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Editoriale: per un vero rilancio del sistema-Paese

da Redazione

Le cose da fare sono note, alcune di queste hanno purtroppo anche risvolti impopolari, ma occorre intervenire senza perdere ulteriore tempo.

 

di Alessandro Carli

 

Tra meno di un mese i cittadini decideranno a chi affidare il “timone” del Paese. In attesa dei risultati delle urne – la chiamata è stata fissata per il 20 novembre -, la sensazione netta è che anche la politica stia avvertendo il cambio di vento. La crisi ha costretto il Paese a ripensare la propria connotazione, sia sotto il profilo economico che quello sociale, provocando una forte contrazione delle risorse finanziarie di cui disponeva.

Gli ultimi dati vedono un lieve miglioramento, ma ci sono settori che continuano ad essere in grande difficoltà.

In questi anni è mancato l’impulso per mettere in campo una vera reazione capace di rilanciare il sistema San Marino.

La politica si è occupata soprattutto di gestire la quotidianità e non di ridisegnare il futuro con una visione a medio-lungo termine.

I cittadini, i lavoratori e le imprese vogliono concretezza e prospettive certe. Sono delusi dai progetti annunciati e poi lasciati in un cassetto.

Le cose da fare sono note, alcune di queste hanno purtroppo anche risvolti impopolari, ma occorre intervenire senza perdere ulteriore tempo. Scorrendo i diversi programmi elettorali tante sono le promesse e i progetti; non vorremmo anche stavolta correre il rischio che le cose rimangano incompiute, come è già successo in un passato recente.

Forse sarebbe il caso di individuare pochi ma significativi obiettivi su cui concentrarsi davvero.

Proprio a questo proposito, in occasione della recente Assemblea generale di ANIS, il Presidente Stefano Ceccato ha evidenziato le cinque priorità individuate dall’Associazione: il coordinamento di tutte le azioni, con il duplice obiettivo di sostenere sia lo sviluppo economico sia il welfare state, anche modificando l’impianto istituzionale, introducendo la figura del Primo Ministro; la messa in equilibrio dei conti dello Stato, pianificando una graduale riduzione della spesa corrente per recuperare le risorse necessarie agli investimenti strutturali; il completamento delle riforme, quali mercato del lavoro più efficiente, sburocratizzazione, pensioni, imposte indirette; le trattative con Italia ed Europa per il superamento delle attuali procedure di interscambio commerciale (fatture, T2, dogane); la pianificazione e il rilancio di tutti i settori che concorrono allo sviluppo economico.

Cinque macrotemi su cui i partiti e le coalizioni dovranno confrontarsi e dare risposte concrete. Risposte che poi verranno lette anche dai cittadini. Dalle persone che andranno a votare.

Sarebbe veramente deleterio per il Paese dover tornare alle urne tra breve per prendere atto di un altro fallimento della politica.

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