Un quadro di garanzie e certezze fiscali, assistenziali e giuridiche per i 100mila lavoratori italiani occupati nelle aree di frontiera. E’ stato il tema al centro del seminario della CISL, che si è tenuto nei giorni scorsi a Riccione, dedicato allo “Statuto dei lavoratori frontalieri”.
Il seminario fa seguito all’apertura, lo scorso mese di ottobre alla Farnesina, del tavolo governo-sindacati sulle tematiche del lavoro frontaliero. Tavolo che vede la partecipazione di Cgil-Cisl-Uil e Acli e dei Ministeri degli Affari Esteri, dell’Economia e Finanze e che ha appunto il compito di arrivare, dopo anni di insistenza del sindacato, alla stesura di un quadro normativo organico sul frontalierato.
Ai lavori erano presenti oltre ai responsabili delle strutture CISL dell’Emilia Romagna, della Lombardia, del Piemonte, della Liguria e del Friuli, anche dirigenti del sindacato svizzero, sloveno, francese. Per San Marino hanno partecipato Luca Montanari e Paride Neri della CDLS.
“Il seminario della CISL – spiega Luca Montanari – è stata l’occasione per una prima analisi dei problemi presenti in tutte le aree del frontalierato e aprire un percorso di approfondimento che servirà per dare forma e sostanza al percorso aperto a Roma con il tavolo interministeriale. L’obiettivo è quello di arrivare ad una legge che fissi un quadro giuridico comune sulla figura del lavoratore frontaliero e che fissi in modo chiaro e definitivo le tutele in materia fiscale, assistenziale e previdenziale”.
Montanari ha in particolare sottolineato la necessità di avviare tra Italia e San Marino un confronto sugli ammortizzatori sociali che “punti alla parificazione di trattamento per i lavoratori italiani occupati a San Marino e per i lavoratori sammarinesi occupati in Italia”. In agenda anche l’armonizzazione tra Italia e San Marino delle normative socio-previdenziali e l’uscita dalla precarietà contrattuale dei lavoratori frontalieri.