Home categorieComunicati Stampa Cesena, Teatro Bonci: Gabriele Lavia è “L’uomo dal fiore in bocca… e non solo”

Cesena, Teatro Bonci: Gabriele Lavia è “L’uomo dal fiore in bocca… e non solo”

da Redazione

CESENA – Gabriele Lavia, uno dei maestri della scena italiana, ha firmato circa settanta regie e interpretato centinaia di ruoli tra cinema e teatro: per il suo ultimo lavoro torna a Pirandello (dopo la recente messa in scena di Sei personaggi in cerca d’autore) e ci propone la più breve di tutte le sue opere, forse la più folgorante: L’uomo dal fiore in bocca. L’atto unico è qui interpolato con parti di novelle che affrontano i temi della donna e della morte – in Pirandello quasi sovrapponibili, rileva il regista – col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi. Il titolo dello spettacolo, adattato, diretto e interpretato da Lavia, con altri due attori, è L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA…E NON SOLO. Al Teatro Bonci di Cesena sarà in scena venerdì 18 e sabato 19 novembre (ore 21), come primo appuntamento della stagione essai.

Sabato 19 novembre alle ore 18 nel Foyer del Teatro la Compagnia incontrerà il pubblico: l’ingresso è libero. Lo spettacolo sarà audiodescritto per non vedenti e ipovedenti nella giornata di sabato (per informazioni e/o prenotazioni è possibile contattare il Centro Diego Fabbri di Forlì: info@centrodiegofabbri.it tel. 0543 712819).

La scena si apre in una simbolica Sala d’Attesa di una qualche stazione ferroviaria del Sud Italia. Si tratta di una scenografia imponente, disegnata da Alessandro Camera, e realizzata interamente nei laboratori del Teatro della Pergola, riaperti appositamente per questa produzione. La struttura portante, alta almeno 9 metri, tutta in legno di pioppo, regge le vetrate annerite della vecchia stazione. Ai lati vi sono lunghe panchine con scanalature e braccioli a motivi semicircolari, mentre il pavimento è composto di 92 tasselli d’abete e ricoperto da uno strato di decorazione a motivi geometrici; al centro, incombente, un grande orologio che ha smesso di girare.

È un crescendo emotivo fra comicità e tragedia il colloquio del protagonista – che si sa condannato a morire a breve e, per questo, medita con urgenza appassionata sulla vita – con il Pacifico Avventore di un caffè in una stazione ferroviaria, uno come tanti, una mente appannata dalla monotonia e dalla banalità del quotidiano. L’attesa della morte ha fatto nascere nell’Uomo dal fiore in bocca la necessità d’indagare il mistero della vita, per penetrarne l’essenza: interroga gli sconosciuti che incontra per caso, passando il tempo ad analizzare i dettagli delle esistenze altrui. Mentre la moglie, preoccupata per le sue condizioni, lo spia e vorrebbe curarlo con la propria presenza, circondarlo di agi. Ma il suo affetto non solo non gli è di consolazione, è terribilmente fastidioso, perché lo ostacola proprio in quella fondamentale attività di indagine. Così questa donna che passa da lontano, e forse è il simbolo di quella morte che l’uomo si porta appresso come un’ombra, diviene la protagonista invisibile dei guai grandi e piccoli degli altri due personaggi.

“Ma può l’uomo rinunciare alla donna?” si chiede il regista.

“No. L’uomo non può proprio fare a meno della donna. La sua malattia mortale.”

Biglietteria: 0547.355959 – info@teatrobonci.it

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