Diversi modelli a confronto, diversi punti di vista, ma un unico comun denominatore: la consapevolezza della necessità di intrecciare relazioni, creare reti, inventarsi nuove formule per far continuare a vivere un settore che, nonostante le difficoltà, dimostra grande dinamismo, pluralismo, originalità.
Quasi un centinaio tra operatori culturali, amministratori pubblici, protagonisti del settore teatrale emiliano-romagnolo si sono ritrovati questa mattina al Teatro Petrella di Longiano, in occasione della giornata di studio sul futuro dei piccoli teatri.
Un confronto che è stato aperto dal saluto del sindaco di Longiano Ermes Battistini che ha ricordato “l’unicità” che il Teatro Petrella, dalla sua riapertura nel 1986, è riuscito a conquistarsi, e da quello della presidente di Ater Ilenia Malavasi che ha definito una “opportunità importante” quella offerta ai Comuni dal circuito Ater. E’ stato uno sguardo rivolto alla realtà globale, internazionale, di oggi quello proposto da Giulio Stumpo, amministratore delegato di SmartIt (progetto europeo con base a Bruxelles), mentre il direttore di Ater Roberto Giovanardi ha ricordato i numeri della geografia e gestione teatrale emiliano-romagnola: 193 luoghi per lo spettacolo dal vivo contro i 185 di dieci anni fa, e 9 inattivi per terremoto. Piccoli e medi teatri come “palestre dove acquisire competenze” nella visione di Pietro Valenti, direttore Ert, che ha convenuto sulla necessità di “stringere una alleanza forte” a livello settoriale. L’assessore alla Cultura del Comune di Longiano Cristina Minotti ha aperto la sessione dedicata alle testimonianze degli operatori sottolineando gli sforzi compiuti dall’amministrazione comunale nel portare avanti un progetto che intende fare del teatro Petrella “un polo di scambio artistico, un progetto culturale ancor prima di una stagione teatrale mordi e fuggi” e ha espresso il desiderio di impostare il prossimo bando per l’affidamento della gestione con la formula del 4+4 anni. La specificità e originalità dell’offerta teatrale regionale è stata sottolineata anche da Ruggero Sintoni, direttore di Accademia Perduta, realtà nata come centro di produzione di teatro per ragazzi la cui ricetta è quella di “unire tradizione e innovazione” della proposta. Al centro della seconda sessione, anche le testimonianze di Elena Di Gioia (Direttore artistico progetto Agorà), di Andrea Lupo e Alessia Raimondi (Teatro delle Temperie – Progetto TeatrinRete), Domenico Randi (Fondazione Teatro Rossini di Lugo), Roberta Colombo (Direzione artistica Teatro comunale di Gambettola). Diversi gli interventi dal pubblico, da amministratori e operatori provenienti anche da realtà come Reggio Emilia, Casalecchio e Guastalla. Quello certamente più atteso è stato l’intervento di Sandro Pascucci, l’artefice della rinascita del Petrella, sul finire degli anni Ottanta, tornato sul palco del “suo” teatro non senza una certa dose di emozione.
Ha concluso l’intensa mattinata di confronto, terminata intorno alle 14, l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti che ha definito in generale “il teatro punto di riferimento della comunità”, riconoscendone l’alto valore oltre che culturale sociale. Mezzetti ha quindi annunciato che nel nuovo bando della legge regionale 37, previsto per gennaio 2017, saranno riservate risorse specifiche per i comuni sotto i 15mila abitanti che svilupperanno progetti culturali e ricreativi da svolgere all’interno delle sedi teatrali, per farne dei veri centri di aggregazione sociale”.
Infine, il ringraziamento a tutti gli intervenuti di Roberto Alessi di Cronopios, la società che gestisce la stagione del Teatro Petrella: “Mi rallegro molto del fatto che il Teatro Petrella abbia creato le condizioni per fare riunire e dialogare la comunità teatrale. Questa giornata ha confermato che la risposta alla domanda che ci siamo posti – Quale futuro per i piccoli teatri? – c’è e sta nel confronto e nella condivisione dei percorsi”.