmo che avremmo dovuto cambiare qualcosa e così ci siamo messi a progettare le camerette componibili per ragazzi”.

Un’altra intuizione poi fu quella del saper percepire e ascoltare le esigenze dei clienti. “Dopo due o tre anni di ‘camerette per ragazzi’, ci siamo messi a produrre su commissione: mobili esattamente come li voleva il cliente, quindi colori e misure personalizzate. Un modo di lavorare ‘just in time’, non più magazzino bensì ‘fatto e venduto’. Un modus operandi che ancora oggi è presente nel Gruppo, anche se con volumi e con un modo di lavorare molto diversi, molto più evoluti. “Da sempre abbiamo investito in macchinari, formazione e ricerca e sviluppo. La nostra filosofia è quella di andare a ‘stuzzicare’ i mercati. Anche nei periodi di crisi, abbiamo sempre puntato verso il futuro, proponendo ogni anno nuovi prodotti”.

In 51 anni, l’azienda è sempre cresciuta. “Nel 1969 ci siamo trasferiti in uno spazio nuovo per poi andare a Galazzano a metà degli anni Settanta”. Nel 1975 la Colombini lavorava su una superficie di 3.600 metri quadrati e aveva una forza lavoro di circa 50-60 unità. Oggi il Gruppo rappresenta la più grande azienda sul territorio italiano per l’arredo di tutta la casa con una superficie produttiva di circa 250 mila metri quadri, distribuisce i suoi prodotti in Italia e all’estero.

Nonostante l’impegno, Ivo Colombini ha sempre coltivato una passione: la bicicletta. “Facevo anche 100 km al giorno. Ricordo ancora il ‘giro’, panoramica e Gabicce. Oggi – ammette con un sorriso – ne faccio meno”. Quello che non è cambiato nel tempo è invece il significato del pedalare. “Mi ricarica le batterie e mi scarica la testa”. Affinità tra le due ruote e il mondo aziendale? Qualcuna… “Si assomigliano. In bici devi imparare a dosare i rapporti in base alle forze, in azienda invece in base al mercato”.

Ci sono poi alcune parole che ricorrono nella sua vita: passione, grinta, ottimismo e famiglia. “Il Gruppo è gestito in maniera familiare assieme miei figli mentre l’Amministratore D mio nipote Emanuel (già Presidente ANIS, ndr). Siamo sempre stati molto uniti e questo ci permette ancora oggi di prendere una serie di decisioni in maniera molto veloce”.

Com’è cambiato il modo di lavorare? “Non è stato facile cambiare la mentalità. Siamo nati come impresa artigianale e oggi siamo una realtà industriale. Nel 1965 riuscivamo a fare 10 camere al mese, oggi produciamo circa 1.300 ambienti al giorno. La tecnologia, nella quale abbiamo investito molto assieme alla formazione del personale, è stata fondamentale”. Come fondamentale è una visione verso il futuro ma anche una pianificazione delle strategie. “All’estero siamo presenti con Colombini Casa, in Italia con Febal Casa”. Il top della gamma è rappresentato dal marchio Rossana. “Ci sta dando molte soddisfazioni. Puntiamo sull’abbinamento e sull’equilibrio e sulla matericità delle pietre, del legno e dell’ottone brunito. Abbinamenti caldi che durano nel tempo”. Per “pietre” il Presidente intende anche pietra ‘Cappuccino’, che proviene dall’India e che, a seconda delle lavorazioni, “sa dare un effetto sabbiato o lucido di grande effetto”.

Il primo amore però non si scorda mai. In questo caso parliamo della prima cameretta. “La costruimmo nel 1965. Era una camera matrimoniale in tamburato, con profili bianchi, molto bella. La vendemmo a un amico. Gli artigiani sono persone molto creative…”.

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